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L’Incredibile morte nel mondo del calcio: Cesare Maldini

Cesare Maldini nasce a Trieste nel rione di Servola, il 5 febbraio 1932. Considerato da tutti come l’erede spirituale del suo maestro Nereo Rocco, Maldini ha anche lui raccolto maggiori successi da allenatore piuttosto che da giocatore, proprio come il suo maestro. Calcisticamente nasce nel vivaio della Triestina e fa il suo esordio in serie A con la maglia rosso-alabardata il 24.05.1953. Nel ’54 giunge ad allenare la Triestina il mister Nereo Rocco che troverà un giovane Maldini già titolare e capitano. Nella stagione ’54/55, Maldini è al Milan, con il quale disputa la sua prima partita proprio contro la Triestina (finita 4-0 per il Milan). Nel Milan Maldini giocherà fino al 1966 disputando 347 partite, realizzando 60 reti, vncendo 4 scudetti, una coppa italia e, nel 1963, la Coppa dei Campioni battendo a Wembley il Benfica del mitico Eusebio. Questa è una data molto importante in quanto segna la prima coppa europea vinta da una squadra italiana dal dopoguerra e Cesare Maldini fu quindi il primo italiano che alzò questa coppa.

Durante la sua carriera da calciatore, Maldini si distingue per un suo stile spettacolare alquanto narcisista, comportamento che gli costerà spesso errori di gioco che gli esperti definirono “maldinate”. Caratteristica è, a questo proposito, la sua ultima partita disputata con la maglia del Milan, quando Cesare segnò un’autorete in favore
degli avversari che rimase l’unica rete contro le sei segnate dalla sua squadra in quel incontro. Nelle stagioni ’66/67 e ’67/68 Maldini gioca con il Torino (allenato da Rocco) dove concluderà la sua carriera di calciatore. Maldini veste anche per 14 volte la maglia della Nazionale. 

Terminata la carriera da giocatore, Maldini inizia quella di allenatore. Ecco le sue prestigiose tappe: inizia come allenatore in seconda nel Milan del mitico Rocco per tre campionati, passa quindi in serie B prima al Foggia poi alla Ternana ed infine in C/1 con il Parma che Maldini porterà in B. Dal 1980 al 1986 è l’allenatore in seconda della Nazionale (Campione del Mondo in Spagna nel 1982) e dal 1986 al 1996 è l’allenatore della Nazionale Under 21 con la quale otterà numerosi successi. Nel dicembre del ’96 diventa allenatore della Nazionale con la quale fa il suo esordio il 29 marzo 1997 contro la Moldova, in una partita valevole per la qualificazione ai campionati del mondo, nientepopodimenoche allo stadio Nereo Rocco di Trieste, vincendo per 3 a 0 (e Bobo Vieri segna il centesimo gol della storia della Nazionale). Guida quindi la Nazionale ai mondiali di Francia ’98 dove non subirà alcuna sconfitta e verrà eliminato in semifinale ai rigori proprio dai padroni di casa (poi campioni del mondo). Nel 1998 Maldini assume il ruolo di consigliere tecnico del Milan e nel marzo del 2001 va a sedere sulla panchina della quadra rossonera fino a fine campionato, per poi ritornare al suo ruolo di consigliere tecnico.
Il 27 dicembre 2001, Cesare Maldini parte per il Paraguay, chiamato a svolgere la funzione di c.t. della Nazionale sudamericana in vista dei mondiali di Giappone-Corea del Sud 2002. Approda quindi ai mondiali superando la prima fase eliminatoria al secondo posto dietro la Spagna:
– 02/06/02 09:30 Paraguay – Sud Africa 2-2 stadio di Busan
– 12/06/02 13:30 Slovenia – Paraguay 1-3 stadio di Seogwipo
– 07/06/02 11:00 Spagna – Paraguay 3-1 stadio di Jeonju
purtroppo però l’avventura mondiale del Paraguay di Maldini termina il 15 giugno allo stadio di Seogwipo per un gol segnato allo scadere del secondo tempo dalla Germania di Rudy Voeller. Solo tre giorni più tardi suo figlio Paolo giocherà la sua ultima partita in un mondiale, un sogno stroncato allo scadere del secondo tempo supplementare da un golden gol inflitto all’Italia dalla nazionale della Corea del Sud. 

Cesare Maldini è oggi un personaggio noto per il suo particolare modo di parlare che lascia intravedere le tipiche vocali aperte del dialetto triestino, particolare che non è sfuggito neanche a Teo Teocoli che ne è l’imitatore per eccellenza. Maldini ebbe la fortuna, nella sua carriera da giocatore, di avere un allenatore come il grande Nereo Rocco che, soprattutto negli ultimi anni, istitui la cosiddetta “commissione interna” con la quale l’allenatore dava la massima fiducia ai giocatori più anziani dando loro il potere di riorganizzare la squadra in pieno gioco quando lo ritenevano indispensabile.

E’ in questo modo che proprio Maldini decide in pieno gioco di portare un cambiamento nella marcatura della “tigre nera” Eusebio, soluzione che conferirà la Coppa dei Campioni alla sua squadra.
E’ bello ricordare un episodio accaduto il 26 maggio del 1968 quando Maldini disputa un’amichevole allo stadio Grezar con la Triestina per festeggiare i 50 anni della sua prima squadra. In quella occasione Maldini regalò al sindaco un gonfalone che simboleggiava oltre che il cinquantenario della Triestina anche i 50 anni del ritorno di Trieste all’Italia. Si è spento il 2 aprile 2016.

