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Tag Archives: Natale

Uniti per la solidarietà: la partita di Natale

Sabato 10 Dicembre il personale del tribunale di Santa Maria C.V. e i medici di Caserta si sfideranno a scopo puramente benefico. Sarà una partita di basket natalizia a fare da cornice a questo evento, finalizzato alla raccolta fondi per la fondazione ‘4 Stelle’ dedicata alle vittime del tragico incidente di Buccino . L’iniziativa è promossa dal Lion Club e la partita si disputerà presso il Palavignola  di Caserta. OCCHIO SIAMO TUTTI INVITATI!!

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Quarto incontro C.E.P salesiano.

Lo scorso 12 Dicembre alle ore 19:00 nella Sala Don Rua della Casa Salesiana di Caserta c’è stato il quarto incontro di formazione della Comunità Educativa Pastorale. Durante l’incontro ha avuto luogo anche il classico ritiro di Natale della comunità Salesiana. Il relatore dell’evento è stato l’Ispettore Salesiano dell’Italia meridionale Don Pasquale Cristiani, il quale partendo da alcuni passi del Vangelo di Luca, ha proposto delle riflessioni sull’essenza della festività di Natale come attesa di Cristo. Dopo aver fornito spunti interessanti su questa tematica, Don Pasquale ha lasciato la parola alla platea per un confronto. Sono emersi così ulteriori interessanti elementi di riflessione, tra i quali l’idea che la festa del Natale viene considerata oggi, nella maggior parte dei casi, una semplice occasione per potersi scambiare regali e consumare altri beni materiali. Intorno alle ore 21 l’assemblea si è sciolta con gli auguri dell’ispettore e del direttore Don Franco a tutti i presenti e all’intera opera salesiana.

Don Pasquale Cristiani mentre tiene l'incontro

Don Pasquale Cristiani mentre tiene l’incontro

 

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Buon Natale anche da parte nostra

 

Buon Natale a chi ci crede,

Buon Natale a chi ci spera;

Buon Natale a chi è più buono,

Buon Natale a chi lo spera;

Buon Natale a chi è più amore,

Buon Natale a chi è più solo;

Buon Natale alla tua vita

che risplenda dentro il volo.

Con questo pensiero di augurio globale, rivolto a tutte le persone, a tutto il mondo, e soprattutto a te, la Redazione de L’Intervallo Salesiano augura a tutti i lettori un Felice, Allegro e Buon Natale!

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Ritiri di Natale Liceo: BASTA PREGIUDIZI!

Nel consueto sabato mensile di rientro del Liceo, in questo 19 dicembre, si sono svolti i ritiri di Natale suddivisi per il biennio, il terzo e quarto anno e per il quinto anno. Il tema generale del ritiro era la LOTTA AI PREGIUDIZI; in particolare, ci siamo concentrati sulla visione che ognuno di noi ha dell’altro: ciò che l’altro mi sembra e ciò che l’altro è. Per quanto riguarda il quinto anno, dopo un momento iniziale di riflessione comunitaria per la presentazione del ritiro ad opera della Prof.ssa Battista, ogni classe si è recata nella propria aula per il dibattito di gruppo volto all’identificazione dell’altro che giudichiamo attraverso i pregiudizi, ma non solo: per ognuna di queste l’obiettivo era anche l’identificazione di ciò che esso è realmente, nel tentativo di cancellare dai nostri occhi i pregiudizi che troppo spesso non ci permettono di vedere la verità. Al termine del momento di riflessione e dei successivi 20 minuti di ricreazione c’è stato il momento, nuovamente comunitario, di condivisione con le altre classi. 

Il quinto classico, rappresentato da Manuela Stolfo ha individuato i pregiudizi sugli immigrati, circa le loro malsane condizioni igieniche e gli atti di delinquenza dei quali molti si macchiano, sui diversi, con riferimento a chi è tatuato o a chi segue la moda dread, su chi vive nelle periferie della città e anche negli omosessuali. Allo stesso tempo, però, Manuela ha chiarito che: “cancellando i pregiudizi, il diverso è colui che non conosciamo. A causa dei nostri pregiudizi può sembrare negativo o positivo e tutto ciò nasce dall’ignoranza alla quale appartiene anche l’importanza che molto spesso diamo alla statistica e ai numeri”.

