Che significato ha la festa della donna?

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IL SIGNIFICATO DELLA FESTA DELLA DONNA NON  È QUELLO CHE CREDI…

TI SPIEGHIAMO PERCHÈ!

“Dopo essersi liberata dalla schiavitù impostale per secoli dall’uomo, la donna deve adesso liberarsi dal mito dell’inferiorità femminile e rendersi pienamente conto delle proprie possibilità”. Così scriveva l’antropologo inglese Ashley Montagu a metà degli anni Novanta. Ad oggi la questione sembra riproporsi più prepotente che mai e le celebrazioni in onore della donna sono un ottimo motivo per analizzare quale sia la posizione assunta dalla figura femminile nella nostra società.

La ricorrenza dell’8 marzo non è da imputarsi, come si crede, alla commemorazione di operaie venute a mancare a causa di un incendio in una fabbrica, ma all’azione congiunta di alcune delle più note esponenti del partito socialista a livello internazionale: queste ultime, a cominciare dalle statunitensi, credevano fortemente nella necessità di istituire una giornata in favore dei diritti politici e delle rivendicazioni sindacali della popolazione femminile, programmandola quindi per l’ultima domenica di febbraio del 1910. Tuttavia l’avvenimento non fu riproposto e ripetuto in modo uniforme in tutti i grandi paesi con grandi percentuali di appartenenti al movimento socialista, preferendo di volta in volta selezionare una data in grado di ricordare avvenimenti specifici, come il mancato ottenimento del diritto di voto in Germania (promesso dal re di Prussia nel 1848, ma ancora non concesso agli inizi del XX secolo) o l’anniversario della Comune di Parigi in Francia.

I festeggiamenti vennero interrotti a causa della Prima Guerra Mondiale fino a quando, l’8 marzo del 1917, non si tenne in Russia una manifestazione contro la permanenza del paese in guerra che portò alla caduta dello zarismo. Qualche anno dopo nel 1921, in occasione dell’annuale Congresso del partito comunista, si scelse per l’appunto questo giorno per celebrare la “Giornata Internazionale dell’Operaia”.

Da allora, con l’affermarsi progressivo del movimento femminista, il contenuto delle rivendicazioni divenne sempre più specifico, fino a collocare la donna in un ruolo politico e sociale di parità con l’uomo. A ben vedere tuttavia, grazie all’attenzione posta dai media nei confronti di questa ricorrenza, è estremamente facile rendersi conto del fatto che di strada ce n’è ancora da fare: violenze, omicidi e discriminazioni di ogni tipo sono all’ordine del giorno e dalle statisti che emerge  chiaramente che nel mondo lavorativo le donne sono tuttora soggette a penalizzazioni dovute esclusivamente al loro sesso.

C’è dunque da chiedersi in conclusione se l’urlo d’aiuto di donne in difficoltà lanciato in questa annuale occasione dai quattro angoli del mondo non debba essere ascoltato con più attenzione; se, arrivati al ventunesimo secolo, non ci sia da lavorare di più circa le possibilità offerte in ogni ambito al “gentil sesso”, al posto di celebrare con fiori e sorrisi la speranza di una finalmente concreta PARITÀ.

Caterina Viggiano

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