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E tu conosci le 14 “cassanate” di Antonio Cassano?

L’attaccante barese Antonio Cassano è molto conosciuto sia dentro che fuori dal campo. Dopo aver lasciato anche il Parma per approdare di nuovo alla Sampdoria, dopo Bari, Roma, Real Madrid, Milan, Inter. Una carriera fatta di talento, estro ed eccessi, fuori e dentro il campo. In Serie A ha collezionato 376 presenze, segnando 111 gol.

Ecco le 14 “cassanate”: conosciute e meno conosciute. 

  1. Ancora ai tempi del Bari, Cassano fu beccato dalla polizia a circolare in automobile tra le strade del capoluogo pugliese con il solo foglio rosa e senza accompagnatore. In un’altra occasione fu invece fermato perché alla guida di un motorino senza casco.
  2. In Under 21, nel marzo del 2001, dopo essere rimasto in panchina nella partita contro la Romania, ebbe un diverbio con l’allenatore Claudio Gentile e il giorno successivo lasciò il ritiro.
  3. Durante la trasferta di Champions League di Madrid, fu richiamato ufficialmente perché malgrado fosse vietato portare il cellulare a tavola, il suo squillò durante la cena facendo imbestialire Capello.
  4. Il 23 febbraio 2003 a Udine venne squalificato per aver ripetutamente insultato l’arbitro Pieri.
  5. Nella finale di Coppa Italia del 31 maggio 2003 contro il Milan, espulso dall’arbitro Rosetti, Cassano gli mostrò le corna.
  6. Nella stagione successiva (2003/2004), promise a Capello che in caso di gol nella sfida con la Juventus avrebbe rotto la bandierina del calcio d’angolo. Roma-Juventus 4-0 con doppietta di Cassano…
  7. Passato al Real Madrid, Cassano ritrovò Capello che tuttavia non prese molto bene l’imitazione durante un pre partita da parte dell’attaccante barese (dicembre 2006) che segnò in pratica la fine della sua avventura spagnola.
  8. Il 2 marzo 2008, contro il Torino, Cassanoperse nuovamente la testa quando fu espulso per proteste dall’arbitro Pierpaoli. Il giocatore si tolse la maglietta e minacciò ripetutamente il direttore di gara aspettandolo fuori dal tunnel degli spogliatoi. Cinque giornate di squalifica e multa salatissima.
  9. Approdato alla Sampdoria, il 16 dicembre 2007 era diffidato durante la gara contro la Fiorentina e, ammonito, fu costretto a saltare la tanto attesa sfida contro la sua ex squadra, la Roma. Dopo aver preso il giallo fece una vera e propria sceneggiata scoppiando addirittura in lacrime.
  10. Dopo oltre due anni di tranquillità e dopo aver portato la Sampdoria in Champions League, arrivò la lite col presidente Garrone che segnò praticamente la fine della storia d’amore tra Cassano e il club ligure. Le versioni sull’accaduto sono contrastanti, ma sembra che Garrone volesse che Cassano lo accompagnasse a Sestri Levante per ritirare un premio, ma il giocatore non ne volle sapere. I toni si alzarono fino agli insulti finali di Cassano nei confronti del presidente: “Fan****! Vecchio di m…(insulti vari mentre rientra nello spogliatoio). Vaff…bocch…(altri insulti, dello stesso tenore, sono stati ascoltati da tifosi e giocatori della Samp).”(Gazzetta)
  11. Durante la conferenza stampa prima del match contro la Croazia valevole per la fase a gironi di Euro 2012, Cassano parlò così riguardo i gay in nazionale: “Gay in nazionale? Sono problemi loro. Ma
    spero di no… Me la cavo così, sennò sai gli attacchi da tutte le parti”. Polemiche in questo caso forse troppo eccessive…
  12. Polemiche asprissime con Galliani dopo il suo passaggio all’Inter nello scambio con Pazzini e dopo che il Milan lo aveva aiutato nei suoi problemi cardiaci. “Mi ha preso in giro, promette ma poi non mantiene la parola. Faceva tanto fumo e poco arrosto”
  13. Polemiche anche con l’allenatore della Juventus, Antonio Conte, quando nel novembre 2012 dichiarò che alla Juve ci fossero soltanto “soldatini”.
  14. L’ultima cassanata è molto più recente: Cassano e l’allenatore dell’Inter Stramaccioni arrivano alle mani dopo un diverbio. 
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Omar Sivori: il grande campione argentino

