L'Intervallo Salesiano » 18 Novembre 2016

Daily Archives: 18 Novembre 2016

La prima unione civile tra omosessuali in Italia

San Giorgio a Cremano (Napoli), la senatrice Pd Monica Cirinnà celebra la sua prima unione civile.
A scambiarsi il “sì” sono proprio il primo cittadino del comune napoletano, Giorgio Zinno (37 anni), e il suo compagno, l’architetto Michele Ferrante (35 anni).
I due, dopo 6 anni di fidanzamento e 3 di convivenza, hanno deciso di convolare a nozze usufruendo della legge “Cirinnà” approvata l’11 maggio c.a.
“È una festa di diritti, è la mia prima unione civile e non a caso ho scelto di farla per Giorgio Zinno, una persona che con coraggio ha sempre vissuto la sua diversità come un valore” ha detto la senatrice.
La cerimonia si è svolta il 24 settembre nell’arena del parco settecentesco di Villa Vannucchi che per la prima volta apre per un matrimonio, il sindaco dichiara “Con Michele abbiamo deciso di rendere pubblico il nostro matrimonio. È un giorno intimo, ma per me è anche un impegno politico. Ho chiesto il supporto al mio compagno e lui mi ha appoggiato. Questo matrimonio deve essere pubblico perché l’unione tra due persone dello stesso sesso deve diventare patrimonio comune, deve diventare: normale”.
Alla celebrazione infatti, hanno partecipato circa 800 i presenti, tra cui molti esponenti del Pd e la nonna del sindaco, Margherita, 100 anni appena compiuti. “Sono emozionata e felice”, ha detto.
Lo scambio degli anelli è avvenuto sulle note musicali della famosa canzone Over the Rainbow, simbolo della lotta a favore dei diritti per le coppie appartenenti alla comunità LGBT, ovvero dello stesso sesso. La canzone è stata intonata per l”occasione dalla violinista e cantante transessuale.
“Eravamo già una coppia – ha commentato Michele Ferrante, compagno di Zinno – ma ci mancava una firma su di un foglio per essere considerati al pari di due coniugi e godere dei diritti che ci spettano”
I festeggiamenti sono continuati nel pomeriggio infatti il ricevimento si è tenuto alle ore 18 presso il Museo Ferroviario di Pietrarsa.
I neo coniugi hanno già messo in chiaro la loro decisione di non volere figli “Non è nei nostri piani. Abbiamo una vita complicata e splendidi nipoti. Noi da domani saremo già famiglia”
“Provo felicità per poter finalmente chiamare legalmente Michele mio marito, perché mancava solo la parte legale, il resto già c’era da anni“.
Questa unione civile è uno dei primi passi della nostra Italia verso l’accettazione della comunità omosessuale la quale, pian piano, sta acquisendo tutti i diritti che le spettano.

Scritto da: Manuela Barberi Spirito, II classico

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La pugile eroina

Venerdì sette ottobre, come tutte le sere, la ventottenne campionessa spagnola di boxe, Daiane Ferreida, stava portando Arif, il suo cane, a fare una passeggiata quando ha incrociato tre profughi pakistani ubriachi e molesti che, non essendo a conoscenza delle potenzialità della donna, hanno tentato di assalirla alle spalle. Mentre Arif ha iniziato ad abbaiare, lei ha sferrato un pugno al mento al primo, un gancio al secondo e un montante al terzo. Questo è ciò che si deduce da un post pubblicato dalla donna, che poi è stato cancellato. Quando la polizia è arrivata ha trovato i tre uomini ko tanto che, lì per lì, pensava che l’aggressore fosse Daiane.
L’equivoco è stato chiarito successivamente grazie alla testimonianza di un passante che ha spiegato alle forze dell’ordine ciò che era successo. Daiane è tornata a casa mentre i tre, clandestini ospiti della ex caserma Monti, sono stati portati in Questura.
Si pensa che la pugile abbia mentito poichè non si hanno certezze e fonti attenddibili per avere la conferma dell’accaduto. Quale sarà quindi la verità?  Dovremmo credere alla pugile eroina che stende gli aggressori o che lo abbia fatto solo per un pò’ di fama ? 
In ogni caso la pugile rischia una denuncia penale, poiché i tesserati agonistici FPI devono rispondere ad un’eventuale aggressione in modo proporzionato.

Scritto da Umberto D’Angiolella

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Un furto inspiegabile

Nerviano, 5 ottobre 2016 

Un furto avvolto nel mistero  sconvolge il piccolo paesino lombardo. Si sono volatilizzate nel nulla le reliquie di Santa Teresa del Bambin Gesù e di San Giovanni Bosco, poste nella Chiesa di San Francesco D’Assisi. Nessun segno di effrazione sulle porte del luogo sacro, solo tracce evidenti di forzatura della grande teca. Commenta così il parroco della chiesa, Don William <<dispiace moltissimo per quello che è successo, le due reliquie erano molto importanti per i fedeli, inoltre non avevano neanche un gran valore economico, questo sta tutto nella loro antichità infatti risalgono alla metà e alla fine dell’ Ottocento. Della presenza delle reliquie erano a conoscenza in pochi e si cerca ancora oggi di capire la dinamica del furto, anche se non ci sono telecamere in grado di ricostruire l’accaduto. Come detto anche da Don William, questo furto non ha niente di religioso, poiché l’intento era quello di rivendere le reliquie su internet, poiché si può  ricavare  abbastanza  denaro infatti questi oggetti vengono usati soprattutto come soprammobili o addirittura come portafoto. Un gesto sconsiderato che ha portato ancora una volta l’uomo a profanare un luogo sacro, solo per la smania del denaro, solo per la voglia di arricchirsi. Ma come si può vivere se si è ricchi fuori ma poveri dentro?

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Il mio buongiorno preferito

Tra i diversi video visti in classe per il buongiorno, uno in particolare ha catturato la mia attenzione. Si tratta di un video di pochi minuti, ma in quel breve arco di tempo riesce a far riflettere su molte cose. Siamo arrivati alla conclusione che la tecnologia sia solamente una cosa positiva, una cosa di cui andare fieri, dovremmo considerarla invece come qualcosa che ci limita ad un cellulare o ad un computer. Innalza un muro tra di noi e il mondo esterno, ci allontana da tutto ciò che potrebbe renderci felici, da tutte le cose meravigliose che abbiamo senza neanche saperlo.  Crediamo di poter conoscere una persona attraverso uno schermo, senza guardarla negli occhi, senza poterci rendere conto della meraviglia che abbiamo davanti. Pensiamo che la cosa migliore sia nascondersi dietro uno schermo, preferiamo trascorrere ore su un telefono, piuttosto che stare con i nostri amici. La verità è che per quanto la tecnologia possa avvicinarci alle persone che ci sono lontane, ci isola dagli altri che abbiamo intorno. A volte pensiamo che uno schermo possa offrirci riparo o protezione , senza sapere che un abbraccio potrebbe darci molto di più. Dovremmo arrivare alla fine della nostra vita e avere la possibilità di definirla tale, dovremmo arrivare all’ultimo giorno della nostra esistenza senza nessun rimpianto, essendo consapevoli di averla vissuta al meglio. Siamo schiavi di qualcosa che noi stessi abbiamo creato e dovremmo essere consapevoli dell’enorme errore che stiamo commettendo, prima che sia troppo tardi. 

Leida Farinaro

 

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