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SPECIALE COGESTIONE: Il seminario sul giornalismo

La cogestione è stata un’occasione per la Redazione dell’Intervallo Salesiano di presentare il proprio lavoro e di trasmettere qualcosa ai ragazzi di primo e secondo superiore, con qualche minoranza del triennio. Il prof. Vincenzo Piscitelli, coordinatore della Redazione, in collaborazione con il Direttore del giornalino Carmine Molisso, hanno presentato nella prima parte del seminario il giornalismo in generale e nella seconda il giornalismo d’inchiesta. L’intero lavoro è stato intitolato “Liberi di pensare, liberi di scrivere” ed ha affrontato in modo leggero ma esauriente le tecniche per la stesura di un articolo, con un’attenzione particolare sul lavoro del giornalista come difensore della libertà all’interno del sistema democratico. Non a caso è stata scelta come “figura simbolo” del seminario il giornalista martire della verità di Torre Annunziata,  Giancarlo Siani, che ha scritto dei fatti di camorra e proprio a causa dei suoi articoli è stato brutalmente assassinato dalla malavita locale. La storia di Giancarlo Siani è stata raccontata tramite la visione di alcuni spezzoni del film ispirato alla sua storia, “Fortapàsc”, che hanno fatto da supporto alla parte teorica. Il seminario è stato un vero successo, ed ha rappresentato un’occasione non solo per fare pubblicità al giornalino dei salesiani di Caserta, ma anche un modo per trasmettere ai ragazzi quel diritto e dovere di libertà del quale c’è sempre un grande bisogno in tutte le società del pianeta. 

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Cogestione Mode On: iniziano le attività!

Come in tutte le scuole, anche per gli studenti salesiani, ieri 7 gennaio sono riprese le attività scolastiche. Una piccola differenza, però, ci distingue dalle altre scuole: com’è ormai tradizione dall’anno scorso, al ritorno dalle vacanze natalizie la scuola accoglie i propri studenti con l’esperienza della COGESTIONE. Di cosa si tratta? E’ una gestione unificata tra docenti e allievi. Nel concreto, dalle assemblee di classe emergono delle attività che noi studenti vorremmo fare (corsi, laboratori, seminari, approfondimenti, ecc.), poi il Preside, Don Cristiano Ciferri, in collaborazione con i Rappresentanti d’Istituto (Anna Piccirillo, Andrea Tambaro e Vittorio De Caprio) seleziona le attività migliori tra le proposte permettendo ai ragazzi di decidere le 10 attività che preferiscono. A seconda della scelta di ciascuno e della domanda globale delle attività vengono in seguito stilati i calendari e gli elenchi delle classi per le attività. Le attività sono diverse e varie: si spazia dal Cineforum, al Cake Design, al Seminario sul Giornalismo, fino a finire al Caffé Letterario e passando anche per le attività sportive, ma non solo queste…

Il successo dell’attività della Cogestione, come hanno affermato i Rappresentanti d’Istituto, dipende tutto da noi ragazzi con l’interesse e la voglia di apprendere, in una due giorni piena zeppa di laboratori tenuta da docenti, ragazzi stessi o esperti esterni. Ci auguriamo che queste due caratteristiche siano proprie di tutti i giovani e, magari, non solo di questi due giorni, per quanto ci riguarda, ma che ciascuno di noi possa avere sempre la voglia di apprendere e conoscere, abbattendo il muro dell’ignoranza che spesso ci rende animali e non uomini. 

La nostra Redazione seguirà da vicino gli eventi della COGESTIONE, e cercheremo di raccontarvi, seppur in modo sintetico, le attività delle quali saremo partecipi. 

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In Oratorio il torneo in memoria di Don Alessandro Farina

