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Solo rabbia per i rosso-blu..!!

Solo rabbia per i Casertani che tornano a casa dopo una sconfitta a Catania di 1-0. Il coach Tedesco la dichiara una sconfitta assolutamente immeritata, a causa delle condizioni disagiate del campo che non ha permesso che le due squadre giocassero la partita alla pari. Il gol decisivo della sconfitta arriva proprio nel momento in cui la Casertana stava sbloccando il risultato. Nonostante tutto i ragazzi affermano di aver lottato fino alla fine per la vittoria, e tutta la rabbia sarà trasformata in adrenalina da sfoggiare in nelle prossime partite. La casertana inoltre, nonostante i risultati negativi di quest’ultimo periodo, continua a scendere in campo a testa alta, combattendo fino alla fine.

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Novità nello staff rosso-blu!!

Nel post partita di Casertana-Akragas, in conferenza stampa si è annunciato il ritorno di un veterano rosso-blu. Il presidente Giuseppe D’Agostino ha dichiarato diversi aggiornamenti per quanto riguarda lo staff dirigenziale, con direttore generale Beppe Materazzi. Si parla di grande ritorno in quanto Beppe ha coperto le panchine della Casertana dal 1985 al 1987 e poco dopo nell’annata di serie B 1991/9. Materazzi dichiara di essere entusiasta del progetto, annunciando nuove programmazioni per un futuro, si spera roseo, per la Casertana. Inoltre Materazzi sarà affiancato da Fabio De Carne, direttore dell’area tecnica, ex collaboratore di Beppe ai tempi del Bari. 

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Il crollo rosso-blu!

Dopo diversi risultati importanti, la Casertana cade al Pinto contro Akragas. Nonostante il dominio in campo nella prima parte di gara, i Falchetti non riescono a trovare il vantaggio. Diverse occasioni per entrambe le squadre, ma la decisiva è capitata ai siciliani, che hanno saputo sfruttare l’errore avversario segnando al 35′, con Salvemini, l’1-0 per Akragas. I rosso-blu hanno tentato di tutto per ecuperare ma la difesa siciliana ha tenuto duro facendo arrendere i casertani. Causa di questa sconfitta è la discesa in graduatoria per i Falchetti, trovandosi così al 12 posto fermi a 19 punti. La prossima gara porterà i casertani in Basilicata, a Matera, a giocare contro la quarta classificata il 07/12.

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Top 3 dei calciatori

Salve a tutti ed ecco a voi il 2° appuntamento della top 3 dei giocatori più forti nel loro sport, oggi vedremo la top 3 dei giocatori di calcio

1)RONALDINHO; è  un attaccante brasiliano, con la nazionale brasiliana si è laureato campione del mondo(2002) e nel 99 campione del sudamerica. ha iniziato la sua carriera partendo dal gremio poi è andato al paris saint-germain ed infine al barcellona ha vinto molti titoli come campionati, due super coppe di spagna e una champios league con il Barcellona, una coppa liberatodes e una recopa sudamericana .

2)MARADONA chiamato D10S dai tifosi,è considerato uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi e, da molti, il migliore in assoluto. In una carriera da professionista più che ventennale, ha militato nell’ argentinos jrs nel boca juniors, nel barcellona, nel Napoli nel Siviglia e nel newel’s old boys Con la nazionale argentina ha partecipato a quattro edizioni dei Mondiali (82, 86, 90, 94); i 91 incontri disputati e le 34 reti realizzate in Nazionale costituirono due record, successivamente battuti. Il suo gol realizzato contro la nazionale inglese  nei quarti di finale del Mondiale 1986 è considerato il gol del secolo. e segue di cinque minuti l’altro famoso e controverso episodio per cui è spesso ricordato, quello della mano de dios. Non è mai potuto entrare nelle graduatorie del Pallone d’oro, perché fino al 1995 il premio era riservato solo ai giocatori europei. Proprio per questo nel 1995 vinse il Pallone d’oro alla carriera.