Omar Sivori nasce il 2 ottobre 1935 in Argentina, a San Nicolas. Comincia a calciare il pallone nel Teatro Municipale della città. Arriva così al River Plate di Renato Cesarini, ex giocatore della Juventus.
Sivori viene presto soprannominato “el cabezon” (per la grande testa) oppure “el gran zurdo” (per l’eccezionale sinistro di cui è dotato). Con i biancorossi di Buenos Aires, Sivori è campione d’Argentina per un triennio, dal 1955 al 1957.Sempre nel 1957 con la nazionale argentina vince il campionato sudamericano disputato in Perù, dando vita con Maschio e Angelillo a un trio centrale d’attacco incontenibile. Poco dopo Sivori raggiungere l’Italia e la Juventus. Anche gli altri due protagonisti argentini partono per il campionato italiano: i tifosi ribattezzeranno i tre come gli “angeli dalla faccia sporca”. Umberto Agnelli, all’epoca presidente, ingaggia Omar Sivori su segnalazione dello stesso Renato Cesarini, pagandolo ben 160 milioni, cifra che consentì al River Plate di ristrutturare il proprio stadio. Al suo arrivo a Torino, Sivori rivela in breve tutto il suo talento.
Sivori non conosce le giocate banali, è nato per stupire, per divertire e per divertirsi. Immenso per i suoi dribbling e le sue finte. Segna e fa segnare. Inganna frotte di terzini e diventa il primo giocoliere del campionato, irridendo, con i suoi calzettoni abbassati (alla “cacaiola”, diceva Gianni Brera) e il caratterino che si ritrova, fior di avversari in campo e in panchina. E’ considerato l’inventore del cosiddetto “tunnel”. Omar non si tira indietro nemmeno quando le sfide si fanno infuocate. Il suo limite è rappresentato dal nervosismo che lo accompagna: irriverente, provocatore, non sa tenere a freno la lingua, è vendicativo. Nei dodici anni di carriera in Italia accumulerà ben 33 turni di squalifica. Milita al servizio della Juventus per otto stagioni. Vince 3 scudetti e 3 Coppe Italia e segnando 167 gol in 253 partite. Nel 1960 con 28 centri vince la classifica dei cannonieri del campionato italiano. Nel 1961 “France Football” gli assegna il prestigioso “Pallone d’Oro”. Nel 1965 Sivori divorzia dalla Juventus. Si trasferisce al Napoli dove in compagnia di Josè Altafini manda in visibilio la tifoseria partenopea. Abbandona l’attività – causa anche una pesante squalifica – proprio prima della fine del campionato 1968-69 e rientra in Argentina. Omar Sivori veste per nove volte la maglia azzurra segnando 8 gol e partecipando allo sfortunato Mondiale cileno del 1962. Dopo tanti anni nel 1994 riprende il rapporto di lavoro con la Juventus, con l’incarico di osservatore per il Sud America. Omar Sivori è stato anche commentatore per la Rai: poco diplomatico da giocatore, non era cambiato in tv. Andava giù piatto, con giudizi netti, forse troppo per la prudenza dell’emittente di Stato. Omar Sivori è morto a 69 anni, il 18 febbraio 2005 a causa di un tumore al pancreas. E’ morto a San Nicolas, la città a circa 200 chilometri da Buenos Aires, dove era nato, dove risiedeva da molto
tempo e dove manteneva un’azienda agricola.

