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Tag Archives: Don Bosco

Quiz di Don Bosco

Per iniziativa di don Giancarlo, animatore dell’oratorio,  si svolgerà sabato prossimo, subito dopo la Messa di san Giovanni Bosco, al secondo piano nella sala studio, un quiz sulla vita di don Bosco per ricordare il santo molto importante  per noi e per la nostra scuola. Sono stati stampati 500 libretti distribuiti  in tutto l’istituto (liceo,medie ed elementari) per apprendere tutti i dettagli sulla vita del santo e chi riuscirà a vincere il quiz di Don Bosco avrà un premio a sorpresa.

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Santa Cecilia in allegria!

Nella giornata di sabato 26 Novembre si è tenuta presso l’Istituto Salesiano di Caserta la festa in onore di Santa Cecilia, patrona della musica. Quasi tutti i ragazzi dell’istituto si sono messi in gioco esibendosi in vari sketch, singolarmente o con tutta la classe. Innanzitutto parto col dire che la festa è stata molto bella e divertente, come dicevo prima ci sono state varie esibizioni, per l’esattezza 12; il 4° classico, classe della quale faccio parte, ha interpretato “I promessi sposi in dieci minuti” ispirandosi agli Oblivion, una compagnia teatrale; il 3°classico invece ha mostrato un video, creato da loro, sulla libertà e alcuni di loro, Domenico Negro, Antonia Di Giovanni, Angela Scialla e Francesca Coppola, hanno letto alcune frasi riguardanti il tema scelto; il 3° scientifico invece ha messo in opera l’esibizione riguardante la nascita del Bambin Gesù in modo “moderno”; la classe 5° classico invece ha voluto interpretare un ballo. Inoltre ci sono state parecchie esibizioni singole o in coppia ma non di classe, come quella di Alessandro Gallo, il quale ci ha proposto due canzoni suonate con il violino e quella di Vincenzo De Lise, il quale con la collaborazione di Cristian Lunato, ex-allievo salesiano, e di altri amici hanno portato sul palco del Teatro Don Bosco la tradizione dei Bottari di Macerata Campania. Infine i rappresentanti di istituto, nonchè presentatori della festa, Emanuele De Lucia, Andrea Tambaro e Lucio Di Blasio, hanno proposto un momento nel quale divertirci tutti insieme, anche con i professori, facendo la #Mannequinchallenge. In conclusione posso dire che quest’ anno la festa di Santa Cecilia per me è stata la migliore in assoluto.

Sketch dei rappresentanti d'istituto con la partecipazione di Raffaele Matrullo

Sketch dei rappresentanti d’istituto con la partecipazione di Raffaele Matrullo

"I promessi sposi in dieci minuti"

4° classico con “I promessi sposi in dieci minuti”.

3° scientifico con "La nascita del Bambin Gesù"

3° scientifico con “La nascita del Bambin Gesù”

Vincenzo De Llise con Cristian Lunato e i Bottari di Macerata Campania

Vincenzo De Lise con Cristian Lunato e i Bottari di Macerata Campania

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Un furto inspiegabile

Nerviano, 5 ottobre 2016 

Un furto avvolto nel mistero  sconvolge il piccolo paesino lombardo. Si sono volatilizzate nel nulla le reliquie di Santa Teresa del Bambin Gesù e di San Giovanni Bosco, poste nella Chiesa di San Francesco D’Assisi. Nessun segno di effrazione sulle porte del luogo sacro, solo tracce evidenti di forzatura della grande teca. Commenta così il parroco della chiesa, Don William <<dispiace moltissimo per quello che è successo, le due reliquie erano molto importanti per i fedeli, inoltre non avevano neanche un gran valore economico, questo sta tutto nella loro antichità infatti risalgono alla metà e alla fine dell’ Ottocento. Della presenza delle reliquie erano a conoscenza in pochi e si cerca ancora oggi di capire la dinamica del furto, anche se non ci sono telecamere in grado di ricostruire l’accaduto. Come detto anche da Don William, questo furto non ha niente di religioso, poiché l’intento era quello di rivendere le reliquie su internet, poiché si può  ricavare  abbastanza  denaro infatti questi oggetti vengono usati soprattutto come soprammobili o addirittura come portafoto. Un gesto sconsiderato che ha portato ancora una volta l’uomo a profanare un luogo sacro, solo per la smania del denaro, solo per la voglia di arricchirsi. Ma come si può vivere se si è ricchi fuori ma poveri dentro?