3)PELè:  pseudonimo con cui è universalmente noto Edson Arantes do Nascimento (Três Corações, 23 ottobre 1940]), è un dirigente sportivo ed ex calciatore brasiliano, di ruolo attaccante, considerato dalle maggiori organizzazioni internazionali ufficiali dello sport nonché da molti esperti e appassionati il miglior giocatore di tutti i tempi.Conosciuto anche come O Rei (in italiano Il ReO Rei do Futebol (Il Re del Calcio)o Perla Nera (in portoghese Pérola Negra), è il Calciatore del Secoloper la FIFA,] per il Comitato Olimpico Internazionale e per l’International Federation of Football History & Statistics (IFFHS) nonché Pallone d’oro FIFA del secolo, votato dai precedenti vincitori del Pallone d’oro. Successivamente ha ricevuto, unico calciatore al mondo, il Pallone d’oro FIFA onorario. È l’unico calciatore al mondo ad aver vinto tre edizioni del campionato mondiale di calcio, cosa avvenuta con la Nazionale brasiliana nel 1958, 1962 e 1970. Il suo gol realizzato alla Svezia nella finale del 1958 è considerato il terzo più grande gol nella storia della Coppa del Mondo FIFA e primo tra quelli realizzati in una finale di un campionato del mondo. La FIFA gli riconosce il record di reti realizzate in carriera, 1281 in 1363 partite, mentre in gare ufficiali ha messo a segno 761 reti in 825 incontri con una media realizzativa pari a 0.92 gol a partita.

 

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La Casertana non molla, ma bisogna lottare ancora!!

Nella quindicesima giornata di campionato,27/11/2016, la Casertana trova un pareggio in trasferta a Foggia, con il risultato di 1 a 1. Risultato che blocca i ragazzi rosso blu all’ottavo posto, con 19 punti in graduatoria. Primo gol segnato dalla squadra di casa e  firmato da Sainz Maza al 10′. I rosso blu non mollano e Carlini, dopo essersi divorato l’occasione del pareggio al 39′, trova una seconda occasione dal dischetto, dopo un fallo di Angelo sullo stesso Carlini. La partita si conclude con il Foggia in netto svantaggio, dopo l’espulsione di Loiacono e Padovan, chiudendo così solo con nove giocatori. La prossima giornata la Casertana giocherà in casa, il 03/12, contro Akragas Catania.

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Gioie e soddisfazioni al Pinto!!

Quattordicesima giornata di campionato, 20/11/16, vede protagonisti i ragazzi di Terra di Lavoro con una vittoria di 2-0 contro Siracusa. Vittoria utile per i falchetti che salgono a quota 20 in graduatoria, guadagnandosi l’ottavo posto, facendo invece scendere i siciliani, reduci di un pareggio e due vittorie. A sbloccare la partita poco prima dell’intervallo è Rajcic, con il suo primo gol in campionato al 44′, e cinque minuti dopo la ripresa c’è Corado che chiude la partita con il suo terzo gol stagionale, assicurando la vittoria ai ragazzi di Tedesco, dichiaratosi  soddisfatto del risultato. La prossima partita si giocherà domenica 27 novembre, in tranferta contro Foggia.

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Casertana: un punto che non migliora le cose

Domenica sera si è giocata la partita Casertana-Fondi,valida per l’ undicesima giornata di Lega Pro. La partita si è conclusa con il risultato di 1-1,con i padroni di casa padroni del gioco per tutto il primo tempo. Il primo goal della Casertana è scaturito da un tiro dalla distanza di Carlini al minuto 31 del primo tempo. Secondo con i falchetti che devono difendersi dall’ aggressività degli ospiti che trovano il goal con Albadoro al minuto 26 del secondo tempo dopo un calcio d’ angolo mal difeso e pieno di confusione. Un punto che serve poco alla Casertana che occupa la nona posizione del girone a quasi 10 punti di distanza dalla zona playoff. La prossima partita per i ragazzi di Terra di Lavoro sarà domenica 6 novembre alle 16:30 in trasferta contro il Cosenza. In seguito a questa partita, durante la settimana ci sono stati problemi anche societari che non aiutano la squadra che si trova in questo periodo dove non riescono ad arrivare risultati. 