Il quinto scientifico A, rappresentato da Beatrice Tarabuso, ha individuato come soggetti dei nostri pregiudizi gli omosessuali, visti come persone deviate, le tecnologie e i social network, troppo spesso giudicate solo come strumenti che isolano l’uomo, gli anziani, giudicati come persone inutili ed infine i genitori, che molto spesso non comprendono i figli. In egual modo, però, dobbiamo considerare gli omosessuali come persone uguali a noi, anche loro con i propri pregi e difetti, mentre i social network e le tecnologie sono anche e soprattutto utili a coprire distanze troppo grandi per noi; gli anziani ci possono aiutare con la loro saggezza e spesso si sostituiscono anche ai genitori che non devono essere visti esclusivamente in modo negativo, ma dobbiamo essere consapevoli del loro compito di proteggerci continuamente dai nostri errori grazie alla loro esperienza.

Il quinto scientifico B, rappresentato da Carmine Molisso, ha portato come esempi di figure “pre-giudicate” quella dei religiosi, spesso etichettati come pedofili, i rom che consideriamo capaci solo di rubare e di sfruttare i bambini; gli omosessuali, che crediamo debbano stare tra di loro, senza darci fastidio, senza costruire una famiglia o adottare un bambino; più in generale, però, i pregiudizi li usiamo sugli altri, su coloro che non conosciamo e dai quali crediamo di poter ricevere solo male e non bene. L’altro ci sembra cattivo perchè gli associamo molti pregiudizi, ma in realtà l’altro è una persona uguale a noi, è un nostro fratello, e quindi è una persona da amare e soprattutto non dobbiamo cadere nell’errore di fare di tutta l’erba un fascio.

Questo ritiro è stato un modo per riflettere sui nostri numerosi errori nel giudizio dell’altro, e ci ha fatto comprendere l’importanza della conoscenza dell’altro, perchè solo in questo modo possiamo permetterci di valutare una persona diversa da noi. Probabilmente se tutti facessero quest’esercizio non ci sarebbero né guerre né violenze, ma solo amore e pace… 

 

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Il nostro sabato mattina: accogliamo l’altro indistintamente

Il rientro mensile di dicembre ci ha riservato un’illuminante riflessione-confronto sul vero valore del Natale. Essa è stata sviluppata in tre fasi: la prima ha visto i ragazzi delle varie classi del triennio riunirsi in luoghi differenti (terzo-quarto anno in Teatro e quinto anno in sala audiovisivi) per ricevere input sulla riflessione attraverso filmati e letture; la seconda fase ha visto la rielaborazione per singole classi, che hanno lavorato sui contenuti; la terza ha riservato il confronto e la condivisione finale negli stessi luoghi di inizio ritiro. I temi sui quali ci siamo soffermati sono quelli dell’ accoglienza del diverso, inteso anche come Cristo, nella quale risiede il significato più profondo del Natale. Più nello specifico ci siamo cimentati sulla tematica dell’immigrazione, sempre molto attuale perché ci mette di fronte alla difficoltà di accogliere individui con una cultura e una condizione sociale diversi dalla nostra solo a causa del pregiudizio. dalla riflessione-confronto è emerso che quest’ultimo è il vero ostacolo al confronto e all’integrazione, in quanto impedisce ad entrambe le parti di confrontarsi. Certo, i pregiudizi sono talvolta necessari, in quanto consentono alle persone di esprimere la loro diversità tramite canoni generalmente riconosciuti, ma questi devono essere finalizzati solo all’esigenza di comunicazione, e pertanto devono essere soggetti a mutamento. La problematica dell’accoglienza è stata poi estesa al tessuto relazionale che si instaura nei contesti sociali di cui ognuno ha ampiamente fatto esperienza, ad esempio nelle stesse classi scolastiche, dove in realtà non riusciamo ad accogliere veramente l’individualità altrui. L’immigrazione, dunque, è stata identificata solo come caso generalizzato e maggiormente pubblicizzato dai media mentre la problematica del pregiudizio-giudizio tra gli individui è ben più estesa. Essa è un fenomeno che ci riguarda molto più direttamente di quanto ci si aspetti. A ben pensare, infatti, tutti siamo immigrati e nello stesso tempo distruttori di ponti ogni qual volta ci chiudiamo al confronto, anche dietro maschere, che di sicuro non ci rappresentano. Bisogna avere il coraggio di eliminare queste maschere ed abbattere le barriere che ci separano, favorendo il confronto.

