• Celebrazioni Santa Maria Ausiliatrice nella nostra scuola salesiana

    Ogni anno da quando sono nati i Salesiani si celebra la festa di Santa Maria Ausiliatrice, che cade il 24 maggio. Questa invocazione a Maria detta “Auxilium christianorum”, appare, per la prima volta, nella versione delle litanie lauretane pubblicata nel 1576 e approvata da Papa Clemente VIII nel 1601. Secondo la tradizione tale invocazione fu aggiunta da San Pio V dopo la vittoria riportata dalla Lega santa sugli ottomani a Lepanto, circa nel 1571. La festa in onore di “Maria in aiuto dei cristiani” sarà poi istituita dal Servo di Dio Pio VII il 15 settembre 1815 e fissata al 24 maggio in ricordo del suo trionfale rientro a Roma (24 maggio 1814) dopo la prigionia sotto Napoleone a Fontainebleau. In origine la festa era limitata alla Chiesa di Roma, ma fu presto adottata dalle diocesi toscane per poi estesa alla Chiesa universale.

    È molto importante per noi salesiani questa giornata poiché la nostra devozione a Maria Ausiliatrice è da attribuire proprio a Giovanni Bosco, che la scelse come patrona principale della famiglia salesiana e delle sue opere: nel 1862 iniziò a edificare nel rione Valdocco di Torino una basilica dedicata all’Ausiliatrice, consacrata il 27 ottobre 1868. Una nuova chiesa dedicata all’Ausiliatrice fu edificata per i salesiani sulla via Tuscolana a Roma nel 1932: fu elevata al grado di basilica e fu eretta in diaconia nel 1967. Per quanto riguarda la celebrazione di questa giornata noi salesiani festeggeremo martedì 25 alle ore 9, 30 con la Messa in onore di Maria Ausiliatrice. Verrà celebrata all’aperto in cortile e sia le medie sia le elementari saranno animati dai prof. Barone ed Anastasio. I ministranti di medie e liceo.

    Al termine della messa ci sarà l’intervallo e a seguire l’esibizione dell’orchestra don Bosco, consegna dei premi Gesi Iannazzo, Arturo Ricciardi, Benedetta Corvino, Annalisa Belardo, Melenchi per il liceo ed il premio Fulvio Colucci per le medie. Dopo questa premiazione si tornerà in classe. Conoscevate la storia di Maria Ausiliatrice e del perché è così importante per i Salesiani?

    Di Fabiana Falco, 5º Classico

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  • L’Oratorio Salesiano, vittoria della città

    “Ma fai rumore, sì/ Ché non lo posso sopportare/ Questo silenzio innaturale”. Così recitano alcuni versi di “Fai rumore”, brano di Diodato che ha portato il cantautore a vincere l’edizione di Sanremo 2020. Un silenzio che risulta innaturale, come quello proveniente dall’oratorio salesiano di Caserta, sito in via Don Bosco, da due anni ormai chiuso a seguito di un’istanza di alcuni residenti che hanno segnalato le attività del complesso per il frastuono. Lo spazio vitale è fermo, così come le attività sportive, dai campetti di calcio a quelli di basket, ma l’oratorio sopravvive attraverso incontri ed eventi online, simbolo di coesione sociale nonostante il triste periodo storico. «L’oratorio di Caserta – spiega don Antonio D’Angelo, Direttore dell’Istituto salesiano – da cent’anni e più offre opportunità ai giovani, ma purtroppo ora stiamo vivendo un momento critico per una serie di cause che ci impediscono di restare aperti. Una società è civile nella misura in cui è attenta ai più deboli – spiega – e appunto i giovani sono una fascia debole all’interno della società, un mondo che va protetto: per loro bisogna inventarsi qualsiasi cosa, pur di offrire degli spazi per incontrarsi, per crescere in spiritualità, cultura e socializzazione».

    “In questa battaglia – prosegue il Direttore – abbiamo come alleati sia l’amministrazione comunale che la città intera; la nostra lotta si terrà nelle aule giudiziarie e stiamo facendo tutto ciò che è in nostro potere per risolvere la questione. Mi appello anche al buon senso di tutti” conclude.

