L'Intervallo Salesiano » Blog Archives

Author Archives: Domenico Pontillo

SPECIALE COGESTIONE: L’attività del Cineforum

Una delle attività proposte durante la cogestione è stato il CINEFORUM, caratterizzato dalla visione in teatro del film “Cuore Sacro”, che ha interessato tanti ragazzi provenienti dai vari indirizzi della scuola. Dopo la proiezione vi è stato un dibattito in quattro classi distinte, moderato dai professori  Battista, Parente, Savastano e Fiorillo. Il confronto è stato incentrato sulla definizione “cuore sacro” alla luce dei contenuti del film. In modo più pratico siamo stati chiamati a scrivere alla lavagna le migliori parole per descrivere correttamente tale concetto. Dal film è emerso che esso è un processo di formazione della protagonista, la cui maturazione è stata descritta prima dal punto di vista del contesto sociale e poi a livello psicologico con il culmine raggiunto mediante il dono totale di sé agli altri. Proprio questo stato mentale, che ha portato la protagonista ad identificarsi nella collettività immedesimandosi nelle sofferenze altrui, è stato definito dai vari gruppi di dibattito con diverse parole, tutte interessanti e valide espressioni del nostro pensiero.  

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COP21: Andate a prendere in giro qualcun altro

Il giorno 30 novembre si è tento un consiglio internazionale al quale hanno preso parte tutti i rappresentanti degli Stati più influenti del mondo per discutere dei cambiamenti climatici e delle loro tragiche conseguenze nel tentativo di arginare il problema. Tutto ciò come se da un giorno all’altro una riunione condominiale di vecchietti  potessero arrestare un corso di eventi che affonda le sue radici nell’evoluzione dell’uomo sin dai tempi più remoti. E guarda caso questa messa in scena si è  svolta in contemporanea con il giubileo, focalizzato proprio sulla sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla salvaguardia del creato. La COP21, tenutasi a Parigi, sembra molto più una formale riunione, rivestita di tanta importanza solo perché osservata da un numero immenso di spettatori con un grave complesso di inferiorità, causato forse dai media, che ormai alienano le masse sempre più caratterizzate da ipocrisia ed apparenza. 

L’uomo, quando raggiunge l’apice, brama una cosa soltanto: ancora più potere. L’uomo è molto intelligente, se volesse potrebbe arrestare senz’altro la dispersione di un po’ di gas nell’atmosfera e fare molto di più. Il problema, però, sono gli uomini che detengono il potere, declinabile in diverse forme: gestire il progresso investendo enormi capitali (purtroppo solo per guadagnare ulteriormente, anzi sperando nella regressione per poi ri-attuare le stesse azioni in una storia ormai monotona); controllare e alterare  la capacità delle persone di percepire il proprio contesto sociale tramite programmi TV sempre più stupidi o con un sistema scolastico obsoleto; nascondersi dietro un presidente, un ideale inesistente o un lupo cattivo, facendo vedere alla gente quello che vuole vedere o il mostro che vuole esiliare. Evidentemente ci preferiscono stupidi. Il potere è solo il mezzo attraverso il quale si deve rendere la società l’estensione di ogni individuo, in modo che ognuno possa concretamente contribuire al cambiamento, ma è inutile se diventa vana espressione di se stesso. E allora: andate a prendere in giro qualcun altro!

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Il nostro sabato mattina: accogliamo l’altro indistintamente