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Ufficio Stampa

La tradizione Salesiana si ravviva

Si è tenuta in data ventinove ottobre alle ore nove presso il Duomo di Caserta la messa d’inizio anno scolastico in memoria di Don Michele Rua, fondatore dell’Istituto Salesiano di Caserta. Motivata e vivace è stata la partecipazione di numerosi alunni delle elementari, medie e superiori accompagnati dai docenti. La messa è stata celebrata dal vescovo di Caserta, il Mons. Giovanni D’Alise. La celebrazione è stata incentrata sulla Misericordia, essendo il tema dell’anno giubilare. Un perfetto binomio uditivo quello creato dai ragazzi delle medie, i quali si sono esibiti in più canzoni con molteplici strumenti e dai ragazzi del liceo, che hanno espresso la loro partecipazione emotiva in canti guidati dal prof. Massimo Barone. Emozionante e sentito anche l’offertorio diretto con particolare cura dalla prof.ssa Annarita Natale, che ha dato come sempre il meglio di sè. Momento toccante quello della benedizione da parte del vescovo a tutti i ragazzi e ai docenti presenti questi ultimi incitati e spronati a lavorare per e con i giovani. Il vescovo è stato poi ringraziato pubblicamente per la sua ospitalità, dall’ottimo oratore, nonché rappresentante d’istituto Andrea Tambaro, subito seguito dai ringraziamenti del direttore don Franco Gallone. Il tutto si è concluso con uno dei più tradizionali canti salesiani “Padre, Maestro ed Amico”, con il quale tutta la chiesa si è raccolta in un momento di intenso spirito Salesiano, proprio come avrebbe voluto don Bosco. Tanta è stata la potenza dell’amore che univa i partecipanti della celebrazione a battere le mani che anche il vescovo, preso dalla frenesia, si è concesso ad applausi e sorrisi.

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#SantiSalesiani: si parla di Eusebia Palomino Yenes

Eusebia Palomino Yenes vede i natali nel crepuscolo del secolo XIX – il 15 dicembre del 1899 – a Cantalpino, piccolo paese della provincia di Salamanca (Spagna) in una famiglia ricca di fede quanto scarsa di mezzi. Papà Agustin, che tutti ricordano nel suo aspetto dimesso, uomo di grande bontà e dolcezza, lavora come bracciante stagionale a servizio dei proprietari terrieri dei dintorni e mamma Juana Yenes accudisce la casa con i quattro figli.Quando nell’inverno la campagna riposa e il lavoro viene a mancare, il pane scarseggia. Allora Papà Palomino si trova costretto a chiedere aiuto alla carità di altri poveri nei paesetti della zona. Talvolta a lui si accompagna la piccola Eusebia, di sette anni appena, ignara del costo di certe umiliazioni: ella gode di quelle camminate per i sentieri campestri, e lietamente saltella accanto a papà che le fa ammirare le bellezze del creato e dalla luminosità del paesaggio di Castiglia trae spunti catechistici che la incantano. Poi, raggiunto un cascinale, sorride alle buone persone che la accolgono e chiede «un pane per l’amor di Dio».Il primo incontro con Gesù nell’Eucaristia all’età di otto anni procura alla fanciulla una sorprendente percezione del significato dell’appartenere, dell’offrirsi in totalità di dono al Signore.