Caserta. Giovedì 31 Dicembre. Per celebrare al meglio la chiusura del 2015, i giovani dell’Oratorio Salesiano di Caserta, com’è ormai tradizione da 3 anni, si sono riuniti per disputare un torneo di calcetto nella memoria di Don Alessandro Farina, salesiano nato e cresciuto a Caserta e poi trasferito nella provincia di Napoli, scomparso a 48 anni, due anni fa. I ragazzi hanno sfruttato ambedue i campetti, sia quello all’interno del PalaDonBosco, sia quello all’esterno in erbetta. Quello di giovedì è stato è un torneo all’insegna dello spirito salesiano, vissuto in compagnia e in allegria ed affrontato con sana competizione. Nel pre-partita vi è stato un piccolo momento di preghiera con qualche secondo di silenzio, in onore del nostro caro salesiano e nell’augurio di un buon 2016. Infine la squadra vincitrice si è dedicata ad una partita simbolica giocatasi contro i ragazzi della casa famiglia nella dimostrazione che facciamo parte tutti di un unico grande nucleo: dell’amore di Dio. I ringraziamenti vanno al nostro caro direttore Don Donato Bosco, per aver messo a disposizione la sua presenza ed entrambi i campetti e a Vincenzo Zampano, organizzatore impeccabile e preciso. Ancora una volta in Oratorio abbiamo vissuto un’esperienza meravigliosa, seppur così semplice, ma il meglio per concludere ed iniziare nel migliore dei modi un nuovo anno. Buon 2016 a tutti!

Emanuele De Lucia

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Buon Natale anche da parte nostra

 

Buon Natale a chi ci crede,

Buon Natale a chi ci spera;

Buon Natale a chi è più buono,

Buon Natale a chi lo spera;

Buon Natale a chi è più amore,

Buon Natale a chi è più solo;

Buon Natale alla tua vita

che risplenda dentro il volo.

Con questo pensiero di augurio globale, rivolto a tutte le persone, a tutto il mondo, e soprattutto a te, la Redazione de L’Intervallo Salesiano augura a tutti i lettori un Felice, Allegro e Buon Natale!

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Ritiri di Natale Liceo: BASTA PREGIUDIZI!

Nel consueto sabato mensile di rientro del Liceo, in questo 19 dicembre, si sono svolti i ritiri di Natale suddivisi per il biennio, il terzo e quarto anno e per il quinto anno. Il tema generale del ritiro era la LOTTA AI PREGIUDIZI; in particolare, ci siamo concentrati sulla visione che ognuno di noi ha dell’altro: ciò che l’altro mi sembra e ciò che l’altro è. Per quanto riguarda il quinto anno, dopo un momento iniziale di riflessione comunitaria per la presentazione del ritiro ad opera della Prof.ssa Battista, ogni classe si è recata nella propria aula per il dibattito di gruppo volto all’identificazione dell’altro che giudichiamo attraverso i pregiudizi, ma non solo: per ognuna di queste l’obiettivo era anche l’identificazione di ciò che esso è realmente, nel tentativo di cancellare dai nostri occhi i pregiudizi che troppo spesso non ci permettono di vedere la verità. Al termine del momento di riflessione e dei successivi 20 minuti di ricreazione c’è stato il momento, nuovamente comunitario, di condivisione con le altre classi. 

Il quinto classico, rappresentato da Manuela Stolfo ha individuato i pregiudizi sugli immigrati, circa le loro malsane condizioni igieniche e gli atti di delinquenza dei quali molti si macchiano, sui diversi, con riferimento a chi è tatuato o a chi segue la moda dread, su chi vive nelle periferie della città e anche negli omosessuali. Allo stesso tempo, però, Manuela ha chiarito che: “cancellando i pregiudizi, il diverso è colui che non conosciamo. A causa dei nostri pregiudizi può sembrare negativo o positivo e tutto ciò nasce dall’ignoranza alla quale appartiene anche l’importanza che molto spesso diamo alla statistica e ai numeri”.

Il quinto scientifico A, rappresentato da Beatrice Tarabuso, ha individuato come soggetti dei nostri pregiudizi gli omosessuali, visti come persone deviate, le tecnologie e i social network, troppo spesso giudicate solo come strumenti che isolano l’uomo, gli anziani, giudicati come persone inutili ed infine i genitori, che molto spesso non comprendono i figli. In egual modo, però, dobbiamo considerare gli omosessuali come persone uguali a noi, anche loro con i propri pregi e difetti, mentre i social network e le tecnologie sono anche e soprattutto utili a coprire distanze troppo grandi per noi; gli anziani ci possono aiutare con la loro saggezza e spesso si sostituiscono anche ai genitori che non devono essere visti esclusivamente in modo negativo, ma dobbiamo essere consapevoli del loro compito di proteggerci continuamente dai nostri errori grazie alla loro esperienza.