Il rientro mensile di dicembre ci ha riservato un’illuminante riflessione-confronto sul vero valore del Natale. Essa è stata sviluppata in tre fasi: la prima ha visto i ragazzi delle varie classi del triennio riunirsi in luoghi differenti (terzo-quarto anno in Teatro e quinto anno in sala audiovisivi) per ricevere input sulla riflessione attraverso filmati e letture; la seconda fase ha visto la rielaborazione per singole classi, che hanno lavorato sui contenuti; la terza ha riservato il confronto e la condivisione finale negli stessi luoghi di inizio ritiro. I temi sui quali ci siamo soffermati sono quelli dell’ accoglienza del diverso, inteso anche come Cristo, nella quale risiede il significato più profondo del Natale. Più nello specifico ci siamo cimentati sulla tematica dell’immigrazione, sempre molto attuale perché ci mette di fronte alla difficoltà di accogliere individui con una cultura e una condizione sociale diversi dalla nostra solo a causa del pregiudizio. dalla riflessione-confronto è emerso che quest’ultimo è il vero ostacolo al confronto e all’integrazione, in quanto impedisce ad entrambe le parti di confrontarsi. Certo, i pregiudizi sono talvolta necessari, in quanto consentono alle persone di esprimere la loro diversità tramite canoni generalmente riconosciuti, ma questi devono essere finalizzati solo all’esigenza di comunicazione, e pertanto devono essere soggetti a mutamento. La problematica dell’accoglienza è stata poi estesa al tessuto relazionale che si instaura nei contesti sociali di cui ognuno ha ampiamente fatto esperienza, ad esempio nelle stesse classi scolastiche, dove in realtà non riusciamo ad accogliere veramente l’individualità altrui. L’immigrazione, dunque, è stata identificata solo come caso generalizzato e maggiormente pubblicizzato dai media mentre la problematica del pregiudizio-giudizio tra gli individui è ben più estesa. Essa è un fenomeno che ci riguarda molto più direttamente di quanto ci si aspetti. A ben pensare, infatti, tutti siamo immigrati e nello stesso tempo distruttori di ponti ogni qual volta ci chiudiamo al confronto, anche dietro maschere, che di sicuro non ci rappresentano. Bisogna avere il coraggio di eliminare queste maschere ed abbattere le barriere che ci separano, favorendo il confronto.

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Oh no, è di nuovo Natale!

Ancora una volta, come tutti gli anni, è di nuovo Natale. Com’è ormai tradizione dire, a Natale siamo tutti più buoni, no?! Forse no: quella era la pubblicità della Bauli, ma la verità è che siamo tutti più esausti ed esauriti. Ogni anno gli italiani spendono sempre di più in regali, ognuno di noi impazzisce per trovare quello giusto, ma, alla fine, tutto sfocia sempre in una vana formalità che non rende felice nessuno e riempie di stress un periodo che dovrebbe essere di riposo, condivisione e anche di pausa, per riflettere. Inoltre, il regalo viene visto come un pugno al quale bisogna disperatamente rispondere, e questo genera un’infernale reazione a catena per la quale tutti si ritrovano schiaffati in un centro commerciale, tentando di fare breccia tra la folla, magari con un passeggino, per cercare un oggetto privo di significato. Il regalo aveva senso un tempo, quando le persone sapevano cosa desideravano, ma ora che tutti abbiamo tutto, a che serve? Serve alle multinazionali per fare tanti bei soldini, magari sulle palle di Natale che divengono ogni anno più grosse. Questo non mi sembra un regalo ma piuttosto un’enorme colletta di miliardi di euro, che di certo a noi non mancano, ma a qualcun altro sì. Tutto si riduce ad un dazio pagato ad un sistema che ci tratta come macchine soggette a un moto caotico e prevedibile, da soggiogare e spolpare sempre più intensivamente ogni anno. Facciamoci allora tutti finalmente un vero regalo: abbandoniamo questi formalismi e cerchiamo di svincolarci da inutili convenzioni. Poi, se proprio dobbiamo comprare, acquistiamo qualcosa di veramente utile che magari non potevamo permetterci prima  ed evitiamo di trasformare il Natale in un’inutile ed affannosa ricerca di cose futili. Se poi dovesse avanzare qualcosa, sarebbe bello ricordarsi di chi quel qualcosa non può permetterselo.