 

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La favola Leicester oltre la semplice favola

Quella che ha compiuto il Leicester City in Premier League è stata un’impresa sportiva enorme, ma non si tratta di un miracolo o di una semplice favola calcistica. Se il Chievo, quattordicesimo l’anno scorso in serie A, come quattordicesima si era qualificata la squadra allora allenata da Nigel Pearson, avesse vinto lo scudetto questo sì sarebbe un miracolo, ma quello che hanno fatto Ranieri, Vardy, Mahrez, Kanté e compagni, oltre a entusiasmare chi ama gli outsider, è invece l’aver messo in evidenza l’equivoco di fondo della Premier League: avere fatturati e budget enormi non è che aumenti il numero di fuoriclasse sul mercato, ma di sicuro aumenta le quotazioni dei giocatori di fascia medio o medio-alta. Il primo effetto è quello di dare ossigeno ai bilanci di chi questi giocatori te li vende, il secondo è quella di generare aspettative insensate visto che la differenza fra la rosa di Manchester United e Leicester City è inferiore a quella fra Juventus e Chievo. Non parliamo di valori di mercato, quelli sì gonfiati dal mercato, ma di valori sportivi. Poi nel calcio vale tutto, anche considerare ben spese le decine di milioni per Darmian, Schneiderlin, Depay, Martial, ecc., ma il fatto che in pochi mesi le loro quotazioni siano diminuite di un terzo dice già tutto. Il valore di mercato della ‘Cenerentola’ inglese si stima vicino a quello dell’Inter e sopra quello del Napoli, anche per i particolari meccanismi redistributori della Premier League. I quali, però, non impediscono al Manchester United di avere un fatturato esattamente quadruplo rispetto a quello dei Foxes e alle altre quattro grandi (Liverpool, Arsenal , Manchester City, Chelsea) di averne uno più che triplo. Si torna al discorso dei giocatori medi strapagati: chi ha Messinon lo vende e chi non lo ha deve avere la competenza per non riempirsi la rosa di zavorra sopravvalutata. Non è un caso che gli uomini copertina, da Vardy a Mahrez, da Schmeichel a Morgan, siano stati a loro tempo acquistati praticamente per niente, mentre altre colonne di questa stagione come Kanté e Okazaki sono state pagate al loro giusto prezzo, in ogni caso quello di una buona riserva di un nostro grande club. Insomma, competenza dei dirigenti e di Ranieri, unita anche al grande patrimonio personale del proprietario, il thailandese Vichai Srivaddhanaprabha, ha permesso la realizzazione di un sogno. Una favola si è realizzata, e tutto grazie al super Mister italiano Claudio Ranieri che ha compiuto veramente un’impresa bellissima, in rapporto anche al materiale umano a disposizione e alla direzione che sta prendendo il calcio.

 

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Dopo i record delle squadre, è il momento dei record dei giocatori

Record Giocatori:

NIKOLA ŽIGIć (attaccante della Serbia) è il giocatore più alto dei mondiali di calcio. Con i suoi 202 centimetri batte anche Peter Crouch, giocatore della nazionale inglese.

Resiste dal 1959 il record di reti nel campionato di serie A 18 squadre. è di Antonio Valentin Angelillo, che realizzò 33 reti con la maglia dell’Inter.

Infallibile dal dischetto, Roberto Baggio è il giocatore che ha segnato più rigori nella storia della serie A: 68.

Più punizioni di prima realizzate in Serie A: Siniša Mihajlović, 29

Bomber implacabile, Gabriel Omar Batistuta è andato a segno in 11 partite di fila nel campionato 1994/95 con la maglia della Fiorentina.

Calciatore che ha realizzato il maggior numero di gol in assoluto: Pelé ha segnato 1.281 gol in 1.363 partite dal 1952 al 1977, con una media di 0.9 gol a partita.

Riccardo Ferri detiene un primato poco invidiabile, quello delle autoreti: 8, realizzate tra il 1984 e il 1992.