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#SantiSalesiani: scopriamo qualcosa su Don Giovanni Bosco

Don Giovanni Bosco era un grande apostolo dei giovani, fu loro padre e guida verso la salvezza con il metodo della religiosità vera, dell’amore teso sempre a prevenire anziché a reprimere. Il suo modello per eccellenza era quello di san Francesco di Sales, prede da lui il suo metodo educativo e apostolico. Fondò i Salesiani, la Pia Unione dei cooperatori salesiani e, insieme a santa Maria Mazzarello, le Figlie di Maria Ausiliatrice. Tra i più bei frutti della sua pedagogia, san Domenico Savio, quindicenne, che aveva capito la sua lezione: “Noi, qui, alla scuola di Don Bosco, facciamo consistere la santità nello stare molto allegri e nell’adempimento perfetto dei nostri doveri”. Giovanni Bosco fu proclamato Santo alla chiusura dell’anno della Redenzione, il giorno di Pasqua del 1934. Il 31 gennaio 1988 Giovanni Paolo II lo dichiarò Padre e Maestro della gioventù, “stabilendo che con tale titolo egli sia onorato e invocato, specialmente da quanti si riconoscono suoi figli spirituali”

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Il messaggio del Rettor Maggiore Ángel Fernández Artime

MESSAGGIO AI GIOVANI del Movimento Giovanile Salesiano 2015

A motivo della Festa di Don Bosco
«SCRIVO A VOI, GIOVANI, PERCHÉ SIETE FORTI E LA PAROLA DI DIO DIMORA IN VOI» (1 Gv, 2,14)

Miei carissimi giovani!

È la prima volta che ho l’opportunità di scrivere come Rettor Maggiore a tutto il MGS del mondo, in occasione della grande Festa di Don Bosco, ancora più speciale quest’anno poiché stiamo celebrando il Bicentenario della sua nascita.
Con molto piacere continuo la tradizione che in questi ultimi anni aveva iniziato il nostro Rettor Maggiore Emerito, D. Pascual Chávez Villanueva, che è una bella tradizione e una splendida opportunità di essere in comunicazione con voi in tutti i luoghi del nostro mondo salesiano. E ho scelto come titolo di questo messaggio le belle ed energiche parole che leggiamo nella prima lettera di San Giovanni:
«Scrivo a voi, giovani, perché siete forti e la Parola di Dio dimora in voi» (1Gv 2,14).

Il motivo di questa scelta è che mi sembra una bellissima concretizzazione della chiamata che oggi il Signore Gesù fa a ciascuno di voi e che senza dubbio Don Bosco, con la sua genialità educativa, saprebbe tradurre in sfida e traguardo della vita quotidiana per i suoi giovani.
Miei cari giovani, non posso nascondervi questa mia profonda convinzione: il Signore, Gesù di Nazareth, Figlio del Padre, è la via autentica per la vera felicità di ciascuno di noi, di ciascuno e ciascuna di voi.
E, come ha detto il Papa Francesco a voi giovani:

«Gesù ci invita a seguirlo, a percorrere con Lui il cammino dell’amore,
l’unico che conduce alla vita eterna.
Non è un cammino facile, ma il Signore ci assicura la sua grazia,
e non ci lascia mai soli…
Se apriamo la porta a Gesù, se lasciamo che Egli sia presente nella nostra vita,
se condividiamo con Lui le gioie e le sofferenze,
sperimentiamo una pace e una gioia che solo Dio, amore infinito, può dare».

1. Scrivo a voi, perché siete forti

Miei cari giovani, questa è una affermazione della Parola di Dio, che è molto distante dall’essere una adulazione o una parola vuota. È in pienezza un’affermazione che esprime come il nostro Dio, nel suo Amore, ha la certezza che voi siete una garanzia per il Regno e per una Umanità più giusta e fraterna.

La sicurezza che sarà così è nell’adesione di ciascuno di noi, di ciascuno di voi, al Signore Gesù, a Gesù Cristo. In verità, miei amici e amiche, Egli non sarà mai un estraneo se gli date uno spazio nel vostro cuore. Egli è, e sarà per voi l’espressione più piena dell’Amore e il “volto umano di Dio” che desidera la vostra felicità, di tutti e di ciascuno di voi, e che vi interpella per aiutarvi a crescere.