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Éric Daniel Pierre: quel calcio che tanto costò…

Éric Daniel Pierre è un attore, dirigente sportivo ed ex calciatore francese, di ruolo attaccante. Lo si ricorda principalmente per i suoi trascorsi nel Manchester United, squadra in cui ha militato dal 1992 al 1997. È stato il principale protagonista della rinascita sportiva del club di Manchester negli anni novanta: con lui, infatti, i Red Devils hanno vinto quattro Premier League e due FA Cup nell’arco di cinque stagioni.”Quando i gabbiani seguono il peschereccio è perché pensano che delle sardine stanno per essere gettate in mare”: questa frase interpreta alla perfezione lo stile di vita di Eric Cantona, “The King”. Un emblema, un’icona, un’istituzione per tutti gli appassionati di calcio del mondo: nel 2001 i sostenitori del Manchester United lo hanno eletto Calciatore del secolo del club. Un francese, in Inghilterra. D’altronde era impossibile non amare Eric, per la personalità e la capacità di incarnare alla perfezione l’ideale di calciatore a tutto tondo, leader in campo e fuori. Pochi mesi fa è ricorso l’anniversario del mitico incidente di Selhurst Park, lo vogliamo celebrare, anche se si tratta di uno degli episodi più controversi della sua carriera. Già, perchè il 25 gennaio del 1995 Eric Cantona decise di entrare nella storia a suo modo: durante una partita in trasferta dello United contro il Crystal Palace, venne espulso dall’arbitro per aver colpito con un calcio il difensore avversario Richard Shaw che lo aveva trattenuto. Quando si avviò negli spogliatoi, provocato da un tifoso avversario, lo colpì con un calcio in stile kung-fu. Matthew Simmons, questo il nome dell’hooligan del Palace, fu successivamente processato per aver insultato il francese e fu condannato a sette giorni di carcere, anche se uscì soltanto ventiquattro ore dopo la sentenza. Cantona fu rinviato a giudizio ed il processo divenne un caso mediatico: condannato a due settimane di carcere, vide la sentenza ridotta in appello a 120 ore di servizio civile. Fu poi sospeso dalla Federcalcio inglese per nove mesi, fino all’ottobre successivo, e la squalifica costò il campionato allo United, che venne beffato da Blackburn di Shearer e Sutton.

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Benevento contro Casertana: partita di calcio o tennis?

Sembrava una partita di tennis quella di domenica tra Benevento e Casertana, eppure la classifica diceva che le due squadre avevano solo un punto di differenza, ma il punto non si è visto in campo. In che senso?! Vi basta sapere che raccontare le azioni della partita è inutile: i Sanniti hanno avuto campo libero e gli ospiti non hanno saputo gestire in modo efficiente la difesa. Per i falchetti una rete c’è stata, ma è stata annullata dall’arbitro. Per i padroni di casa, invece, ha segnato uno splendido Marotta autore di una tripletta, Cissè con un classico goal dell’ex che tra l’altro ha giocato per un anno nella Casertana. Gli ultimi due goal sono stati realizzati da Angiulli. Una partita da dimenticare per gli uomini di Romaniello che dovranno riscattarsi domenica prossima in trasferta contro il Martina Franca. La classifica del girone C di Lega Pro vede il Benevento primo a 50 punti, Lecce a 49 punti e terza la Casertana con 46 punti. Una classifica dove può cambiare ancora tutto nella lotta per la promozione.

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Casertana-Juve Stabia: 1 a 1

Si è giocata di domenica il derby campano tra Casertana e Juve Stabia, match valido per il girone c di Lega Pro. Un buon primo tempo per entrambe le formazioni che hanno avuto più occasioni per sbloccare il risultato. Nella ripresa la Casertana scende in campo con maggiore grinta ed il gol arriva su angolo battuto da Tito dalla sinistra, ci arriva Bonifazi che segna la prima rete in rossoblu. La Casertana abbassa il ritmo ed il nuovo entrato Diop riesce tutto solo a riportare la parità al “Pinto” segnando l’1 a 1. Un punto che serve poco per i falchetti dopo che hanno perso il primato del girone c. I falchetti al momento sono a pari punti con il Foggia, che però giocherà lunedì contro il Matera. Prossimo impegno per la squadra di Terra di Lavoro sarà contro il Cosenza Sabato 20 febbraio.