Il quinto scientifico B, rappresentato da Carmine Molisso, ha portato come esempi di figure “pre-giudicate” quella dei religiosi, spesso etichettati come pedofili, i rom che consideriamo capaci solo di rubare e di sfruttare i bambini; gli omosessuali, che crediamo debbano stare tra di loro, senza darci fastidio, senza costruire una famiglia o adottare un bambino; più in generale, però, i pregiudizi li usiamo sugli altri, su coloro che non conosciamo e dai quali crediamo di poter ricevere solo male e non bene. L’altro ci sembra cattivo perchè gli associamo molti pregiudizi, ma in realtà l’altro è una persona uguale a noi, è un nostro fratello, e quindi è una persona da amare e soprattutto non dobbiamo cadere nell’errore di fare di tutta l’erba un fascio.

Questo ritiro è stato un modo per riflettere sui nostri numerosi errori nel giudizio dell’altro, e ci ha fatto comprendere l’importanza della conoscenza dell’altro, perchè solo in questo modo possiamo permetterci di valutare una persona diversa da noi. Probabilmente se tutti facessero quest’esercizio non ci sarebbero né guerre né violenze, ma solo amore e pace… 

 

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Il nostro sabato mattina: accogliamo l’altro indistintamente

Il rientro mensile di dicembre ci ha riservato un’illuminante riflessione-confronto sul vero valore del Natale. Essa è stata sviluppata in tre fasi: la prima ha visto i ragazzi delle varie classi del triennio riunirsi in luoghi differenti (terzo-quarto anno in Teatro e quinto anno in sala audiovisivi) per ricevere input sulla riflessione attraverso filmati e letture; la seconda fase ha visto la rielaborazione per singole classi, che hanno lavorato sui contenuti; la terza ha riservato il confronto e la condivisione finale negli stessi luoghi di inizio ritiro. I temi sui quali ci siamo soffermati sono quelli dell’ accoglienza del diverso, inteso anche come Cristo, nella quale risiede il significato più profondo del Natale. Più nello specifico ci siamo cimentati sulla tematica dell’immigrazione, sempre molto attuale perché ci mette di fronte alla difficoltà di accogliere individui con una cultura e una condizione sociale diversi dalla nostra solo a causa del pregiudizio. dalla riflessione-confronto è emerso che quest’ultimo è il vero ostacolo al confronto e all’integrazione, in quanto impedisce ad entrambe le parti di confrontarsi. Certo, i pregiudizi sono talvolta necessari, in quanto consentono alle persone di esprimere la loro diversità tramite canoni generalmente riconosciuti, ma questi devono essere finalizzati solo all’esigenza di comunicazione, e pertanto devono essere soggetti a mutamento. La problematica dell’accoglienza è stata poi estesa al tessuto relazionale che si instaura nei contesti sociali di cui ognuno ha ampiamente fatto esperienza, ad esempio nelle stesse classi scolastiche, dove in realtà non riusciamo ad accogliere veramente l’individualità altrui. L’immigrazione, dunque, è stata identificata solo come caso generalizzato e maggiormente pubblicizzato dai media mentre la problematica del pregiudizio-giudizio tra gli individui è ben più estesa. Essa è un fenomeno che ci riguarda molto più direttamente di quanto ci si aspetti. A ben pensare, infatti, tutti siamo immigrati e nello stesso tempo distruttori di ponti ogni qual volta ci chiudiamo al confronto, anche dietro maschere, che di sicuro non ci rappresentano. Bisogna avere il coraggio di eliminare queste maschere ed abbattere le barriere che ci separano, favorendo il confronto.

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Domenica 20 dicembre: 21esima Marcia della Pace a Caserta

“Vinci l’indifferenza e conquista la pace”. E’ questa frase di Papa Francesco che dà il tema alla 21esima Marcia della Pace, che si svolgerà oggi 20 dicembre a Caserta. La Marcia della Pace è organizzata dal Comitato “Caserta Città di Pace” della Diocesi di Caserta, che in quest’occasione celebra anche il suo ventesimo anno di vita (1995-2015), in collaborazione con l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “S. Pietro” e il Centro Pastorale Giovanile. L’appuntamento per la partenza della Marcia della Pace è alle ore 17.45 al Sagrato della Parrocchia del Buon Pastore (Piazza Pitesti), dal quale si partirà intorno alle 18.00 con la fiaccolata, seguendo il percorso: da Viale Cappiello, attraverso Viale Beneduce e Via San Carlo fino ad arrivare a Piazza Duomo verso le 19.00. Quest’anno la Marcia della Pace è particolarmente significativa per tutti gli atti di terrorismo ai quali stiamo assistendo, non a caso essa è organizzata PER DIRE NO ALLA III GUERRA MONDIALE A PEZZI E AL TERRORISMO. Alle 19.15 presso Piazza Duomo ci sarà il saluto del vescovo, S. E. Mons. Giovanni D’Alise e la testimonianza di pace di AbdAllah Massimo Cozzolino e di profughi e rifugiati politici. La manifestazione sarà animata dai gruppi SCOUT e dalla banda ANSPI della Diocesi, con la partecipazione delle Comunità Islamiche e alla presenza del Mons. Raffaele Nogaro.