Il nostro amato Don Bosco concretizzava questa chiamata del Signore in ciascuno dei suoi ragazzi, come farebbe oggi tra voi, aiutandovi a fare un pregevole cammino di fede, che vi porterà a sperimentare molto realmente l’amore di Dio nelle vostre vite. Don Bosco credeva ciecamente, pienamente in voi giovani. Faceva sue proprie le inquietudini, speranze e gioie dei suoi giovani (e di voi), vivendo con i suoi giovani, in mezzo a loro e con loro, e in quello che era un dono speciale in lui, di essere uomo della relazione personale, del buon tratto, dell’amicizia e del dialogo, dava ai suoi giovani tutta la fiducia per essere veramente “forti” nel cammino della vita, forti nella fede, credendo realmente nelle proprie capacità e possibilità, credendo che voi potete essere, e dovete essere, perché così chiede il Signore, i veri protagonisti delle vostre vite.

2. Permetteteci di camminar con voi, tra voi, al vostro lato

Don Bosco scoprì con grande forza la paternità infinita di Dio e andò permettendo, nella sua libertà, che lo Spirito formasse in lui un cuore di padre dei suoi ragazzi, un cuore pieno di fiducia e gratitudine, che lo portava a darlo tutto e a dare tutto se stesso per i suoi giovani, con lo stesso cuore di Gesù Buon Pastore, attratto in modo speciale dai più piccoli e dai poveri.

Allo stesso modo di Don Bosco, oggi, tutti quanti formiamo parte del grande albero che è la Famiglia Salesiana, vorremmo camminare con voi, tra di voi, al vostro lato, rinnovando la nostra amicizia, tracciando insieme un cammino che ci porta tutti, congiuntamente, ad “essere forti” (come ci chiede la Parola di Dio), a camminare insieme verso gli ideali del vero progetto di uomo o donna, che Gesù ci ha mostrato.

Questo camminare insieme vuol significare che ci educhiamo reciprocamente, apportando ciascuno il dono che noi siamo; significa che ci obblighiamo a metterci in cammino per continuare a crescere, avendo attenzione, simpatia e interesse per l’altro, per l’altra, condividendo quegli aneliti, desideri e speranze che riempiono di senso le vostre giovani vite, e le nostre, come risposta all’invito sempre attuale e rinnovato che ci fa il Signore, di essere dei suoi, di essere suoi discepoli.

E in questo essere giovani di oggi, credenti, discepoli e missionari di Gesù, come ci chiede il Papa Francesco, io vi invito, cari giovani, a bere alla fonte della spiritualità salesiana, che in modo concreto ci porterà a Gesù, a stretto contatto con il cuore di Don Bosco. Questa spiritualità, sulla scia di Don Bosco, attira i giovani più in là della sua persona, verso Dio. È questo un desiderio del cuore pastorale di quanti desideriamo camminare con voi, al vostro fianco: puntare sulla fede, con la convinzione che in essa Gesù di Nazareth offre, offre a tutti noi, un cammino che conduce alla pienezza.

Questa spiritualità giovanile salesiana, che vi proponiamo di scoprire e vivere insieme, è una spiritualità del quotidiano, un quotidiano che si ispira a Gesù Cristo, persona nella quale voi, giovani, riconoscete la presenza di Dio e potete vivere la sua realizzazione personale.

È anche una spiritualità della gioia e dell’ottimismo, che non rifiuta lo sforzo e la responsabilità, ma che guarda la vita con speranza.

È la spiritualità dell’amicizia con Gesù, il Signore, e che nella comunione ecclesiale offre l’opportunità di crescere e maturare nella fede.

È, infine, una spiritualità del servizio e della donazione agli altri nel quotidiano e nella semplicità.

È questo il modo di vivere salesiano, che si fonda su una convinzione gioiosa e insieme fondamentale: nella vita ordinaria, nel giorno dopo giorno, nella quotidianità possiamo incontrare il Signore.