    Ad intervenire anche Mauro Giaquinto, responsabile del Coordinamento cittadino a favore dell’organismo salesiano, che afferma: “non possiamo più attendere”.

    Fitta nel corso degli ultimi mesi è stata la mobilitazione digitale, dai profili Facebook e Instagram ufficiali dell’istituto, alle pubblicazioni sul quotidiano nazionale di ispirazione cattolica Avvenire, o ancora Il Mattino, passando per canali televisivi quali TV2000.

    “Caserta non resti indifferente”, questo lo slogan recitato a gran voce da don Antonio D’Angelo a più riprese, che non è rimasto inascoltato ed è stato preso in carico da alcuni consiglieri comunali che sono intervenuti a riguardo con queste parole: “manifestiamo solidarietà, sostegno e vicinanza all’Istituto Salesiano Sacro Cuore di Maria di Caserta, che sin dalla sua nascita ha svolto un’attività meritoria e fondamentale per l’istruzione e la crescita dei giovani della nostra città, nonché favorito lo sviluppo culturale e sociale grazie al suo teatro ed al suo centro sportivo e ricreativo”.

    Con il suo sistema pedagogico più che centenario ma attento alle necessità della Generazione Z, l’Istituto Salesiano Sacro Cuore di Maria, è tra le eccellenze scolastiche del territorio campano con un’offerta formativa che abbraccia tutto l’arco di crescita psicofisica dei discenti, a partire dalla fascia primaria sino ad arrivare al liceo, tripartito in indirizzi quali: Liceo classico, Liceo scientifico e Liceo scientifico ad indirizzo sportivo.

    Lo spirito che pervade l’Opera Salesiana si fonda sulla formula dell’umanesimo educativo
    di don Bosco: “onesti cittadini e buoni cristiani”, con cui don Bosco intendeva “formare costruttori della città e uomini credenti”, attraverso impulsi emotivo-relazionali simili ad ogni contesto familiare, assicurando a tutti i genitori la migliore alternativa alla loro presenza, in quanto, come d’altronde scriveva Quintiliano nella sua Istitutio oratoria il maestro ideale: “ante omnia parentis erga discipulos suos animos“, “assuma anzitutto i sentimenti di un padre”.

    Che il cuore dell’oratorio torni a pulsare al più presto, vivido più che mai e accompagnato dalle risa dei fanciulli che si affacciano alla finestra della vita.

                                                                 di Chiara Mastroianni, 5° Classico

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  • Il ritorno in presenza dell’Orchestra “Don Bosco”

    A causa del Coronavirus che, ha colpito lo scorso anno il nostro Paese, per motivi di sicurezza molte attività e progetti scolastici non si sono svolti in presenza, incluse le prove dell’orchestra “Don Bosco”.

    La scuola salesiana pur non essendo a indirizzo musicale, offre ai ragazzi l’opportunità di far parte di questa orchestra. Diversamente da altre scuole essa è composta  dai ragazzi dai sette ai diciotto anni, quindi da studenti della scuola primaria, delle medie e del liceo. E’ diretta dal Professore Vincenzo Anastasio, docente di musica della scuola salesiana di Caserta e del Vomero(Na).

    Finalmente, la scorsa settimana, precisamente il giorno  28 aprile 2021 sono riprese le prove nell’anfiteatro salesiano  nel rispetto  delle norme anti-covid. E’ inutile raccontare l’entusiasmo, la gioia dei ragazzi  che, di nuovo tutti insieme hanno ripreso a suonare e hanno potuto “rispolverare” i  loro spartiti, indossare la loro maglietta  simbolo della loro appartenenza all’orchestra salesiana. Hanno portato con sè anche i leggii, per garantire la distanza prescritta.

     Le prove si svolgono nell’Anfiteatro il mercoledì dalle ore 09:00 alle 10:45 . La prossima prova si terrà il giorno 13 maggio giovedì dalle ore 11:00 alle ore  12:45 sempre nell’Anfiteatro. In questo giorno si farà anche una prova pomeridiana dalle ore 14:00 alle ore 16:00 per il concerto del 24 maggio che si terrà nel cortile dell’Istituto per la festa di Maria Ausiliatrice.