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Santa Cecilia: il talento di essere liberi

Il 21 novembre scorso, presso il teatro dell’Istituto Salesiano di Caserta, si è svolta la divertentissima manifestazione di Santa Cecilia. L’evento, coordinato dall’inesauribile don Massimo e dai suoi collaboratori, è stato un modo per conoscere meglio la figura di Santa Cecilia, la santa della musica, in particolare la sua importanza nella tradizione salesiana, ma anche per ricordare le numerose vittime del terrorismo e della guerra e quindi per pregare per la pace. Lo spettacolo è stato un vero e proprio successo grazie al coraggio dei partecipanti di mettersi in gioco in molteplici attività, quali musica, danza, canto e recitazione ed al coinvolgimento attivo del pubblico. L’apertura dello spettacolo è stato affidato a tre studentesse del quarto classico: Antonietta D`Amato, che si è cimentata nel canto di “You’ve Got The Love”, al quale ha conferito grande intensità vocale ed emotiva, Claudia Motta, presenza fissa di Santa Cecilia, che ha dato l’ennesima dimostrazione della sua splendida voce, portando sul palco la canzone di David Guetta “Titanium” e Viviana Mannella, che ha eseguito in modo molto originale un ballo moderno ispirato al Ping pong. A queste performance singole sono sopraggiunte quelle di due “mitici” gruppi: il primo composto dal cantante Ciro Amicone, dal chitarrista Luca Aulicino e dal batterista Loris Corvino; il secondo formato dalle cantanti Alice D’Uonno e Serena Trotta, accompagnate al piano da Rita Dal Poggetto. Momento molto toccante è stato, poi, quello regalato da Emanuele De Lucia, che ha recitato magnificamente la celebre opera “A’ Livella” di Totò, lasciando tutti gli spettatori a bocca aperta; Emanuele è stato capace di far trasparire la propria individualità, seppur nella perfetta imitazione dell’attore napoletano. Lo spettacolo è stato condotto dai rappresentanti d’Istituto Vittorio De Caprio e Andrea Tambaro,  con quest’ultimo che si è rivelato un vero “animale da palcoscenico”, capace di cimentatosi sia nella presentazione che nelle canzoni “Imagine” di John Lennon, da solista e “Le cose dette mai” di Gigi D’Alessio e Anna Tatangelo, in duetto con la bravissima  Milena Ferrara. La loro esibizione, unica  ad essere stata bissata, ha unito professori ed alunni, dalle prime alle quinte, stonati ed intonati,  in un unico coro che ha visto cantare tutti insieme come una vera famiglia. Ci auguriamo che la tradizione dell’anniversario di Santa Cecilia continui  su questa strada, coinvolgendo sempre più ragazzi in modo semplice e spontaneo, ovvero nel puro spirito salesiano. 

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L’intervallo Salesiano, la voce dei giovani

Il giornalino “L’intervallo Salesiano 2.0” è attività laboratoriale svolta dai ragazzi che frequentano il liceo Salesiano di Caserta. Essendo formato interamente da giovani il giornalino funge da nuova via di comunicazione e permette di esprimere il proprio pensiero in una modalità svincolata e conferendogli un campo di influenza maggiore. Si possono scrivere articoli relativi a arte, spettacolo, cronaca, tecnologie, sport, ciò che accade nel mondo ma anche nelle realtà più strettamente vicine a noi e permette di esaltarle anche se apparentemente sembrano insignificanti. E’ possibile commentare gli articoli presenti sul sito www.lintervallosalesiano.altervista.org: anche le critiche aiutano a crescere e a fornire un servizio migliore. Abbiamo fondato un bel gruppo affiatato e speriamo nell’adesione di nuovi partecipanti per l’anno prossimo: avete una storia da raccontare? Potrete farlo!
Ciao a tutti! Ci vediamo a settembre, sperando di essere sempre più numerosi!

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La camorra e lo stato sono come marito e moglie: “fanno solo finta di litigare”