Molto spesso consideriamo tutte le notizie che sentiamo al telegiornale qualcosa di distante da noi, qualcosa di lontano, qualcosa che non ci riguarda, molto spesso pensiamo tutto ciò, magari fino a quando tutte queste brutte cose non ci toccano personalmente, e allora ci mobilitiamo per combattere, seppur nel nostro piccolo, la guerra e il terrorismo; ma perchè non attivarci prima, perchè non far sentire da subito la nostra voce?!

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Avvento giovani all’Oratorio Salesiano di Caserta

Giovedì 17 dicembre, come tutti gli anni, in prossimità delle feste natalizie, si è svolto un incontro nella Chiesa dell’Oratorio Salesiano di Caserta dedicato ai giovani animatori appartenenti alla scuola e all’oratorio stesso. Il momento di riflessione è stato incentrato sul tema dell’umiltà associato sia all’anno della misericordia che ci prepariamo ad affrontare, sia alla terza domenica d’Avvento. Don Donato, direttore dell’Oratorio e incaricato dell’animazione alla scuola media, dopo averci illustrato un passo del Vangelo di Luca (1,39-45), basato sull’incontro tra Maria e Elisabetta, ci ha presentato 3 spunti di riflessione circa l’analogia tra l’essere umili e la capacità di progredire per un cristiano, fondata sulla predisposizione da parte dei fedeli all’atto di “abbassarsi”. Non dobbiamo avere paura di ammettere la verità:” siamo tutti peccatori” ma dobbiamo anche essere consapevoli che Dio ci salva sempre. Egli ha scelto Maria per portare al mondo Gesù, nostro Signore, non tanto per le sue virtù bensì per la sua piccolezza, per la sua voglia di farsi serva con estrema semplicità e spontaneità. Inoltre, la parola umile, ci conduce anche alla via dell’umiliazione, la stessa affrontata da Gesù in maniera esemplare e da maestro. Dobbiamo metterci a servizio, avere la capacità di “svuotarci” di noi stessi per gli altri. La tentazione della mondanità sarà sempre presente e si presenterà come la via più facile, ma è esattamente in quel momento che il vero cristiano dimostrerà la sua fede e la sua volontà a riconciliarsi con Dio. Superato il momento di Lectio ci è stato proposto un gesto da fare: scegliere una frase tra una serie di varie citazioni offertici su foglio, trovare quella che più ci avvinceva, scriverla su un post-it e, simbolicamente, riporre quest’ultimo in una di tre ceste: la prima rivolta a Dio, la seconda all’altro e la terza a se stessi. Dopo la benedizione non poteva mancare, com’è tradizione salesiana, un piccolo rinfresco in onore di un’agape fraterna vissuta in pieno spirito Salesiano.

Emanuele De Lucia

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1° Memorial “Fai un canestro per la vita”

Gabriella Dorio, fondista, è una di quelle sportive che in Italia conoscono soltanto i veri intenditori di storie olimpiche; forse perché figlia di uno sport minore, o forse perché vincere una medaglia d’oro alle Olimpiadi di Los Angeles del 1984 (per intenderci quelle del boicottaggio russo, di Carl Lewis e dei nove minuti di “All Night Long” alla cerimonia di chiusura) non è abbastanza da farti diventare celebre nella tua nazione.

Punti di vista.

La nostra Gabriella, in un’intervista, ha sottolineato un concetto molto importante e spesso dimenticato dalla maggior parte di noi: “Si può dare tutto fisicamente e conservare il sorriso sulle labbra”

Ed è questo che i partecipanti al Memorial di Sabato e Domenica hanno fatto per ricordare Annalisa Belardo, alunna della nostra scuola scomparsa prematuramente all’età di quattordici anni, il ventisei marzo dello scorso anno.