Termino queste parole, miei cari e care giovani, esprimendovi lo stesso che farò, tra poco, a Valdocco, davanti all’Ausiliatrice. Vi affiderò a Lei, metterò, dal profondo del cuore, la mia intenzione e il mio pensiero per ciascuno e ciascuna di voi, pur senza conoscervi tutti. Senza dubbio la Madre vi accompagnerà con la sua tenerezza e vi aiuterà in questo cammino fino all’Incontro con il Signore e all’incontro con gli altri giovani e anche con quelli che hanno bisogno di voi.

Con tanto affetto.

Ángel Fernández Artime
Rettor Maggiore

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Strenna del Rettor Maggiore: cosa avrebbe fatto Don Bosco?

La sera del 29 gennaio, in occasione dell’anniversario della santificazione di Don Bosco ci è venuto a trovare Don Antonio. I membri della casa salesiana l’hanno accolto amorevolmente insieme agli animatori, ai ragazzi del gruppo solidarietà e ai professori. La serata è iniziata con una preghiera e con la visione del film “In to the wild”. Poi, come quando una persona da tempo lontana da casa al ritorno dal suo viaggio racconta tutte le sue avventure, così il salesiano ha tenuto un lungo discorso su diversi argomenti. In primo luogo ha parlato di come Gesù, presentandosi come una novità, ha infranto la monotonia della vita degli apostoli; ha anche detto che in realtà chi non ha conosciuto Gesù è fortunato in quanto può confidare in lui senza trovare un suo riscontro reale che comunque non appagherebbe una sete di verità che è impossibile placare. Dunque, il segreto è proprio nell’amare incondizionatamente Dio che colmerà quella nostra esigenza di infinito che troppo spesso porta gli uomini ad illudersi di essere eterni rincorrendo un presente, ornato di piaceri e di eccessi, destinato a svanire. 

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Don Bosco: grazie di averci donato la tua vita!

San Giovanni Bosco, il santo dei giovani, è nato a Castelnuovo d’Asti, oggi Castelnuovo Don Bosco, nel Monferrato, il 16 agosto 1815 da una famiglia di poveri contadini. Giovanni frequenta con profitto le scuole primarie e il liceo; a vent’anni entra in seminario a Chieri, studia con passione e volontà ottenendo buoni risultati. Nel 1841 viene ordinato sacerdote, svolge la sua prima missione a Torino. Per tutta la vita si dedica ai giovani più poveri, contadini e operai costretti a lavorare in condizioni disumane. Apre un oratorio a Valdocco. L’oratorio viene dedicato a san Francesco di Sales, che viene eletto a protettore dei Salesiani. Con i primi ragazzi, tolti dalla strada e dalla miseria, con l’aiuto di alcuni collaboratori, Don Bosco dà inizio ad una scuola per muratori e successivamente mette in piedi scuole professionali di elettricisti, fabbri, sarti, calzolai, grafici e falegnami. Da questo piccolo nucleo di volontari ha inizio la congregazione Salesiana.  Nel 1846 giunge a Valdocco anche la madre di don Bosco, mamma Margherita, che si è presa cura con passione materna di tanti giovani poveri e abbandonati. Caratteristica dell’opera di don Bosco è l’onestà, la serietà, la benevolenza e l’allegria. Queste semplici regole e l’atteggiamento dei collaboratori caratterizzano il suo sistema educativo. La Regola salesiana viene approvata ufficialmente dalla Chiesa nel 1873. In quegli anni si verificano anche le prime partenze dei missionari salesiani verso l’America dove tanti italiani emigravano. Per questi emigrati don Bosco nel 1877 pensò di istituire il “Bollettino salesiano” (ancora oggi esistente) per tenerli informati di ogni cosa che succedeva in Italia.
Attualmente i Salesiani sono presenti in 132 paesi dei cinque continenti, con 1823 case, 15.536 membri  di cui 121 vescovi. Tutto questo è grazie al nostro padre, maestro ed amico, Don Bosco, senza il quale magari neanche questo giornale sarebbe esistito…Grazie Don Bosco, e buona festa a tutti!
Pasqualina Martinisi
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Avvento giovani all’Oratorio Salesiano di Caserta