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Avvento giovani all’Oratorio Salesiano di Caserta

Giovedì 17 dicembre, come tutti gli anni, in prossimità delle feste natalizie, si è svolto un incontro nella Chiesa dell’Oratorio Salesiano di Caserta dedicato ai giovani animatori appartenenti alla scuola e all’oratorio stesso. Il momento di riflessione è stato incentrato sul tema dell’umiltà associato sia all’anno della misericordia che ci prepariamo ad affrontare, sia alla terza domenica d’Avvento. Don Donato, direttore dell’Oratorio e incaricato dell’animazione alla scuola media, dopo averci illustrato un passo del Vangelo di Luca (1,39-45), basato sull’incontro tra Maria e Elisabetta, ci ha presentato 3 spunti di riflessione circa l’analogia tra l’essere umili e la capacità di progredire per un cristiano, fondata sulla predisposizione da parte dei fedeli all’atto di “abbassarsi”. Non dobbiamo avere paura di ammettere la verità:” siamo tutti peccatori” ma dobbiamo anche essere consapevoli che Dio ci salva sempre. Egli ha scelto Maria per portare al mondo Gesù, nostro Signore, non tanto per le sue virtù bensì per la sua piccolezza, per la sua voglia di farsi serva con estrema semplicità e spontaneità. Inoltre, la parola umile, ci conduce anche alla via dell’umiliazione, la stessa affrontata da Gesù in maniera esemplare e da maestro. Dobbiamo metterci a servizio, avere la capacità di “svuotarci” di noi stessi per gli altri. La tentazione della mondanità sarà sempre presente e si presenterà come la via più facile, ma è esattamente in quel momento che il vero cristiano dimostrerà la sua fede e la sua volontà a riconciliarsi con Dio. Superato il momento di Lectio ci è stato proposto un gesto da fare: scegliere una frase tra una serie di varie citazioni offertici su foglio, trovare quella che più ci avvinceva, scriverla su un post-it e, simbolicamente, riporre quest’ultimo in una di tre ceste: la prima rivolta a Dio, la seconda all’altro e la terza a se stessi. Dopo la benedizione non poteva mancare, com’è tradizione salesiana, un piccolo rinfresco in onore di un’agape fraterna vissuta in pieno spirito Salesiano.

Emanuele De Lucia

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Oh no, è di nuovo Natale!

Ancora una volta, come tutti gli anni, è di nuovo Natale. Com’è ormai tradizione dire, a Natale siamo tutti più buoni, no?! Forse no: quella era la pubblicità della Bauli, ma la verità è che siamo tutti più esausti ed esauriti. Ogni anno gli italiani spendono sempre di più in regali, ognuno di noi impazzisce per trovare quello giusto, ma, alla fine, tutto sfocia sempre in una vana formalità che non rende felice nessuno e riempie di stress un periodo che dovrebbe essere di riposo, condivisione e anche di pausa, per riflettere. Inoltre, il regalo viene visto come un pugno al quale bisogna disperatamente rispondere, e questo genera un’infernale reazione a catena per la quale tutti si ritrovano schiaffati in un centro commerciale, tentando di fare breccia tra la folla, magari con un passeggino, per cercare un oggetto privo di significato. Il regalo aveva senso un tempo, quando le persone sapevano cosa desideravano, ma ora che tutti abbiamo tutto, a che serve? Serve alle multinazionali per fare tanti bei soldini, magari sulle palle di Natale che divengono ogni anno più grosse. Questo non mi sembra un regalo ma piuttosto un’enorme colletta di miliardi di euro, che di certo a noi non mancano, ma a qualcun altro sì. Tutto si riduce ad un dazio pagato ad un sistema che ci tratta come macchine soggette a un moto caotico e prevedibile, da soggiogare e spolpare sempre più intensivamente ogni anno. Facciamoci allora tutti finalmente un vero regalo: abbandoniamo questi formalismi e cerchiamo di svincolarci da inutili convenzioni. Poi, se proprio dobbiamo comprare, acquistiamo qualcosa di veramente utile che magari non potevamo permetterci prima  ed evitiamo di trasformare il Natale in un’inutile ed affannosa ricerca di cose futili. Se poi dovesse avanzare qualcosa, sarebbe bello ricordarsi di chi quel qualcosa non può permetterselo.