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La Casertana non ne approfitta

Si è giocata sabato la partita Casertana-Lecce valida per il girone C di Lega Pro. Lo scontro è su alti ritmi sin da subito. La Casertana si lancia in avanti: grande giocata di Jefferson che salta l’uomo e serve sul secondo palo De Angelis. Il bomber si avventa in spaccata sul pallone ed insacca. 1-0. Primo tempo che continua con poche azioni per entrambe le squadre. Secondo tempo che inizia con gli ospiti che attaccano e arrivano al tiro con Moscardelli che trova Gragnaniello preparato tra i pali. Ma al 14’ arriva il pareggio salentino con Surraco che controlla nel cuore dell’area ed infila il portiere rossoblu nell’angolino basso a sulla sinistra. Dopo un’ora di gioco arriva l’infortunio del guardalinee. Si prosegue con un tesserato per squadra a fare da assistente. Inutile dire che la gara ne risente. La Casertana non ne approfitta del pareggio tra Foggia e Benevento e resta bloccata a 2 punti dal Foggia. Prossima partita per la squadra di Terra di Lavaro sarà domenica 7 febbraio contro il Matera.

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L’Italia piace ma delude

L’Italia Under 21 è una squadra temibile e in continuo miglioramento.In Serbia, nella partita più difficile del girone di qualificazione a Euro 2017, parte imponendo il gioco ma  poi cala, prende un gol assurdo ma poi reagisce. Finisce 1-1 e sembra un allenamento della Lazio travestito da partita internazionale poichè segnano Milinkovic con un cross finito in porta e Cataldi. Al di là dei gol l’Italia è piaciuta per l’ atteggiamento di squadra anche se ha un chiara carenza in attacco. Berardi non ha sfruttato due occasioni troppo semplici per uno come lui, mentre Cerri e Boateng hanno confermato di non avere le giocate per decidere una partita così importante. Centrocampo e difesa hanno fatto meglio, Mandragora ha giocato una gran partita e Barreca all’esordio da titolare è piaciuto. L’Italia diverte e impone il gioco ma è troppo ingenua,concedendo troppi spazi. 

La nazionale maggiore di Conte, invece, nell’amichevole contro il Belgio conclude sul risultato deludente di 3 a 1. Candreva illude Conte, poi gli azzurri crollano a  Bruxelles. Il vantaggio immediato non basta: Vertonghen, De Bruyne e Batshuayi ribaltano il risultato, e se non basta la sfortuna travolge la nazionale di Conte: Eder colpisce una clamorosa traversa. Il talento dei Diavoli Rossi e gli errori di Chiellini e Bonucci fanno la differenza.

LA CRONACA. Folgorante l’avvio dell’Italia che al 3’ è già in vantaggio: Candreva cambia gioco sulla destra per Florenzi che mette in mezzo un pallone rasoterra per Pellé, destro secco dell’attaccante del Southampton, Mignolet respinge ma nulla può sulla ribattuta di Candreva che insacca facilmente da due passi. Il Belgio accusa il colpo ma ha la fortuna di trovare il pareggio dieci minuti dopo al primo tiro in porta: corner dalla destra di De Bruyne e colpo di testa vincente di Vertonghen che anticipa Chiellini sfruttando un blocco di Witsel su Parolo. Al minuto 39 il gioco si ferma: sul maxischermo dello stadio Re Baldovino scorrono i nomi delle 39 vittime dell’Heysel tra gli applausi commossi di tutti gli spettatori. Poi si ricomincia a giocare ma il secondo tempo è quasi un monologo del Belgio. La squadra di Wilmots schiaccia il piede sull’acceleratore e cinge d’assedio l’area azzurra. Eppure è la Nazionale azzurra al 61’ ad avere la palla giusta per il 2-1 ma il destro di Eder, una specie di rigore in movimento, finisce incredibilmente sulla traversa. Gol sbagliato, gol subito e il Belgio torna in vantaggio al 74’: pasticcio di Bonucci che in fase di impostazione regala palla al Belgio, Buffon salva su Batshuayi ma nulla può sulla successiva ribattuta di De Bruyne. L’Italia sparisce dal campo e i Diavoli Rossi calano il tris con Batshuayi che fulmina Buffon sul primo palo su assist di Hazard. Finisce 3-1 per la squadra di Wilmots.