Nel duemila e undici sono stati stanziati due miliardi di euro al fine di assicurare la realizzazione del modello Caserta. Un progetto ideato dal ministro Maroni allo scopo di contrastare la criminalità organizzata tramite l’ utilizzo di mezzi,la collaborazione dell’ esercito,l’ incremento del personale addetto alle indagini,la formazione di posti di blocco e la formazione di un corpo specializzato di magistrati. Questi provvedimenti sarebbero dovuti essere attuati a Casal di Principe ,dove la criminalità organizzata ha assunto una fisicità più compatta tramite una struttura uniforme associabile alla cupola mafiosa che crea così una sorta di anti stato. Questa organizzazione di clan é peró così più facilmente perseguibile dalla giustizia se si dispone di prove concrete. Ecco l’ obiettivo del progetto Caserta. Queste sono le belle parole ora andiamo ad analizzare i fatti. Sono stati effettuati più di settecento milioni di tagli nel comparto sicurezza dal duemila e nove al duemila e undici. Questo fa trasparire la incoerenza con la continua esigenza di risorse investite idealmente nel progetto. Pare che i tagli non siano funzionali ad esso ma siano più tosto un pretesto per ridurre le spese effettive. Quà qualcuno ha mangiato. Col pretesto della lotta alla camorra il personale é stato esposto a straordinari ,a carenza di mezzi se rapportati ai compiti da svolgere e in pratica a lavorare in più gratis.Quei soldi destinati al progetto caserta che fine avrebbero fatto se la polizia e tutti i suoi attuatori si ritrovano a lavorare in queste condizioni?Sembra quasi che lo stato,o meglio le sue componenti periferiche come la regione, e la camorra siano complementari ,la società ha bisogno di un mostro,bene questa figura viene identificata nella camorra, la battaglia solo apparente viene alimentata  per trarre beneficio da essa.

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La voce del mare affievolita in un abisso

L’ oceano è pieno di ricchezze pieno di vita. Se gli si attribuissero attività economiche e una gestione nel complesso potrebbe essere considerato un membro del G8. Assume le caratteristiche di una componente fantasma dei territori che bagna. Dovrebbe essere tanto influente e invece la società scarica su di lui non solo rifiuti ma anche frustrazioni e fallimenti.
Il mondo non è guidato da chi sa garantire il suo equilibrio ma da chi è in grado di sfruttare la maggior quantità di risorse col minimo dispendio.
La società si presenta nell’ecosistema come un complesso sistema di “eghi” che si combattono per rendersi componenti indispensabili di un’organizzazione comune: non nell’ottica della condivisione del bene comune, ma in quella della gelosa custodia facendone un uso egoistico.
Le multinazionali, fondamenta della società attuale, utilizzano l’oceano come smaltimento di rifiuti; le attività umane lo depredano brutalmente della sua biodiversità.
Credere che le risorse naturali non debbano essere sfruttate è un concetto del tutto anacronistico ma non prendere in considerazione la possibilità di assicurare un maggior equilibrio tra sfruttamento e salvaguardia, rende la razza umana come un’epidemia.
Questo nostro modo di fare, non è dettato da progresso e ragione ma da un fare primitivo che considera solo il presente. Dovremmo essere parte di quel qualcosa in più che la natura è, non irresponsabili sfruttatori che condannano le generazioni future a pagare per i nostri errori.

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Le nuove proposte per migliorare la scuola

Sin dai primi progetti di riforma intrapresi dal governo Renzi, la scuola ha rappresentata una delle tematiche più rilevanti. Ecco le proposte dell’esecutivo volte a garantire una maggiore efficienza del sistema scolastico italiano:

  • un miglior convogliamento delle risorse umane assumendo docenti solo tramite concorso;
  • autonomia per gli istituti scolastici grazie alla formazione di un corpo docente autosufficiente che non necessiti di supplenti;
  • l’incremento di stipendio per due terzi del personale docente così da valorizzare il merito – per quanto la definizione di merito risulti ancora sfuggente -;
  • l’istituzione di un registro nazionale di insegnanti che aiuti i dirigenti scolastici a formare il proprio corpo docente;
  • l’abolizione di procedure burocratiche ingombranti e non strettamente necessarie;
  • un budget affidato a ciascun istituto per la diffusione della linea veloce;
  • portare musica e sport nella scuola primaria ed incrementare lo studio della storia dell’ arte per rendere maggiormente consapevoli gli alunni della ricchezza artistica dell’ Italia e consentire quindi una futura loro valorizzazione;
  • garantire l’apprendimento delle lingue sin da bambini in modo che siano parte del processo di formazione individuale;
  • assicurare lo svolgimento di corsi professionali di duecento ore l’anno per avviare gli alunni alla vita lavorativa;
  • associare il pagamento delle tasse relative alla istruzione ad aspetti specifici dell’ innovazione scolastica.