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«Cambiate il cuore del vostro cuore»

Carissimi ragazzi

  «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama» (Lc 2, 14). Il Natale si avvicina velocemente. Ci apprestiamo a vivere un tempo di grazia del Signore dettato dal calendario del Giubileo della Misericordia, indetto da Papa Francesco. Tempo di grazia che si scontra con i drammatici eventi legati al terrorismo e alla cattiva politica internazionale. È tempo che necessita di una profonda riflessione, di preghiera, di costruzione lenta ma decisa di una cultura dell’accoglienza e della pace. Probabilmente l’indizione dello stesso Giubileo è un segno dei tempi, un evento voluto da Dio stesso perché l’uomo si converta nuovamente. Come scriveva il filosofo personalista Emmanuel Mounier: […] l’uomo ha perso il senso dell’Essere e si muove solo fra cose, e cose utilizzabili, private del loro mistero. Si rende necessario prendere sul serio l’invito del filosofo francese: […] cambiate il cuore del vostro cuore […] bisogna restituire allo spirito l’iniziativa e il controllo dei suoi scopi.

   Il tempo natalizio è un tempo privilegiato per una trasformazione del cuore. Il «criterio oratoriano», per sua natura, pone il cuore al centro della sua azione educativa. Scriveva don Bosco: L’educazione è cosa di cuore. Il più delle volte, cari ragazzi, leghiamo il cuore alle cose, alle mode, all’«avere», dimenticando che il cuore del cuore è l’«essere». Siamo spesso restii a seguire il consiglio di san Paolo: Non conformatevi alla mentalità del tempo, ma siate in tutto di Cristo, poiché a sua immagine e somiglianza siamo stati creati (Col 1, 13-20).

   Il tempo è il fluire delle cose, degli eventi, ma ha bisogno di essere significato, significato nel profondo. Il «criterio oratoriano» si pone l’obiettivo di significare il tempo in Cristo, nell’amore di Dio. Ecco perché Natale è un tempo così essenziale per noi cristiani e, specialmente, per noi salesiani.

   Il Natale dovrebbe essere la festa dell’«essenziale», del «cuore», non del consumismo, poiché il Signore Gesù nasce povero fra i poveri, nudo fra i nudi, esiliato fra gli esiliati. La nascita del Signore ci chiama all’austerità delle cose, per rivolgerci all’ampiezza infinita del cuore di Dio. È l’essenzialità propria di Maria di Nazareth, ragazza del suo tempo, concreta come le donne del suo tempo, ma con il cuore tutto orientato all’eternità di Dio, alla sua missione di madre «povera» di un «povero» Messia. Ella è tutta di Dio e per Dio, corpo e anima: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto» (Lc 1, 38). Più tardi, nella folla, una donna griderà a Gesù: «Beato il grembo che ti ha partorito e le mammelle che ti hanno allattato» (Lc 11, 27). Un omaggio alla concretezza materna di Maria, ma ancor di più all’iniziativa gratuita e sconvolgente di un Dio che si fa carne, uomo fra gli uomini, luce nelle tenebre del mondo. È l’essenzialità di Giuseppe, uomo concreto, esperto nel dare qualità al proprio tempo e al proprio lavoro, che rinuncia ad ogni suo progetto per accogliere l’inaspettato progetto di Dio che lo rende padre putativo del suo unico Figlio: «Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Ella partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati» (Mt 1, 20-21). Maria e Giuseppe fanno del loro tempo il tempo di Dio; del loro cuore un cuore per Dio. Chiediamo per questo a Dio di prepararci a ricevere il Signore con la stessa ansia salutare che ha caratterizzato la vita e la riflessione della filosofa Simone Weil: «Io non desidero per me che di essere nel numero di coloro ai quali è prescritto di pensare che sono servi inutili, avendo fatto solamente ciò che era loro comandato. Ho paura fino all’angoscia di essere, al contrario, nel numero dei servi non docili».

  Il Natale, cari ragazzi, non ci chiede di essere avulsi dal nostro tempo, ma di riempirlo della grazia e della misericordia di Dio; non esige di rinunciare e snaturare il nostro cuore, ma di orientarlo a Dio, perché convinti che l’amore di Dio lo faccia pulsare ancor più attivamente e gioiosamente. Vi auguro un santo Natale e vi ringrazio di cuore di tutto il tempo vissuto assieme come tempo di Dio.

Con affetto

Don Massimo De Luca

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