La rete più veloce nella storia dei mondiali è quella messa a segno da Hakan Sukur nella finale per il terzo posto contro la Corea nel 2002: l’ex attaccante dell’Inter andò a segno dopo 11 secondi.

Tra i tanti primati della sua straordinaria carriera, Paolo Maldini ha anche quello del maggior numero di partite giocate in serie A: 632.

Martin Palermo non dimenticherà mai la partita del 4 luglio 1999 contro la Colombia in Coppa America: l’argentino tirò tre calci di rigore, fallendoli tutti.

In gol dopo meno di 10 secondi: è il record del nerazzurro Gianfranco Matteoli, realizzato contro il Cesena il 27 novembre del 1988: è il gol più veloce nella storia della serie A.

Il tedesco Lothar Matthaus è il giocatore che ha disputato più edizioni della Coppa del Mondo: 5 (1982, 1986, 1990, 1994, 1998).

Paolo Montero è il giocatore più cattivo della serie A: 16 i cartellini rossi collezionati dall’ ex difensore di Atalanta e Juventus.

Ronaldo è il miglior realizzatore nella storia della Coppa del Mondo: in quattro edizioni della Coppa (’94, ’98, ’02, ’06) il brasiliano ha segnato 15 reti.

929 minuti senza subire gol: è il record stabilito da Sebastiano Rossi con il Milan nella stagione 1993-1994.

Porta inviolata Dino Zoff con la maglia azzurra… 1.143 minuti, terminato col gol di Sanon in Italia-Haiti 3-1, nel mondiale del 1974.

Nel mondiale del ’90 la porta difesa da Walter Zenga rimase inviolata per 518 minuti, record nella storia della competizione. 10 giugno 1961:

Omar Sivori segna 6 reti nella partita contro Inter (che per protesta schiera la Primavera). L’argentino stabilisce il record di gol in una sola partita.

Calciatore ritiratosi più anziano, il calciatore inglese Stanley Matthews concluse l’attività nello Stoke City nel 1965 ritirandosi a 50 anni dopo 33 anni d’attività.

Calciatore più giovane ad aver esordito in massima serie: il boliviano Mauricio Baldivieso esordì con il Club Aurora a solo 12 anni e 363 giorni.

Calciatore che ha segnato più gol in una partita tra club: Il calciatore cipriota Panagiotis Pontikos dell’Olympos Xylofagou ha segnato 16 gol nella partita Olympos Xylofagou- S.E.K. che si è conclusa del 7 maggio 2007, finita 24-3, anche il calciatore francese Stephan Stanis ha segnato 16 goal per il Racing Club contro l’Aubry Asturies nel dicembre del 1942.

Calciatore più vecchio al Mondiale: Il Camerunense Roger Milla giocò ai Mondiali 1994 all’età di 42 anni

Calciatore con più gol realizzati in una stagione: Il calciatore argentino Lionel Messi del Barcellona nella stagione 2011-2012 ha realizzato 82 gol.

Trasferimento più oneroso: il calciatore gallese Gareth Bale del Real Madrid prelevato per 109 milioni di euro dal Tottenham seguito dal calciatore portoghese Cristiano Ronaldo è passato nella stagione 2009-2010 dal Manchester United al Real Madrid per 94 milioni di euro.

Calciatore più pagato Leo Messi. Il campione argentino, attaccante del Barcellona guadagna 65 milioni di euro (lordi) annui

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Record squadre nella storia del calcio

Incredibili ma veri  record mondiali del calcio.

Allacciate bene le cinture si parte!

Partita con più gol:
AS Adema – SO Emyrne avuto luogo durante il campionato del Madagascar, il 31 ottobre 2002. Questa partita è entrata nella storia del calcio a causa del suo straordinariamente elevato scarto di reti: 149-0 per l’AS Adema.
Questo perché i giocatori del SO de l’Emyrne hanno segnato nella propria rete per mostrare il loro malcontento con l’arbitro della partita che aveva preso una decisione (controversa) per il loro allenatore Ratsimandresy Ratsarazaka.
Questa partita è riconosciuta dal Guinness dei Primati come quella con il maggior scarto di reti.
Nella partita segnò per protesta 149 autogol.