    Riprendere quest’attività in presenza è stato fondamentale. L’orchestra può essere considerata come una “micro società” dove s’impara a relazionare con gli altri, condividere i successi, gli insuccessi e, soprattutto il godimento del linguaggio musicale. Siete d’accordo come me? Cosa ne pensate?

    di Roberta Santarsiero, 5º Classico

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  • La Festa della Liberazione

    La festa della Liberazione si festeggia ogni anno il 25 aprile ed è anche conosciuta come anniversario della resistenza. L’occupazione tedesca e fascista in Italia non terminò in un solo giorno, ma si considera il 25 aprile come data simbolica perché il 1945 coincise con l’inizio della ritirata da parte dei soldati della Germania nazista e di quelli fascisti della repubblica. La decisione  di scegliere il 25 aprile come “Festa della Liberazione “fu presa il 22 aprile del 1946 quando il governo italiano provvisorio stabilì con un decreto che il 25 aprile dovesse essere “Festa Nazionale”. I primi giornali Italiani celebrarono il 25 aprile 1945 come un giorno importante nella guerra non solo l’unità e il popolo, giornali ufficiali del partito comunista e della democrazia cristiana.

    Il 26 aprile il corriere uscì con una sorta di “numero unico“ con la testata : “il nuovo corriere“, il direttore dell’edizione fu un giornalista fascista (Mario Borsa ) a cui il CLN ( comitato di liberazione Nazionale) affidò temporaneamente la direzione del giornale . Solo i titoli di prima pagina della stampa ignorando completamente i combattimenti nell’Italia settentrionale, parlavano invece della “fanatica resistenza“ dei soldati tedeschi in Germania, che ormai controllavano solo qualche quartiere di Berlino. Per ricordare questo giorno il presidente della repubblica Sergio Mattarella fa un discorso rivolto ai giovani, ai quali ha ricordato il valore civile della memoria.

    di Chiara Nacca, 5º Sportivo

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  • Giornata Mondiale del Libro

    La data del 23 aprile ricorda due ricorrenze unite, in qualche modo, dalla tradizione. La prima è la La Giornata Mondiale del Libro, voluta dall’Unesco (1996) con lo scopo di promuovere il “continuo progresso culturale attraverso la lettura, a protezione della pace, della cultura e dell’educazione di tutti i popoli.” Un importantissimo riconoscimento del ruolo del libro per la costruzione di una società migliore al livello globale. Ovviamente la collocazione della giornata mondiale proprio il 23 aprile non è casuale, infatti in questa data nel 1616 Shakespeare e Cervantes, due pilastri della letteratura mondiale scomparvero.

    In questo giorno oltre ad elogiare la lettura c’è anche una leggenda interessante, forse non conosciuta da tutti, ovvero la leggenda della rosa, legata alla comunità della Catalogna, a Barcellona e dedicata a Sant Jordi, ovvero San Giorgio, il loro patrono. A Barcellona, leggenda vuole che sia stato San Giorgio il cavaliere che sconfisse il drago, salvando il popolo e la principessa minacciati dalla mostruosa creatura. Il sangue sgorgato dalle ferite fece fiorire immediatamente delle meravigliose rose rosse, una delle quali venne regalata da Sant Jordi alla principessa. In memoria di questo mitico accadimento, nel giorno dedicato a Sant Jordi (proprio il 23 aprile) in Catalogna si festeggia regalando un libro e una rosa alla persona amata! Anche i librai usano donare un fiore, quel giorno, ai lettori. Conoscevate questa leggenda? Ne avete mai sentito parlare?