Giovedì 17 dicembre, come tutti gli anni, in prossimità delle feste natalizie, si è svolto un incontro nella Chiesa dell’Oratorio Salesiano di Caserta dedicato ai giovani animatori appartenenti alla scuola e all’oratorio stesso. Il momento di riflessione è stato incentrato sul tema dell’umiltà associato sia all’anno della misericordia che ci prepariamo ad affrontare, sia alla terza domenica d’Avvento. Don Donato, direttore dell’Oratorio e incaricato dell’animazione alla scuola media, dopo averci illustrato un passo del Vangelo di Luca (1,39-45), basato sull’incontro tra Maria e Elisabetta, ci ha presentato 3 spunti di riflessione circa l’analogia tra l’essere umili e la capacità di progredire per un cristiano, fondata sulla predisposizione da parte dei fedeli all’atto di “abbassarsi”. Non dobbiamo avere paura di ammettere la verità:” siamo tutti peccatori” ma dobbiamo anche essere consapevoli che Dio ci salva sempre. Egli ha scelto Maria per portare al mondo Gesù, nostro Signore, non tanto per le sue virtù bensì per la sua piccolezza, per la sua voglia di farsi serva con estrema semplicità e spontaneità. Inoltre, la parola umile, ci conduce anche alla via dell’umiliazione, la stessa affrontata da Gesù in maniera esemplare e da maestro. Dobbiamo metterci a servizio, avere la capacità di “svuotarci” di noi stessi per gli altri. La tentazione della mondanità sarà sempre presente e si presenterà come la via più facile, ma è esattamente in quel momento che il vero cristiano dimostrerà la sua fede e la sua volontà a riconciliarsi con Dio. Superato il momento di Lectio ci è stato proposto un gesto da fare: scegliere una frase tra una serie di varie citazioni offertici su foglio, trovare quella che più ci avvinceva, scriverla su un post-it e, simbolicamente, riporre quest’ultimo in una di tre ceste: la prima rivolta a Dio, la seconda all’altro e la terza a se stessi. Dopo la benedizione non poteva mancare, com’è tradizione salesiana, un piccolo rinfresco in onore di un’agape fraterna vissuta in pieno spirito Salesiano.

Emanuele De Lucia

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Salesiani Caserta: perché non scegliere il meglio?

Un’indagine statistica di Eduscopio.it, il portale della Fondazione Agnelli che valuta la qualità delle scuole secondarie di II grado sulla base della loro capacità di formare agli studi universitari, aiutando le famiglie nella scelta dopo la terza media, ha sancito che il miglior liceo di Caserta è quello dell’Istituto Salesiano.

La ricerca “Eduscopio 2015” ha seguito 709.000 diplomati (4.420 scuole in Italia) di tre anni scolastici 2009/10, 2010/11 e 2011/12 nei loro percorsi universitari al primo anno da immatricolati (anni accademici 2010/11, 2011/12, 2012/13). A partire dal numero di esami superati e dalla media dei voti ottenuta ha tratto indicazioni sulla qualità delle scuole secondarie di provenienza e questi dati sono stati nuovamente sintetizzati nell’Indice FGA, che pesa al 50% la velocità nel percorso di studi (percentuale di crediti formativi universitari ottenuti) e la qualità negli apprendimenti universitari (media dei voti agli esami).

L’analisi si basa sugli esiti al primo anno di università per tre ragioni:

  1. All’università bisogna partire col piede giusto. Chi abbandona il corso di studi ha quasi sempre un libretto esami vuoto al primo anno.
  2. Una buona scuola favorisce innanzitutto un migliore impatto con l’università. Dopo il primo anno, il successo negli studi risente via via meno dell’influenza delle scuole di provenienza.
  3. I corsi di laurea hanno diverse articolazioni e durate. Per questo è preferibile confrontare gli esiti negli insegnamenti di base al primo anno.