Una due giorni di pallacanestro dove si sono affrontate quattro squadre in due semifinali il sabato ed in una finale la domenica, quest’ultima anticipata da una Messa nella quale il ricordo di Annalisa è stato molto forte grazie ad una testimonianza toccante letta da una sua compagna di classe. A spuntarla, alla fine, sono stati i ragazzi della PKH Caserta, battendo in finale l’ASD Falchetti. Precedentemente queste due squadre hanno vinto in semifinale rispettivamente contro EAGLES Maddaloni ed il Liceo Salesiani. Positiva anche la risposta del pubblico, davvero numeroso per tutte e tre le partite.

E’ doveroso ringraziare i ragazzi dell’ASD Falchetti, organizzatori di questo torneo, senza i quali questo memorial non avrebbe avuto luce.

Ma, tralasciando i risultati sul campo, è stata una vera e propria festa, un appuntamento per ricordare un “leone” (come ci piace chiamare Annalisa) col sorriso, lo stesso che la contraddistingueva ogni giorno.

Sulla maglietta celebrativa dell’evento una frase che le piaceva ricordare: “Le cose cambiano solo se lotti per cambiarle”

Vero, incredibilmente vero.

Grazie di tutto Annalisa. Ti vogliamo bene!

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Salesiani Caserta: perché non scegliere il meglio?

Un’indagine statistica di Eduscopio.it, il portale della Fondazione Agnelli che valuta la qualità delle scuole secondarie di II grado sulla base della loro capacità di formare agli studi universitari, aiutando le famiglie nella scelta dopo la terza media, ha sancito che il miglior liceo di Caserta è quello dell’Istituto Salesiano.

La ricerca “Eduscopio 2015” ha seguito 709.000 diplomati (4.420 scuole in Italia) di tre anni scolastici 2009/10, 2010/11 e 2011/12 nei loro percorsi universitari al primo anno da immatricolati (anni accademici 2010/11, 2011/12, 2012/13). A partire dal numero di esami superati e dalla media dei voti ottenuta ha tratto indicazioni sulla qualità delle scuole secondarie di provenienza e questi dati sono stati nuovamente sintetizzati nell’Indice FGA, che pesa al 50% la velocità nel percorso di studi (percentuale di crediti formativi universitari ottenuti) e la qualità negli apprendimenti universitari (media dei voti agli esami).

L’analisi si basa sugli esiti al primo anno di università per tre ragioni:

  1. All’università bisogna partire col piede giusto. Chi abbandona il corso di studi ha quasi sempre un libretto esami vuoto al primo anno.
  2. Una buona scuola favorisce innanzitutto un migliore impatto con l’università. Dopo il primo anno, il successo negli studi risente via via meno dell’influenza delle scuole di provenienza.
  3. I corsi di laurea hanno diverse articolazioni e durate. Per questo è preferibile confrontare gli esiti negli insegnamenti di base al primo anno.

Dalla ricerca emerge che le scuole con ottimi risultati vedono confermati i propri standard e, allo stesso modo, quelle con risultati pessimi restano confinate nelle parti basse delle classifiche. La qualità nel preparare gli allievi per gli studi successivi è qualcosa che si costruisce nel tempo e non si acquisisce o si perde in modo significativo nell’arco di un solo anno. Più abbiamo imparato in passato e più è facile per noi continuare ad apprendere. Perciò, chi ha avuto una buona istruzione scolastica e un buon orientamento è più probabile che ottenga buoni risultati universitari!

Da queste indagini statistiche, dunque, è risultato (fonte www.eduscopio.it) che l’Istituto Salesiano Sacro Cuore di Maria è il primo a Caserta per quanto riguarda il liceo classico e il terzo per quanto riguarda il liceo scientifico, il che lo colloca complessivamente al primo posto tra i licei.

Un risultato di tutto prestigio (sia per il classico che per lo scientifico) quello ottenuto dalla scuola paritaria di via Roma, che premia la serietà del lavoro fatto insieme da docenti, allievi e famiglie disponibili alla formazione liceale nello stile educativo di don Bosco.

La domanda allora è una sola: perché non scegliere il meglio?

