La canzone di Achille, storia di un’amicizia tra eroi

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L'ANGOLO DEI LIBRI

Ciao, sono Silvia, e il libro che ti presento si intitola La canzone di Achille, romanzo d’esordio della scrittrice Madeline Miller, premiato con l’Orange Prize nel 2012.

La storia viene narrata da Patroclo, un ragazzino con nessuna capacità, il quale per una serie di eventi fortuiti è costretto ad abbandonare la sua città e la sua posizione di principe per ritrovarsi, esule, a Ftia, il luogo in cui conoscerà Achille. 

Achille affascina fin da subito Patroclo e tra i due nascerà una profonda amicizia che con il tempo si trasformerà in un grande amore, un amore tra due uomini che nulla ha di scandaloso, bensì qualcosa di incredibilmente sorprendente.
Nonostante il finale sia a dir poco triste, carico di eventi spiacevoli e causa di innumerevoli lacrime, Patroclo e Achille vivranno comunque uno splendido lieto fine.

Ho amato ogni pagina di questo meraviglioso libro. Lo stile della scrittrice permette al lettore di catapultarsi in un tempo molto lontano ma, allo stesso tempo, assai prossimo. Il libro ci insegna a lottare per amore, sentimento, questo, che è l’unico per cui valga la pena vivere.

Mi sono persa tra gli intrighi e i nascondigli, ho partecipato all’addestramento, ho combattuto in battaglia, ho vissuto le emozioni del primo amore, mi sono irritata per l’arroganza di Agamennone e mi sono perduta in una storia lontana e affascinante.

Il libro rientra nel mio genere di romanzo preferito: molti me lo hanno consigliato, ma altrettanti non hanno speso una buona parola al riguardo; dopo averlo letto non posso che consigliarlo a chi ama le storie d’amore ed ha voglia di perdersi in una avventura lontana nel tempo, ricca di colpi di scena. 

Ti fa vedere il mondo con occhi diversi da quelli abituati ai soliti racconti sulla Grecia e sulla guerra di Troia, nei quali non si va mai a pensare alle emozioni dei protagonisti, a ciò che loro hanno provato, alle loro ultime parole prima di morire.

Sicuramente uno dei libri migliori che abbia letto, forse il mio preferito.

Silvia Cava, 1° liceo classico

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