    Di Fabiana Falco, 5º Classico

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  • La retromarcia della Turchia dalla Convenzione di Istanbul

    “Annullate la decisione, applicate il trattato!” […] Sono stanca di questo Stato patriarcale”. Questi gli slogan dopo l’uscita della Turchia lo scorso 20 marzo dalla Convenzione di Istanbul del 2011, il primo trattato internazionale sulla prevenzione e la lotta contro la violenza di genere e la violenza domestica. La convenzione siglata in Turchia nel 2011 a cui hanno aderito ben 32 paesi, si fonda sulla tutela della parità di genere e individua nelle violenze fisiche, sessuali, psicologiche ed economiche atti fortemente lesivi nei confronti della inviolabilità dei diritti umani e promuove una linea di interventi tesi a combattere stereotipi di genere diffusi. Migliaia di cittadini sono scesi in piazza ad Istanbul, Ankara e Smirne, contro la decisione del presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Il ritiro ha scatenato innumerevoli proteste nel Paese e la condanna da parte dell’Unione europea e del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il quale ha commentato la decisione “improvvisa e ingiustificata” da parte della Turchia dicendosi “profondamente deluso” e ancora aggiunge “i Paesi dovrebbero lavorare per rafforzare e rinnovare gli impegni per mettere fine alla violenza contro le donne e chiedere conto ai responsabili degli abusi, non respingere trattati internazionali scritti per proteggerle”.

    300 femminicidi sono stati registrati nel 2020, 78 da inizio 2021 ad oggi, mentre altre 171 donne sono state trovate morte in circostanze sospette e vari casi sono stati classificati come suicidi.

    Dati preoccupanti che evidenziano la mancanza di tutela dei diritti delle donne. “La violenza sulle donne è un problema ovunque. In Turchia abbiamo un movimento per i diritti delle donne forte, ma dobbiamo anche confrontarci con molta opposizione”, ha spiegato Fidan Ataselim di “Fermeremo il Femminicidio”. Erdogan avrebbe giustificato il ritiro affermando il tentativo da parte dei membri della Convenzione di rendere “normale” l’omosessualità, un tentativo ritenuto dal leader turco assolutamente non compatibile con il sistema sociale e valoriale del Paese.

    Un passo indietro nella civiltà, un messaggio pericoloso per le donne nel mondo secondo Josep Borrell, rappresentante per gli affari esteri e la sicurezza dell’Unione europea, una scelta politica profondamente deludente che guarda con preoccupazione l’aumento vertiginoso dei femminicidi.

    In Italia Mario Biani, vignettista di Repubblica ha commentato con un post la retro marcia della Turchia rendendo eloquente l’annullamento di anni di lotte per l’emancipazione femminile, rappresentata infatti è una catena evolutiva a partire dall’australopiteco all’homo sapiens sapiens con su scritto “ti devi fidare”.

    La Turchia non è il solo Paese ad aver lasciato la convenzione. Nel luglio 2020 anche la Polonia conservatrice ha abbandonato l’accordo per motivi ideologici. Ancora un muro, ancora un ostacolo alla libertà femminile, ancora una deriva ideologica in cui trova terreno fertile una radicata cultura patriarcale e sessista.

    Di Chiara Mastroianni, 5° classico

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  • 25 Aprile, Festa della Liberazione

    Il 25 aprile di ogni anno in Italia si festeggia la festa della “Liberazione”. In questa giornata dell’anno 1945 si ricorda la liberazione dell’Italia dal governo fascista e dall’occupazione nazista del paese. La Festa del 25 aprile è  conosciuta anche come anniversario della Resistenza, una festività dedicata anche al valore dei partigiani di ogni fronte che, a partire dal 1943 contribuirono alla liberazione dell’Italia. Il 25 aprile 1945 è una data simbolica: non fu l’ultima giornata di combattimento tra le forze nazifascista e alleati e brigate partigiane, ma fu un momento di vera svolta verso la fine dell’occupazione tedesca. Il governo provvisorio, guidato da Alcide De Gasperi, istituì il 25 aprile come “festa nazionale”. Tra gli eventi del programma c’è il solenne omaggio, da parte del Presidente della Repubblica Italiana e delle massime cariche dello Stato, al sacello del Milite Ignoto con la deposizione di una Corona d’alloro in ricordo ai caduti e ai dispersi italiani nelle guerre.

