L'Intervallo Salesiano » 26 Marzo 2013

Daily Archives: 26 Marzo 2013

Gli Esercizi Spirituali? Un’esperienza tutta da scoprire!!!

Noi siamo ragazzi del IV B e vogliamo portare ai nostri lettori una testimonianza di ciò che sono secondo noi i ritiri spirituali. Facciamo esperienze di questo tipo dal primo anno e vi assicuriamo che l’impatto come potete immaginare all’inizio non è stato così facile da reggere, ma poi nel corso del tempo abbiamo cambiato idea. Sono quattro giorni in cui c’è uno scambio “interculturale” ed emotivo continuo che chi vi partecipa porterà per sempre dentro di sé. Ci si ritrova a convivere e a condividere un po’ di se stessi con ragazzi e ragazzi che provengono da ogni parte d’Italia. Si ha l’opportunità di conoscere persone di cui si avverte la mancanza ancora prima di lasciarle, può capitare di parlare con ragazzi coetanei di cui si ha difficoltà a capire il dialetto, troppo stretto per voi!

Ma ci si sveglia al mattino con la voglia di stare con loro nonostante la stanchezza e si arriva a non sentirti più a disagio: immaginate lo stato di confidenza che si era creato, a punto tale che l’ultima siamo stati semplicemente in pigiama davanti a tutti, pensate un po’…!

Quest’anno per noi è stata un’esperienza particolare, perchè purtroppo abbiamo vissuto questo esercizio spirituale per l’ultima volta con le persone a noi più care; ma rifaremmo altre mille esperienze con le stesse persone, nello stesso periodo, e nello stesso posto.

Alla fine non conta DOVE sei ma con CHI sei! Divertitevi anche voi e godete di quei momenti che non tornano più.

Daria Sanseverino, Carmine Cozzolino, Eliana Colamatteo 

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Nel mondo del caos un po’ di silenzio

Noi giovani, al giorno d’oggi, siamo bombardati da distrazioni di ogni genere partendo da FB e dai più sofisticati telefonini, fino ad arrivare alla televisione e ai suoi programmi, spesso osceni, che vengono frequentemente mandati in onda. Il ritiro spirituale di Grumento ha offerto l’esperienza di un distacco da tutto ciò: noi ragazzi del Triennio, immersi in dolci valli e chiusi da affascinanti monti, abbiamo avuto l’opportunità di rilassarci, pregare e riflettere sulla nostra vita e sul nostro essere, cercando una strada per diventare quegli uomini e quelle donne ideali secondo lo spirito umano, ma soprattutto cristiano.

Abbiamo avuto l’opportunità di confrontarci e rapportarci con il prossimo, che sia un nostro amico o un perfetto sconosciuto, grazie ad attività di cooperazione e riflessioni in gruppo. Questa esperienza infatti l’abbiamo vissuta solo noi ragazzi dei Salesiani di Caserta, ma eravamo accompagnati da circa una settantina di ragazzi provenienti da altre scuole salesiani del Sud Italia.

Sicuramente nessuno di noi ragazzi salesiani sarà rimasto illeso ed indifferente dinanzi a questa fantastica esperienza.

Claudia Bernardo

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Che significato ha la festa della donna?

IL SIGNIFICATO DELLA FESTA DELLA DONNA NON  È QUELLO CHE CREDI…

TI SPIEGHIAMO PERCHÈ!

“Dopo essersi liberata dalla schiavitù impostale per secoli dall’uomo, la donna deve adesso liberarsi dal mito dell’inferiorità femminile e rendersi pienamente conto delle proprie possibilità”. Così scriveva l’antropologo inglese Ashley Montagu a metà degli anni Novanta. Ad oggi la questione sembra riproporsi più prepotente che mai e le celebrazioni in onore della donna sono un ottimo motivo per analizzare quale sia la posizione assunta dalla figura femminile nella nostra società.

La ricorrenza dell’8 marzo non è da imputarsi, come si crede, alla commemorazione di operaie venute a mancare a causa di un incendio in una fabbrica, ma all’azione congiunta di alcune delle più note esponenti del partito socialista a livello internazionale: queste ultime, a cominciare dalle statunitensi, credevano fortemente nella necessità di istituire una giornata in favore dei diritti politici e delle rivendicazioni sindacali della popolazione femminile, programmandola quindi per l’ultima domenica di febbraio del 1910. Tuttavia l’avvenimento non fu riproposto e ripetuto in modo uniforme in tutti i grandi paesi con grandi percentuali di appartenenti al movimento socialista, preferendo di volta in volta selezionare una data in grado di ricordare avvenimenti specifici, come il mancato ottenimento del diritto di voto in Germania (promesso dal re di Prussia nel 1848, ma ancora non concesso agli inizi del XX secolo) o l’anniversario della Comune di Parigi in Francia.

I festeggiamenti vennero interrotti a causa della Prima Guerra Mondiale fino a quando, l’8 marzo del 1917, non si tenne in Russia una manifestazione contro la permanenza del paese in guerra che portò alla caduta dello zarismo. Qualche anno dopo nel 1921, in occasione dell’annuale Congresso del partito comunista, si scelse per l’appunto questo giorno per celebrare la “Giornata Internazionale dell’Operaia”.

Da allora, con l’affermarsi progressivo del movimento femminista, il contenuto delle rivendicazioni divenne sempre più specifico, fino a collocare la donna in un ruolo politico e sociale di parità con l’uomo. A ben vedere tuttavia, grazie all’attenzione posta dai media nei confronti di questa ricorrenza, è estremamente facile rendersi conto del fatto che di strada ce n’è ancora da fare: violenze, omicidi e discriminazioni di ogni tipo sono all’ordine del giorno e dalle statisti che emerge  chiaramente che nel mondo lavorativo le donne sono tuttora soggette a penalizzazioni dovute esclusivamente al loro sesso.

C’è dunque da chiedersi in conclusione se l’urlo d’aiuto di donne in difficoltà lanciato in questa annuale occasione dai quattro angoli del mondo non debba essere ascoltato con più attenzione; se, arrivati al ventunesimo secolo, non ci sia da lavorare di più circa le possibilità offerte in ogni ambito al “gentil sesso”, al posto di celebrare con fiori e sorrisi la speranza di una finalmente concreta PARITÀ.

Caterina Viggiano

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