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Poker per la Casertana

Si è giocata domenica alle ore 14 la partita tra Akragas e Casertana. Partita totalmente dominata dai falchetti per tutti i 90 minuti. Al minuto 18, nella prima azione decisiva, la Casertana va in vantaggio con Agyei. Dopo pochi minuti Akragas segna ma il goal viene annullato per fuorigioco. Il primo tempo finisce con il goal di Alafageme. Nel secondo tempo solo Casertana in avanti e De Agelis fa due goal. La partita si chiude con un poker per la Casertana che vola a +4 dal Messina. La prossima partita per i falchetti sarà il match casalingo contro la Lupa Roma.

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Tutto per tutto contro Salernitana e Pesaro

Casertana. Falchetti vincenti 4-1 contro il Savoia; marcano il tabellino: Murolo – migliore in campo con la sua doppietta -, Mancosu e Cissè. Vittoria facile e non sofferta per gli uomini di Campilongo, che hanno dominato tutta la partita ed ora sono pronti per dare il tutto per tutto nell’ultima partita di campionato, all’Arechi, contro la Salernitana. Alimentano così la speranza playoff i rossoblù che dovranno comunque attendere un risultato negativo di Matera e la JuveStabia.

Juvecaserta. Vittoria della Pasta Reggia contro Reggio Emilia per 75:65; prestazione che avvicina il roster di Esposito alla salvezza. Degna di nota la gara di Scott che mette a segno 19 punti.
Ultima giornata sarà in trasferta contro Consultinvest Pesaro. Scontro diretto che vedrà i vincitori mantenere la categoria e gli sconfitti retrocedere in A2.

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Stop per le casertane

Casertana. La partita contro il Martina Franca è stata rimandata a causa della pericolosità dello stadio. La decisione è stata presa dopo la caduta di pezzi di ferro dai pali dell’illuminazione dello stadio. Il recupero è previsto per il 15 aprile.

Si è giocata invece la partita casalinga contro il Melfi. La gara, valevole per la 33° giornata, è stata giocata sottotono e persa dai Falchetti due reti a tre.

Nonostante la sconfitta e con una partita in meno, la Casertana è sempre in zona play-off insieme a Juve Stabia, Lecce e Matera.

Juvecaserta. Pasta Reggia Caserta è uscita sconfitta dalla trasferta contro Trento 73 a 66. Per i bianconeri il miglior giocatore è stato Ivanov che ha messo a segno ben 16 punti.

Il prossimo incontro – casalingo – per i ragazzi di Esposito è contro Olimpia Milano, prima in classifica.

Volalto. Ventitreesima giornata che vede le volaltine impegnate in un derby perso in casa 3 set a 0 contro New Volley Libertas di Gricignano d’Aversa. Una sconfitta che complica la via per i play-out. La partita vede le rosanero cedere, pur iniziando bene sul piano del gioco, per 14-25, 23-25 e 21-25.

“Ora bisogna vincerle tutte”, queste le parole di coach Giandomenico che crede nella salvezza quando mancano tre partite al termine del campionato.

Il prossimo incontro è contro Riso Scotti Pavia, a questo punto, incontro decisivo.

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