Venendo meno quel procedimento meccanico che assegna attualmente i docenti alle varie scuole, il dirigente scolastico sembra poter avere un’eccessiva influenza: tenderà ad acquisire i dipendenti in base alle sue impressioni od alle sue conoscenze.
L’investimento di denaro pubblico in ambito scolastico e la gestione autonoma di un determinato budget per un istituto potrebbe a lungo termine condurre a dispersioni di denaro.
Queste riforme sono dunque idonee solo se intese come punti di partenza.

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Grecia vs Europa, ancora da stabilirsi la vera natura dell’accordo

Negli ultimi giorni l’Europa e la Grecia hanno cercato di raggiungere un compromesso: la Grecia ottiene assistenza economica dall’Europa per quattro mesi a patto che venga presentato un progetto conforme a quelle che sono le controindicazioni comunitarie. L’estensione del prestito dipenderà dalla capacità di applicazione degli indirizzi generali esposti nel colloquio.

La Grecia afferma di attenersi a tali indirizzi dichiarando necessaria non la riduzione del debito del cinquanta per cento ma solo il prolungamento delle scadenze ad esso relative. Oltretutto garantisce la stabilità del bilancio e la volontà di non attuare politiche unilaterali non tenenti conto del contesto europeo.

La commissione europea è ora a favore di Tsripas ma la Germania presenta ancora delle obbiezioni: la Merkel ritiene che le premesse della Grecia siano troppo generiche e non tengano conto dei problemi specifici quali il dispersivo ed ingombrante sistema pubblico greco. Insomma, le decisioni attualmente prese sono ancora non definitive e molto dipenderà dalle effettive capacità di Tsripas.

La Grecia possiede molte mete turistiche da valorizzare, i fondi dovrebbero essere indirizzati in tal senso. Ovviamente è lo Stato a dover agire convogliando i finanziamenti evitando dispersioni. Il rinvigorimento va quindi di pari passo con il taglio del sistema pubblico: ci sono troppi addetti a tali servizi che svolgono funzioni superflue e lo stesso vale per le eccessive pensioni. Lo sviluppo del privato dovrebbe essere incentivato e non seppellito dalle tasse a beneficio di un sistema pubblico ingombrante.

Il malcontento popolare derivante, avrà importanza marginale perché non ci sarà più un futuro in Grecia di cui discutere, se le casse si svuotano e i finanziamenti vanno a vuoto.

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Un bel aerosol di amianto

E’ risaputo che nei comuni in provincia di Caserta è diffusissimo il fenomeno dell’abbandono di rifiuti. Spesso però la consapevolezza della questione e delle sue conseguenze non raggiunge tutti i cittadini. Questo aspetto garantisce un atteggiamento di massa di tolleranza. Tutti siamo consapevoli dell’ incremento dei tumori a causa dell’ inquinamento e pure non giungono molte denunce riguardanti la contaminazione di un terreno. Non si tratta solo di semplici rifiuti ma di vere e propri materiali da costruzione nocivi o sostanze tossiche provenienti dalla zona industriale. Giacciono nei campi anche molto vicini ai centri abitati all’insaputa dei cittadini. E per quanti, localizzati, vengono rimossi, altrettanti se ne scoprono, sempre nuovi.

Recentemente sono stati scoperti a S. Marco Evangelista degli involucri contenenti amianto in prossimità della superstrada Caserta-Salerno. La responsabilità dell’ inquinamento non è solo dei camorristi ma anche di alcuni cittadini incivili privi anche della più rudimentale concezione di collettività. Questa mentalità sembra molto inculcata nelle menti dei proprietari terrieri che non denunciano l’ abbandono di rifiuti nei terreni confinanti. Una mentalità ristretta incentrata su cose futili che trova fondamento nei pochi impulsi che il contesto sociale di un paese quasi alienato sottopone agli individui.

Se il contesto sociale non stimola le persone la concezione stessa di collettività diventa insignificante. Ma quel che fa veramente rabbrividire è la tolleranza dei cittadini così immersi nelle proprie frenetiche vite da non prendere coscienza che molte persone intorno a loro muoiono, la società dimentica chi è ammalato di tumore o di leucemia; tanto questi non sono funzionali ad alcuna attività sociale: ciò che in futuro potrebbero realizzare è il nulla perché non hanno un futuro.