    Con il 25 Aprile si riaffermano valori nuovi e alternativi: la pace, contrapposta all’esaltazione della violenza e della guerra, la democrazia e la libertà contrapposte alla dittatura e all’eliminazione degli avversari politici. Il popolo italiano è debitore al 25 Aprile ed a tutto quello che esso rappresenta. Grazie alle lotte e ai sacrifici della Resistenza, i nostri genitori e, perfino noi abbiamo avuto la possibilità di crescere e di vivere   in condizioni migliori rispetto ai nostri nonni. Il mio desiderio é che tutti prendano coscienza della storia e della necessità di far emergere la “verità”, sempre, indipendentemente da ogni scelta e appartenenza politica e sociale. Voi cosa ne pensate? Siete d’accordo con il mio pensiero?

    Di Roberta Santarsiero, 5º Classico

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  • Possibile riapertura di teatri e bar?

    Da oltre un anno l’Italia è chiusa in un lockdown con la campagna di vaccinazione che prosegue per ora piuttosto lentamente in molte regioni. L’economia del nostro Paese è in ginocchio e c’è chi dà la colpa al coronavirus invece che alla sua gestione, disastrosa a livello nazionale, che ha portato alla chiusura di migliaia di attività commerciali, industriali e imprenditoriali. Matteo Salvini assieme ala Lega e all’intero centrodestra da un anno chiedono pianificazioni e strumenti per il sostentamento economico.

    “Riaperture in sicurezza, dove i dati lo consentono, e nuovi protocolli per rivedere il numero di accessi in teatri e impianti sportivi, senza dimenticare palestre, bar, ristoranti e negozi”, ha detto Matteo Salvini, concentrandosi soprattutto su alcune delle categorie maggiormente colpite dalle chiusure imposte dal governo. Le palestre, i teatri, i cinema, gli impianti sportivi e le piscine sono chiuse ininterrottamente dallo scorso autunno.

    Però un recente studio reso noto nelle ultime settimane ha determinato che circa 1 contagio su 1000 avviene all’esterno. Questi numeri potrebbero far rivedere le politiche di riapertura delle attività economiche anche nel nostro Paese. Voi cosa pensate? Ritenete giusto aprire teatri o bar in questo momento?

    Di Fabiana Falco, 5º Classico

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  • Premio Nobel per la Pace 2021: candidati medici e infermieri italiani

    Il premio Nobel è un’onorificenza di valore mondiale conferita annualmente alle persone che, si sono distinte nei diversi campi, apportando dei benefici all’ umanità per le loro ricerche, per le loro scoperte e per le loro invenzioni.

    E’ la prima volta che “l’intero corpo sanitario italiano”, tra cui medici e infermieri, è ufficialmente candidato al  più prestigioso Premio Nobel per la Pace 2021 per il coraggio che hanno dimostrato in situazioni spesso drammatiche, molti dei quali hanno sacrificato la propria vita per preservare quella degli altri e per contenere la diffusione della pandemia. La candidatura è stata ufficialmente accettata anche da Oslo, la città in cui si assegna il Nobel per la Pace, perché “il personale sanitario è stato il primo nel mondo occidentale a dover affrontare una gravissima emergenza sanitaria, nella quale ha ricorso ai possibili rimedi di medicina di guerra per fronteggiare l’ emergenza Covid”.   La candidatura è stata proposta dalla Fondazione Gorbacheve sottoscritta, come prevede il protocollo, dall’Americana e Nobel per la Pace Lisa Clark, che ha prestato attività di assistenza volontaria durante l’epidemia. Da questi vieni elaborata una short list di 50 candidati e il vincitore sarà annunciato a ottobre 2021, quando si esprimerà il Comitato per il Nobel.

    Ritengo che la candidatura per il premio Nobel per la pace all’ intero corpo sanitario”  sia un modo per esprimere la gratitudine di “tutti”  per gli sforzi e i sacrifici che, hanno sopportato soprattutto nel primo periodo della pandemia. Dopo un anno passato a combattere in corsia una guerra contro un nemico invisibile e sconosciuto, nelle terapie intensive, tra le bombole d’ ossigeno, vestiti come marziani con tute di contenimento, mascherine, visiere e copri scarpe Eppure senza risorse  adeguate, senza informazioni sul virus, con una grande energia e dedizione migliaia di medici, infermieri ed operatori sanitari, hanno cercato di fare il possibile, armati del loro coraggio, del loro spirito di salvare il più possibile vite umane mettendo a repentaglio la propria. Voi cosa ne pensate?