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Giannini: Arriva il Premio Nazionale per gli Insegnanti

E’ arrivato il 13 marzo l’annuncio del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini che ha deciso di istituire un Premio nazionale degli insegnanti, nella stessa giornata della proclamazione del vincitore del ‘Global Teacher Prize’, il premio internazionale noto anche come ‘Nobel’ dei docenti.

“Gli insegnanti hanno un ruolo determinante. Il loro compito è la missione più speciale: quella di educare le nuove generazioni a contribuire ad una società migliore”, sottolinea il Ministro.

Il premio nazionale seguirà i principi meritocratici inseriti nella riforma della Buona Scuola, basandosi sui criteri di innovazione didattica ed impegno nell’istruire i cittadini di domani. Molto spesso si parla di docenti e professori in senso negativo, e il cambiamento stesso della scuola di ieri rispetto a quella di oggi vede un netto calo del peso che si attribuisce all’insegnante, invece con questo premio si tenta di riconoscergli una responsabilità sempre più grande nella crescita culturale e non dei ragazzi. 

Il Premio nazionale nasce proprio da quello internazionale del Global Teacher Prize e si pone proprio l’obiettivo di valorizzare il ruolo strategico dell’insegnante nella società contemporanea. Le candidature per il premio saranno aperte in primavera e i docenti dovranno essere candidati, non potranno auto-candidarsi. In seguito una Commissione indipendente di esperti sceglierà i 5 vincitori del premio nazionale dell’insegnante che riceveranno un budget (50.000 euro al primo, 30.000 agli altri 4) da utilizzare esclusivamente per realizzare progetti all’interno delle loro scuole.

Il premio, infatti, vuole valorizzare non solo l’insegnante, ma anche e soprattutto il suo lavoro nelle singole scuole. I 5 docenti parteciperanno al Global Teacher Prize 2017 a cui si potrà comunque accedere anche senza aver preso parte all’edizione nazionale.

Intano è possibile segnalare il proprio insegnante attraverso il modulo costruito da bSmart.it, clicca su questo link e vedi. Sottolineo, però, il fatto che questa segnalazione non è valida per il premio nazionale dei docenti. 

“Concludo congratulandomi veramente e sentitamente con tutti quegli insegnanti, migliaia, che in tutto il mondo hanno aderito a questa edizione del Global Teacher Prize. Anche la nostra candidata italiana ha avuto un ottimo risultato e quindi va anche a lei il mio pensiero. Ma soprattutto il mio pensiero va a tutta la comunità degli insegnanti italiani che dal prossimo anno avranno anche questa occasione per dimostrare il loro attaccamento, la loro dedizione quotidiana alla scuola e quindi allo sviluppo di una società migliore”, chiude Giannini.

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L’Italia piace ma delude

L’Italia Under 21 è una squadra temibile e in continuo miglioramento.In Serbia, nella partita più difficile del girone di qualificazione a Euro 2017, parte imponendo il gioco ma  poi cala, prende un gol assurdo ma poi reagisce. Finisce 1-1 e sembra un allenamento della Lazio travestito da partita internazionale poichè segnano Milinkovic con un cross finito in porta e Cataldi. Al di là dei gol l’Italia è piaciuta per l’ atteggiamento di squadra anche se ha un chiara carenza in attacco. Berardi non ha sfruttato due occasioni troppo semplici per uno come lui, mentre Cerri e Boateng hanno confermato di non avere le giocate per decidere una partita così importante. Centrocampo e difesa hanno fatto meglio, Mandragora ha giocato una gran partita e Barreca all’esordio da titolare è piaciuto. L’Italia diverte e impone il gioco ma è troppo ingenua,concedendo troppi spazi. 

La nazionale maggiore di Conte, invece, nell’amichevole contro il Belgio conclude sul risultato deludente di 3 a 1. Candreva illude Conte, poi gli azzurri crollano a  Bruxelles. Il vantaggio immediato non basta: Vertonghen, De Bruyne e Batshuayi ribaltano il risultato, e se non basta la sfortuna travolge la nazionale di Conte: Eder colpisce una clamorosa traversa. Il talento dei Diavoli Rossi e gli errori di Chiellini e Bonucci fanno la differenza.

LA CRONACA. Folgorante l’avvio dell’Italia che al 3’ è già in vantaggio: Candreva cambia gioco sulla destra per Florenzi che mette in mezzo un pallone rasoterra per Pellé, destro secco dell’attaccante del Southampton, Mignolet respinge ma nulla può sulla ribattuta di Candreva che insacca facilmente da due passi. Il Belgio accusa il colpo ma ha la fortuna di trovare il pareggio dieci minuti dopo al primo tiro in porta: corner dalla destra di De Bruyne e colpo di testa vincente di Vertonghen che anticipa Chiellini sfruttando un blocco di Witsel su Parolo. Al minuto 39 il gioco si ferma: sul maxischermo dello stadio Re Baldovino scorrono i nomi delle 39 vittime dell’Heysel tra gli applausi commossi di tutti gli spettatori. Poi si ricomincia a giocare ma il secondo tempo è quasi un monologo del Belgio. La squadra di Wilmots schiaccia il piede sull’acceleratore e cinge d’assedio l’area azzurra. Eppure è la Nazionale azzurra al 61’ ad avere la palla giusta per il 2-1 ma il destro di Eder, una specie di rigore in movimento, finisce incredibilmente sulla traversa. Gol sbagliato, gol subito e il Belgio torna in vantaggio al 74’: pasticcio di Bonucci che in fase di impostazione regala palla al Belgio, Buffon salva su Batshuayi ma nulla può sulla successiva ribattuta di De Bruyne. L’Italia sparisce dal campo e i Diavoli Rossi calano il tris con Batshuayi che fulmina Buffon sul primo palo su assist di Hazard. Finisce 3-1 per la squadra di Wilmots.

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