La partita di calcio Australia-Samoa Americane 31-0 detiene il primato del più largo scarto, riconosciuto dal Guinness dei primati, nella storia degli incontri tra selezioni nazionali di calcio.
L’incontro si tenne a Coffs Harbour, in Australia, l’11 aprile 2001.

Il record precedente in una partita tra due squadre riconosciuta dalla FIFA era stato stabilito dalla stessa Australia due giorni prima, battendo Tonga 22-0.

 
Nei Giochi del Sud Pacifico 1971 Tahiti aveva battuto 30-0 le Isole Cook, ma la partita non è stata omologata dalla FIFA. Prima della storica partita le Samoa Americane avevano già perso due altri incontri contro Figi (13-0) e Samoa (8-0); l’Australia aveva appena giocato l’incontro da record contro Tonga.
Oltre ad aver vinto per cinque volte il mondiale, il Brasile è l’unica nazionale ad aver partecipato a tutte le edizioni della manifestazione.
 
58 partite di fila senza sconfitte in campionato: è l’incredibile record del Milan di Baresi, imbattuto dal 19 maggio 1991 al 21 marzo 1993.
Squadra di calcio con più titoli internazionali:

Al-Ahly con: 8 Coppe dei Campioni d’Africa/Champions League ● 4 Coppe delle Coppe Africane ● 1 Coppa della Confederazione CAF ● 6 Supercoppe CAF ● 1 Coppa dei Campioni afro-asiatica

Seguito dal Real Madrid 3 titoli di Campione del Mondo ● 1 Coppa del mondo per club ● 10 Coppe dei Campioni d’Europa/Champions League ● 2 Coppe UEFA ● 2 Supercoppa UEFA ● 1 Coppa Iberoamericana

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Paolo di Canio: il romano tifoso della Lazio