    Di Roberta Santarsiero, 5º Classico

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  • Aperto il processo contro il poliziotto che ha ucciso George Floyd

    Il 25 maggio scorso è morto l’afroamericano George Floyd, ucciso a sangue freddo da un poliziotto del Minneapolis. Una delle sue ultime frasi fu “I can’t breathe” (non riesco a respirare) e continue suppliche nei confronti del poliziotto che premeva il ginocchio sul suo collo. Le immagini di quel momento hanno fatto il giro del mondo e hanno infiammato il movimento Black Lives Matter (un movimento attivista internazionale, originato all’interno della comunità afroamericana, impegnato nella lotta contro il razzismo verso le persone nere), che dopo il caso Floyd ha manifestato manifestato per settimane in tutti gli Stati Uniti. Poche settimane fa è iniziato il processo contro Derek Chauvin, l’uomo responsabile della morte di Floyd. Davanti al tribunale, i membri della famiglia della vittima, insieme ai legali e alle decine di persone presenti, si sono inginocchiati per 8 minuti e 46 secondi, il lasso di tempo in cui l’ex agente di polizia ha tenuto il suo ginocchio premuto sul collo della vittima uccidendolo.

    L’agente rischia di rispondere di omicidio preterintenzionale di secondo grado, omicidio colposo e omicidio di terzo grado, imputazione che comporta la necessità di dimostrare indifferenza per la vita umana e che potrebbe facilitare la condanna. Chauvin, che si dichiara non colpevole, rischia fino a 40 anni di carcere se dovesse essere giudicato colpevole per l’accusa più grave, quella di omicidio di secondo grado.
    Mentre il processo prende il via, a George Floyd Square – così come è stato chiamato l’incrocio dove è morto Floyd – continua il pellegrinaggio iniziato dieci mesi fa, proprio in quel 25 maggio del 2020 in cui l’afroamericano è stato ucciso.
    Sulle barricate che circondano l’area si legge “state entrando nello stato libero di George Floyd”: ci sono fiori, murales, graffiti ‘I can’t breathe’ e candele. Non c’è la polizia: la sicurezza è gestita localmente. Voi cosa ne pensate? Giudicate come colpevole Derek Chauvin?

    di Fabiana Falco, 5º Classico

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  • Women’s march

    Spesso a causa di frequenti cliché, la donna è segnata sin da bambina da luoghi comuni sulle capacità intellettive. Qualche anno fa una libreria telesina lanciò una petizione a seguito delle reazioni stupite dei clienti a cui venivano consigliati libri scientifici da regalare alle bambine: “No, dammi qualcosa di più adatto!” – era la consueta risposta, al punto che la libraia decise di offrire un caffè a chiunque fosse interessato all’acquisto per una bambina di un libro proveniente dallo scaffale di scienze.

    Nel ’44 fu varata a Roma l’Unione Donne in Italia (Udi). Con l’impulso dell’Udi, l’8 marzo ’45 mentre a Londra veniva approvata e inviata all’Onu una Carta della Donna contenente i principi della parità di diritti e di lavoro, in Italia fu celebrata la giornata della donna e l’8 marzo comparve in tutta Italia la mimosa su idea di Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei perché fiorisce in questo periodo dell’anno. Con gli anni la mimosa è uscita dai confini italiani per diventare un simbolo internazionale della “festa della donna”.

    Ma le battaglie delle donne non sono affatto terminate, basti pensare ad un vicino passato:
    21 gennaio 2017, circa 500 mila manifestanti, in prevalenza donne, si radunarono a Washington, altri milioni nel resto degli Stati Uniti e nel mondo: 750 mila presenti a Los Angeles, 250 mila a Chicago e 150 mila a Boston. A Londra 100 mila furono i dimostranti, alcune centinaia anche a Roma e a Milano.