Ma cosa siamo delle macchine o degli uomini? solo Nella famiglia è concessa – per convenzione dalla società – la compassione e la considerazione ed è in quel contesto che ci rendiamo conto delle conseguenze di quella indifferenza. Ma sono consapevolezze chiuse ognuna nella propria restrizione. Se invece fossimo tutti uniti nella compassione reciproca di queste persone malate, intenzionati a cambiare queste realtà, allora non ci sarà vita che varrà più della loro e forse un giorno cambierà qualcosa.

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Santa Cecilia, un bagliore di libertà in un torrente di indifferenza

Presso l’Istituto Salesiano è convenzionalmente svolto, uno spettacolo dedicato a Santa Cecilia all’interno del quale alunni e professori danno sfoggio delle proprie competenze idonee  all’intrattenimento del pubblico composto anche esso da docenti e alunni. In seguito le loro prestazioni vengono classificate dando cosi vita a una competizione amichevole, solitamente riguardante il canto o l’utilizzo di uno strumento musicale. Un’usanza molto particolare in cui tra conduttori divertenti, occasione di mettersi in gioco donando anche solo un sorriso al pubblico è pretesto per conoscerci meglio; creando così un contesto non scontato e non tipico della vita di tutti i giorni, nel quale si ha l’occasione di vivere al meglio lo spirito salesiano.

Quest’anno però, la nuova edizione non ha potuto avere luogo, a causa della carenza dei partecipanti, dichiaratosi eccessivamente giudicati e condizionati dal pubblico. Alcuni di essi, solitamente partecipano  a manifestazioni intrattenendo un pubblico ben più vasto e pure il contesto salesiano  provoca loro disagio.

La causa è da ricercarsi probabilmente in degli atteggiamenti assunti generalmente di disapprovazione, svalorizzazione e ridicolizzazione nei confronti di  coloro che si propongono, al fine di garantire la creazione di un atmosfera di fratellanza e condivisione, infranta dai comportamenti del pubblico.

l partecipanti, sono stati soggetti a  esclusione, affermazioni offensive nonché pubblicizzazione, ovviamente non autorizzata, sul web della loro prestazione al solo scopo di ridicolizzarli. Tale reazione da parte degli studenti spettatori è riconducibile ad una distorta visione della modalità di arelazionarsi, che pone come presupposto la banalizzazione e la e la visione superficiale della realtà. Di conseguenza  la capacità di mettersi in gioco, di esprimere la propria interiorità viene considerato un aspetto da non esternare nella vita sociale. Si è troppo schiavi di un immagine rappresentativa di se stesso che si cerca di imporre attraverso  la banalizzazione non solo della realtà ma anche della propria persona. Quando si vede allora un individuo libero, capace di esprimere  in qualsiasi modalità disinvoltamente la propria individualità, si prova invidia paura si sente la propria coscienza vacillare distogliersi da quella immagine deformata che noi, il nostro contesto sociale ci impone. Tale inconscia consapevolezza spinge a ridicolizzare un espressione che costringe a mettersi in discussione e imporre disperatamente una realtà vuota.

Tutto ciò a causa del conformismo, della tendenza ad evitare l’auto-giudizio che all’interno degli alunni appartenenti alla istituto salesiano è molto presente. Un contesto chiuso in cui tutti sono coinvolti in un processo che fonda come presupposto realtà vane azioni indegne a tratti infantili un illusione uno stato di stasi in cui si è immersi e ogni specchio che conduce all’auto-giudizio all’interno di questo stato dormiente viene riconosciuto come estraneo.

I ragazzi partecipanti, erano a mio avviso quel tentativo di contrastare quella realtà, e il loro gesto dello scorso anno, anche se apparentemente insignificante ha avuto un grande valore. Tutti dovrebbero vincere la vergogna, essere se stessi e non rendersi dipendenti da un falso archetipo che la ricerca di un armoniosa congruenza tra individui che si relazionano impone, non trovando una condivisione che valorizzi l’individualità di ognuno, per contrastare una  realtà che nel profondo nessuno accetta e a cui nessuno ha la forza di opporsi

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