Paolo Di Canio nasce a Roma il 9 luglio 1968, trascorre l’infanzia nel quartiere romano del Quarticciolo, zona periferica e popolare di Roma, dove la maggior parte degli abitanti è di fede romanista. Fin da ragazzino Di Canio è ribelle ed anticonformista e lo dimostra scegliendo di tifare per la Lazio, nonostante in famiglia siano quasi tutti tifosi romanisti. All’età di 14 anni entra a far parte delle giovanili della Lazio. E’ uno dei giocatori più promettenti del vivaio biancoceleste ma anche molto irrequieto e difficile da gestire sul campo. Il sabato pomeriggio gioca e di notte parte con gli “Irriducibili”, uno dei gruppi ultràpiù duri di tutto il tifo laziale, per trasferte in ogni angolo d’Italia. Viene ceduto in prestito al Napoli. Con gli eredi di Maradona, Di Canio ha la possibilità di giocare con continuità e sfogare il suo talento. Colleziona 26 presenze e 5 reti che lo portano ad essere eletto nella Squadra dell’Anno della Serie A. Nonostante la buona stagione non ne vuole sapere di tornare alla Juventus e viene ceduto al Milan. Totalizza con i rossoneri 37 presenze e 6 reti in due stagioni, dorate da uno scudetto (1996) e da una Supercoppa Europea. Di Canio arriva allo scontro fisico anche con Fabio Capello: nell’estate del 1996 emigra in Gran Bretagna, in Scozia, al Celtic Glasgow. In una sola stagione diventa un idolo del calcio scozzese fino ad essere votato giocatore dell’anno. Nell’estate del 1997 a seguito di contrasti con la dirigenza lascia la Scozia per trasferirsi in Inghilterra allo Sheffield Wednesday. Anche in Inghilterra viene votato giocatore dell’anno e insieme a Gianfranco Zola diventa alfiere del calcio italiano d’Oltremanica. Il 26 settembre 1998 accade un episodio incredibile: Di Canio protesta contro l’arbitro Paul Alcock e, spingendolo, lo manda a terra. Per questo gesto rimedia undici giornate di squalifica e i media inglesi così come l’opinione pubblica sono tutti contro di lui. Lo Sheffield scarica Di Canio per poche sterline al West Ham United nel gennaio 1999. Con la maglia della squadra londinese Paolo vive una seconda giovinezza. Ben presto diventa un idolo degli “hammers” evince il titolo di capocannoniere nel 1999/2000. Sempre nel 2000 riceve dalla Fifa il premio “Fair play”, per la correttezza e la sportività dimostrata sul campo. C’è un episodio simbolo di questo successo: durante un’azione di attacco il
portiere avversario è infortunato e giace per terra, Di Canio anzichè approfittare della situazione evita di segnare a porta vuota e ferma il gioco di sua iniziativa richiamando l’attenzione del direttore di gara. Nell’autunno del 2000 esce la sua autobiografia; nel libro, che riscuote da subito un buon successo, Di Canio racconta senza paure, pregi e difetti del calcio italiano, i difficili rapporti con gli allenatori, fino a parlare di politica e religione. Nell’estate del 2003 passa al Charlton Athletic con un contratto annuale. E’ il preludio di un ritorno alla Lazio che si concretizzanell’agosto del 2004. Alla presentazione sono presenti 5.000 tifosi laziali. Di Canio ha problemi anche con l’allenatore Caso e l’avvento di Giuseppe Papadopulo è un toccasana. Al derby del 6 gennaio 2005 Di Canio segna
un gol sotto la Curva Sud come 16 anni prima, ma è una delle poche soddisfazioni in una stagione problematica per la Lazio e l’attaccante romano è spesso fuori per infortuni e scelte tecniche. In totale realizza 24 presenze e 6 gol. Nel luglio 2005 pubblica il suo secondo libro: “Il ritorno: un anno vissuto pericolosamente”, in cui racconta la stagione appena trascorsa. In questo periodo la figura del “personaggio” Di Canio è sovente alla ribalta per il saluto romano che è solito rivolgere alla curva laziale. Il gesto ha suscitato diverse polemiche e ha fatto discutere per parecchio tempo in piazze, bar e studi televisivi. Squalificato per una giornata e punito con un’ammenda, per il bene della sua squadra e della società, Di Canio si è impegnato a non esibirsi più in gesti impropri, considerati (da qualcuno) da “demoni”. Al termine della stagione 2005-2006 la dirigenza della Lazio (nonostante la pressione del tifo organizzato), decide di non rinnovare il contratto al calciatore romano.

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L’Incredibile morte nel mondo del calcio: Cesare Maldini

Cesare Maldini nasce a Trieste nel rione di Servola, il 5 febbraio 1932. Considerato da tutti come l’erede spirituale del suo maestro Nereo Rocco, Maldini ha anche lui raccolto maggiori successi da allenatore piuttosto che da giocatore, proprio come il suo maestro. Calcisticamente nasce nel vivaio della Triestina e fa il suo esordio in serie A con la maglia rosso-alabardata il 24.05.1953. Nel ’54 giunge ad allenare la Triestina il mister Nereo Rocco che troverà un giovane Maldini già titolare e capitano. Nella stagione ’54/55, Maldini è al Milan, con il quale disputa la sua prima partita proprio contro la Triestina (finita 4-0 per il Milan). Nel Milan Maldini giocherà fino al 1966 disputando 347 partite, realizzando 60 reti, vncendo 4 scudetti, una coppa italia e, nel 1963, la Coppa dei Campioni battendo a Wembley il Benfica del mitico Eusebio. Questa è una data molto importante in quanto segna la prima coppa europea vinta da una squadra italiana dal dopoguerra e Cesare Maldini fu quindi il primo italiano che alzò questa coppa.