    La manifestazione fu organizzata il giorno seguente la cerimonia inaugurale d’insediamento del presidente Trump, al fine di trasmettere un messaggio coraggioso alla nuova amministrazione: promuovere i diritti delle donne e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla disparità di genere. Sorge spontaneo chiedersi il perché di un così forte segnale anti-Trump.
    È risaputa la presa di posizione del “tycoon” riguardo alle donne, più volte sminuite e stereotipate, e nonostante quest’ultimo sostenga di “adorare il gentil sesso”, alcune sue dichiarazioni affermerebbero il contrario. Basti pensare all’intervista nel 2015 durante il GOP debate, in cui la giornalista Megyn Kelly l’aveva provocato a proposito dei suoi comportamenti sessisti, ricordandogli gli spiacevoli pseudonimi dati alle donne ritenute poco attraenti, ma il Presidente dopo una fragorosa risata affermò di non aver a disposizione abbastanza tempo per una “completa correttezza politica”.

    La storia, come è noto, è popolata di figure femminili che hanno contribuito a rivoluzionare la vita e la società: da Marie Curie prima donna a cui fu concesso di insegnare nella prestigiosa Università della Sorbona, a Rita Levi Montalcini, insignita nel 1986 del premio Nobel per la Medicina, a Margherita Hack, una delle menti più brillanti nel settore scientifico italiano, sino ad arrivare all’astronauta Samantha Cristoforetti che potrebbe essere a detta di Jim Brindestine, amministratore delegato dell’Ente Nazionale per le attività spaziali e aereonautiche, il prossimo astronauta a mettere piede sulla Luna.

    È quanto riportato anche nel libro “Orgoglio e pregiudizi” da Tiziana Ferrario, giornalista italiana che fin dai primi anni ottanta, è stata una delle principali anchorwomen del TG1 e ne ha condotto per lungo tempo le principali edizioni. Inviata di politica estera ha documentato crisi politiche e internazionali, dall’Afghanistan, al Medio Oriente e nominata Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana dal Presidente Ciampi per il suo impegno civile come giornalista inviata in aree di guerra.

    “Orgoglio e pregiudizi” secondo la scrittrice è un “libro-testimonianza” che comincia la mattina della Women’s March e si snoda tra storie appassionanti, difficili, sconosciute. Un racconto che ferma l’attenzione sui fatti e sulla necessità di una reale parità di carriera, di salari, di diritti. Storie di campionesse dello sport, di scienziate geniali, di attrici di Hollywood, di donne comuni che lottano ogni giorno contro le discriminazioni.
    Nel nostro Paese – afferma la Ferrario – “tanta strada è stata fatta ma tanta ne resta ancora da percorrere per una società più equa, […] per riaprire un dialogo e affrontare il cammino che rimane, uomini e donne insieme”.
    Attraverso un appello alle donne di tutto il mondo la nota giornalista invita a non fermarsi, a non temere gli ostacoli e a non cercare di essere perfette perché, come da lei dichiarato in un’intervista, “alle ragazze bisogna insegnare il coraggio non la perfezione”.

    di Chiara Mastroianni, 5° Classico

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  • Gli Alfieri del 2021

                                “UN GESTO EROICO”

    L’ undici marzo 2021, il  Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito ventotto attestati d’onore di “Alfiere della Repubblica”  ai giovani che nel 2020 si sono distinti per l’impegno e per il coraggio che hanno dimostrato.  Tra i giovani deve essere ricordata una giovane ragazza di  nome Giulia Moscariello di anni diciotto anni salernitana,  residente a Cava de’ Tirreni. Giulia ha compiuto un gesto altruistico e coraggioso nei confronti della sua migliore amica Chiara. La sera del 31 luglio 2020 Giulia  e  Chiara, al termine di una serata tra amici, stavano aspettando i genitori e chiacchieravano sedute su un muretto. All’improvviso  sopraggiunse un’ auto che fuori controllo si  schiantò sul muretto su cui erano sedute. Giulia, accortasi della folle corsa della vettura, spinse Chiara salvandola così dall’impatto.

    Invece, per Giulia le conseguenze dell’incidente sono state molto gravi, perché ha subito l’amputazione della gamba. Adesso Giulia sta bene.Questa azione, così coraggiosa, degna di una profonda ammirazione deve invitare tutti a riflettere. Come ci saremmo comportati se ci fossimo trovati nella stessa situazione di Giulia? Avremmo avuto lo stesso coraggio?  Voi cosa ne pensate?

    Roberta Santarsiero, 5º Classico

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