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«Cambiate il cuore del vostro cuore»

Carissimi ragazzi

  «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama» (Lc 2, 14). Il Natale si avvicina velocemente. Ci apprestiamo a vivere un tempo di grazia del Signore dettato dal calendario del Giubileo della Misericordia, indetto da Papa Francesco. Tempo di grazia che si scontra con i drammatici eventi legati al terrorismo e alla cattiva politica internazionale. È tempo che necessita di una profonda riflessione, di preghiera, di costruzione lenta ma decisa di una cultura dell’accoglienza e della pace. Probabilmente l’indizione dello stesso Giubileo è un segno dei tempi, un evento voluto da Dio stesso perché l’uomo si converta nuovamente. Come scriveva il filosofo personalista Emmanuel Mounier: […] l’uomo ha perso il senso dell’Essere e si muove solo fra cose, e cose utilizzabili, private del loro mistero. Si rende necessario prendere sul serio l’invito del filosofo francese: […] cambiate il cuore del vostro cuore […] bisogna restituire allo spirito l’iniziativa e il controllo dei suoi scopi.

   Il tempo natalizio è un tempo privilegiato per una trasformazione del cuore. Il «criterio oratoriano», per sua natura, pone il cuore al centro della sua azione educativa. Scriveva don Bosco: L’educazione è cosa di cuore. Il più delle volte, cari ragazzi, leghiamo il cuore alle cose, alle mode, all’«avere», dimenticando che il cuore del cuore è l’«essere». Siamo spesso restii a seguire il consiglio di san Paolo: Non conformatevi alla mentalità del tempo, ma siate in tutto di Cristo, poiché a sua immagine e somiglianza siamo stati creati (Col 1, 13-20).

   Il tempo è il fluire delle cose, degli eventi, ma ha bisogno di essere significato, significato nel profondo. Il «criterio oratoriano» si pone l’obiettivo di significare il tempo in Cristo, nell’amore di Dio. Ecco perché Natale è un tempo così essenziale per noi cristiani e, specialmente, per noi salesiani.

   Il Natale dovrebbe essere la festa dell’«essenziale», del «cuore», non del consumismo, poiché il Signore Gesù nasce povero fra i poveri, nudo fra i nudi, esiliato fra gli esiliati. La nascita del Signore ci chiama all’austerità delle cose, per rivolgerci all’ampiezza infinita del cuore di Dio. È l’essenzialità propria di Maria di Nazareth, ragazza del suo tempo, concreta come le donne del suo tempo, ma con il cuore tutto orientato all’eternità di Dio, alla sua missione di madre «povera» di un «povero» Messia. Ella è tutta di Dio e per Dio, corpo e anima: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto» (Lc 1, 38). Più tardi, nella folla, una donna griderà a Gesù: «Beato il grembo che ti ha partorito e le mammelle che ti hanno allattato» (Lc 11, 27). Un omaggio alla concretezza materna di Maria, ma ancor di più all’iniziativa gratuita e sconvolgente di un Dio che si fa carne, uomo fra gli uomini, luce nelle tenebre del mondo. È l’essenzialità di Giuseppe, uomo concreto, esperto nel dare qualità al proprio tempo e al proprio lavoro, che rinuncia ad ogni suo progetto per accogliere l’inaspettato progetto di Dio che lo rende padre putativo del suo unico Figlio: «Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Ella partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati» (Mt 1, 20-21). Maria e Giuseppe fanno del loro tempo il tempo di Dio; del loro cuore un cuore per Dio. Chiediamo per questo a Dio di prepararci a ricevere il Signore con la stessa ansia salutare che ha caratterizzato la vita e la riflessione della filosofa Simone Weil: «Io non desidero per me che di essere nel numero di coloro ai quali è prescritto di pensare che sono servi inutili, avendo fatto solamente ciò che era loro comandato. Ho paura fino all’angoscia di essere, al contrario, nel numero dei servi non docili».

  Il Natale, cari ragazzi, non ci chiede di essere avulsi dal nostro tempo, ma di riempirlo della grazia e della misericordia di Dio; non esige di rinunciare e snaturare il nostro cuore, ma di orientarlo a Dio, perché convinti che l’amore di Dio lo faccia pulsare ancor più attivamente e gioiosamente. Vi auguro un santo Natale e vi ringrazio di cuore di tutto il tempo vissuto assieme come tempo di Dio.

Con affetto

Don Massimo De Luca

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