Durante la sua carriera da calciatore, Maldini si distingue per un suo stile spettacolare alquanto narcisista, comportamento che gli costerà spesso errori di gioco che gli esperti definirono “maldinate”. Caratteristica è, a questo proposito, la sua ultima partita disputata con la maglia del Milan, quando Cesare segnò un’autorete in favore
degli avversari che rimase l’unica rete contro le sei segnate dalla sua squadra in quel incontro. Nelle stagioni ’66/67 e ’67/68 Maldini gioca con il Torino (allenato da Rocco) dove concluderà la sua carriera di calciatore. Maldini veste anche per 14 volte la maglia della Nazionale. 

Terminata la carriera da giocatore, Maldini inizia quella di allenatore. Ecco le sue prestigiose tappe: inizia come allenatore in seconda nel Milan del mitico Rocco per tre campionati, passa quindi in serie B prima al Foggia poi alla Ternana ed infine in C/1 con il Parma che Maldini porterà in B. Dal 1980 al 1986 è l’allenatore in seconda della Nazionale (Campione del Mondo in Spagna nel 1982) e dal 1986 al 1996 è l’allenatore della Nazionale Under 21 con la quale otterà numerosi successi. Nel dicembre del ’96 diventa allenatore della Nazionale con la quale fa il suo esordio il 29 marzo 1997 contro la Moldova, in una partita valevole per la qualificazione ai campionati del mondo, nientepopodimenoche allo stadio Nereo Rocco di Trieste, vincendo per 3 a 0 (e Bobo Vieri segna il centesimo gol della storia della Nazionale). Guida quindi la Nazionale ai mondiali di Francia ’98 dove non subirà alcuna sconfitta e verrà eliminato in semifinale ai rigori proprio dai padroni di casa (poi campioni del mondo). Nel 1998 Maldini assume il ruolo di consigliere tecnico del Milan e nel marzo del 2001 va a sedere sulla panchina della quadra rossonera fino a fine campionato, per poi ritornare al suo ruolo di consigliere tecnico.
Il 27 dicembre 2001, Cesare Maldini parte per il Paraguay, chiamato a svolgere la funzione di c.t. della Nazionale sudamericana in vista dei mondiali di Giappone-Corea del Sud 2002. Approda quindi ai mondiali superando la prima fase eliminatoria al secondo posto dietro la Spagna:
– 02/06/02 09:30 Paraguay – Sud Africa 2-2 stadio di Busan
– 12/06/02 13:30 Slovenia – Paraguay 1-3 stadio di Seogwipo
– 07/06/02 11:00 Spagna – Paraguay 3-1 stadio di Jeonju
purtroppo però l’avventura mondiale del Paraguay di Maldini termina il 15 giugno allo stadio di Seogwipo per un gol segnato allo scadere del secondo tempo dalla Germania di Rudy Voeller. Solo tre giorni più tardi suo figlio Paolo giocherà la sua ultima partita in un mondiale, un sogno stroncato allo scadere del secondo tempo supplementare da un golden gol inflitto all’Italia dalla nazionale della Corea del Sud. 

Cesare Maldini è oggi un personaggio noto per il suo particolare modo di parlare che lascia intravedere le tipiche vocali aperte del dialetto triestino, particolare che non è sfuggito neanche a Teo Teocoli che ne è l’imitatore per eccellenza. Maldini ebbe la fortuna, nella sua carriera da giocatore, di avere un allenatore come il grande Nereo Rocco che, soprattutto negli ultimi anni, istitui la cosiddetta “commissione interna” con la quale l’allenatore dava la massima fiducia ai giocatori più anziani dando loro il potere di riorganizzare la squadra in pieno gioco quando lo ritenevano indispensabile.

E’ in questo modo che proprio Maldini decide in pieno gioco di portare un cambiamento nella marcatura della “tigre nera” Eusebio, soluzione che conferirà la Coppa dei Campioni alla sua squadra.
E’ bello ricordare un episodio accaduto il 26 maggio del 1968 quando Maldini disputa un’amichevole allo stadio Grezar con la Triestina per festeggiare i 50 anni della sua prima squadra. In quella occasione Maldini regalò al sindaco un gonfalone che simboleggiava oltre che il cinquantenario della Triestina anche i 50 anni del ritorno di Trieste all’Italia. Si è spento il 2 aprile 2016.

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