Dalla ricerca emerge che le scuole con ottimi risultati vedono confermati i propri standard e, allo stesso modo, quelle con risultati pessimi restano confinate nelle parti basse delle classifiche. La qualità nel preparare gli allievi per gli studi successivi è qualcosa che si costruisce nel tempo e non si acquisisce o si perde in modo significativo nell’arco di un solo anno. Più abbiamo imparato in passato e più è facile per noi continuare ad apprendere. Perciò, chi ha avuto una buona istruzione scolastica e un buon orientamento è più probabile che ottenga buoni risultati universitari!

Da queste indagini statistiche, dunque, è risultato (fonte www.eduscopio.it) che l’Istituto Salesiano Sacro Cuore di Maria è il primo a Caserta per quanto riguarda il liceo classico e il terzo per quanto riguarda il liceo scientifico, il che lo colloca complessivamente al primo posto tra i licei.

Un risultato di tutto prestigio (sia per il classico che per lo scientifico) quello ottenuto dalla scuola paritaria di via Roma, che premia la serietà del lavoro fatto insieme da docenti, allievi e famiglie disponibili alla formazione liceale nello stile educativo di don Bosco.

La domanda allora è una sola: perché non scegliere il meglio?

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Ecco a voi il campo animatori che resterà nella storia

Non so se conoscete la sensazione che si prova quando si giunge al termine di un progetto durato molto tempo e costato molta fatica, e si è soddisfatti del proprio lavoro perché si può affermare di aver raggiunto il traguardo tanto sperato. Spero di sì.

Bene, allora, pensate che è stata un po’ questa la sensazione provata nel campo animatori di due giorni (dal 5 al 7 novembre 2015) presso la struttura di Sant’eramo in Colle che ha ospitato all’incirca 90 animatori, coordinati dall’infallibile Don Massimo e dal mitico Prof. Massimo Barone e coadiuvati dall’equipe composta da: Silvana Di Giacomo, Riccardo De Lucia, Elisa Di Bona, Michele Filippella, Giusi Razzano, Francesca Cristofani e Beatrice Tarabuso.

Quasi un anno fa titolavamo così: “Campo animatori 2014: nascono i ‘Fondatori con Don Bosco’”, vi ricordate? Ebbene, proprio quel regolamento è diventato punto chiave di questo campo animatori: ciascuno di noi, infatti, è stato chiamato alla firma del documento, ognuno di noi è ora UFFICIALMENTE destinatario di uno stile di vita fondato sugli insegnamenti di Don Bosco e sul pensiero collettivo del gruppo animatori.

La consegna del mandato è avvenuta l’ultimo giorno, durante la Messa che ha concluso le attività, ma nei giorni precedenti non siamo stati di certo con “le mani in mano”. Diverse, infatti, sono state le tematiche affrontate nei numerosi momenti di condivisione: dalla fedeltà dell’amore alla camorra e significative si sono dimostrate le canzoni prodotte da ciascun gruppo come presentazione del pensiero emerso durante le condivisioni.

Il tutto concentrato e amalgamato dal tema per eccellenza di quest’anno: la misericordia, affrontato grazie alla Parola di Dio sotto diverse sfaccettature. Non a caso il titolo del campo era proprio “Anime Salve – il volto della misericordia” dal titolo dell’album di Fabrizio De André, le cui canzoni ci hanno accompagnato per tutta la durata del campo.

Non posso che dirmi quindi soddisfatto del campo in questione che, come detto, si pone proprio a conclusione di un progetto durato più di 5 anni e finalizzato proprio alla stesura del Regolamento degli Animatori che è oggi ufficialmente riconosciuto e che presto sarà affisso.

Posso anche, a questo punto, dirmi soddisfatto del mio personale cammino di animatore (dato che quello trascorso è stato per me l’ultimo campo-animatori da liceale) conscio di aver lasciato qualcosa alla futura generazione di animatori, ma consapevole allo stesso tempo che quella firma impressa su carta non resterà “nero su bianco”, ma mi accompagnerà per tutta la vita: l’animazione e l’essere animatori non è un’attività, ma uno stile di vita.

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