La Vittoria Alata torna a Brescia, le iniziative dei musei durante le restrizioni

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La Vittoria Alata, Brescia

È trascorso quasi un anno dal lockdown che ha messo in ginocchio la nostra nazione e gran parte del mondo intero. Musei, cinema, scuole e luoghi d’interesse culturale risultano ad oggi ancora chiusi ma, a detta del ministro per i Beni Culturali Franceschini, potrebbero riaprire presto, secondo le linee guida della Direzione Generale dei Musei e attraverso opportune misure di igienizzazione degli spazi e distanze di sicurezza. Pronti alla riapertura già gli Uffizi, il cui sistema di vendita dei biglietti online mirava già in passato a ridurre le estenuanti code. Schermi di realtà virtuale e audioguide rappresentano alcuni dei progetti che saranno attuati per consentire una minore affluenza agli ambienti museali. “Splendono di una bellezza nuda e silenziosa le città d’arte italiane” ha affermato Gabriella Belli, direttrice della Fondazione Musei Civici di Venezia, mentre a Brera ad affiancarsi all’empirismo dei percorsi i contenuti digitali che facilitano l’accesso alla conoscenza e all’arte. Sarà infatti la Vittoria Alata che torna a Brescia a rappresentare il trait-d’union per le principali iniziative culturali che coinvolgono ambiti quali l’archeologia, la fotografia, l’arte antica e contemporanea. Risalente all’incirca al I secolo d.C. ed ora conservata al museo di Santa Giulia a Brescia, la Vittoria Alata rappresenta un connubio di maestosità e leggiadria architettonica. Probabilmente realizzata come dono conseguente ad una vittoria militare ad opera dell’imperatore Vespasiano contro Ottone e Vitellio, anticamente il bronzo presentava uno scudo ed un elmo collocato sotto il piede sinistro dove attualmente figura un vuoto.

Nel 1826 vennero condotti i primi scavi che riportarono alla luce i resti del Capitolium dell’antica Brixia dove era collocata appunto la statua. Più volte restaurata, recentemente a Firenze presso l’Opificio delle Pietre Dure, la struttura si presenta vulnerabile e caratterizzata da elementi di debole baricentro. Appena appresa la notizia del suo ritrovamento, fu di ispirazione e largamente apprezzata da Maria Luisa d’Austria e Gabriele D’Annunzio il quale volle che la statua fosse replicata nella sua abitazione al Vittoriale di Gardone Riviera ad opera di Renato Brozzi. Il poeta vate fu colpito a tal punto dall’immagine della “Nike” che gli valse come ispirazione per la stesura del romanzo Forse che sì forse che no, ambientato nel mondo dell’aviazione che al tempo muoveva i primi passi, quasi a riprendere quel dinamismo conferito dalle ali della Vittoria e che poi sfocerà nel manifesto futurista. Altri rimandi alla letteratura vengono realizzati da Giosuè Carducci che riprese la statua nell’ode alcaica Alla Vittoria, facente parte delle odi barbare; ancora Antoine-Claude Valéry, scrittore francese e curatore della biblioteca della Corona a Versailles, citò l’opera in Voyages historiques et littéraire en Italie.

Durante queste giornate in cui i minuti sono scanditi da gocce di pioggia sparse e spiragli di sole, vogliamo ricordare le parole di un appassionato Robin Williams ne “L’attimo fuggente”: “noi leggiamo e scriviamo poesie perché […] siamo membri della razza umana; e la razza umana è piena di passione. Medicina, legge, economia, ingegneria sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento, ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l’amore, sono le cose che ci tengono in vita”.

Di Chiara Mastroianni, 5° Classico

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