L'Intervallo Salesiano » 30 Dicembre 2020

Daily Archives: 30 Dicembre 2020

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Le regole del DPCM da Natale all’Epifania

Quest’anno a causa della pandemia da Covid-19 abbiamo festeggiato il Natale osservando diverse restrizioni sociali, con l’obiettivo di limitare i contagi proprio durante queste feste che tradizionalmente trascorriamo in famiglia e accogliendo in casa amici e parenti. Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha disposto in un nuovo DPCM le regole che qui vogliamo ricordarvi in quanto ancora valide per i giorni di Capodanno e di Epifania.

L’Italia è dichiarata zona rossa per i giorni di Natale, Capodanno ed Epifania  precisamente nei giorni: 24, 25, 26, 27 e 31 Dicembre, e nei giorni  1, 2, 3, 5 e 6 Gennaio; zona arancione  nei giorni feriali 28, 29, 30 dicembre e 4 gennaio. Il DPCM   vieta il tradizionale cenone con i parenti per attendere la mezzanotte, i pranzi  e le uscite insieme. Secondo il Presidente si potranno invitare  solo 2 persone non conviventi e una sola volta al giorno, portando l’autocertificazione, una regola che andrà a svantaggio per le famiglie numerose , le quali dovranno decidere chi invitare provocando tristezza e rabbia per non poter stare insieme. Resta in vigore il coprifuoco dalle 22 alle 5, sono bloccati anche gli spostamenti da una regione ad un’ altra che renderà difficile il rientro a casa degli italiani, i quali aspettano con ansia le festività natalizie per ritornare dai propri cari per rivederli, per abbracciarli, per condividere con loro speranza e gioia. Sono chiuse tutte le attività commerciali (negozi, centri estetici), fatta ad eccezione per i negozi alimentari e farmacie. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha adottato queste misure restrittive per tutelare la salute del popolo italiano evitando la terza ondata di COVID 19. Anche se questi provvedimenti possono sembrare  duri ed inopportuni, sono necessari per salvaguardare la nostra salute e quella della nostra famiglia . Speriamo che tutti questi provvedimenti possano  finire in breve tempo  e che, si ritorni alla normalità recuperando gioia e felicità.  BUON ANNO A TUTTI.

                                                                                                     Roberta Santarsiero 5° Classico

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La scuola al tempo del Covid


Tra le tante problematiche legate al covid-19 grande rilievo, anche nel dibattito pubblico, hanno assunto quelle relative alla scuola. Disorientati dall’ansia del “contagio” e dai continui cambiamenti delle nostre abitudini, grande peso assumono nella vita di noi ragazzi le decisioni riguardanti la didattica. Pur ritenendo sufficientemente positiva l’esperienza della didattica a distanza perché consente di proseguire, in emergenza, il percorso scolastico e conservare il dialogo con gli insegnati, riscontriamo diverse difficoltà: mancanza di interazione ed empatia (con compagni, professori, ecc.); mancanza di concentrazione; organizzazione in autonomia degli orari giornalieri, ecc..

A tutto questo si aggiungono difficoltà specifiche per i diversi indirizzi scolastici. Mi riferisco, particolarmente, agli indirizzi con molte ore dedicate alle attività laboratoriali. Gli studenti del Liceo Scientifico ad indirizzo Sportivo, ad esempio, a causa della chiusura forzata dei luoghi nei quali svolgono solitamente le loro attività, non possono portare avanti i loro programmi specifici se non sostituendo le ore dedicate all’attività sportiva con la mera teoria. Così, si perdono tutte quelle occasioni di crescita e confronto tipiche dell’attività sportiva praticata. In sintesi lo strumento della DAD viene considerato dagli studenti positivo per proseguire almeno in parte il percorso formativo, ma carente di tutte quelle emozioni e competenze trasversali che emergono nella didattica in presenza. Speriamo di rientrare presto e al sicuro nel nostro Istituto.

                                           Angelica Faraone 3° Classico

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Il Covid e noi….

4 marzo 2020, un giorno come tanti: ci siamo svegliati, lavati, vestiti e siamo andati a scuola; abbiamo vissuto una giornata di totale normalità, almeno fino alle 14, quando trapelò la notizia riguardo l’imminente chiusura delle scuole a causa del covid-19. Abbiamo vissuto il 4 marzo 2020 senza angoscia, senza preoccupazioni, se non quelle riguardanti le interrogazioni, infatti di certo non sapevamo che quello sarebbe stato l’ultimo giorno di normalità e soprattutto l’ultimo in cui avremmo varcato la soglia della nostra scuola. È stato probabilmente proprio quel pomeriggio, guardando il telegiornale, che ci siamo resi conto della gravità della situazione e che quei 15 giorni di chiusura sarebbero diventati altri 15 e così via, per poi portare al lockdown: la chiusura definitiva di tutto ciò che era ritenuto “non essenziale”. Le nostre vite da marzo a ora sono inevitabilmente cambiate, anche se non siamo stati toccati direttamente dal covid questa esperienza ha lasciato dei solchi profondi in noi: la lontananza dai nostri affetti ci ha portato a capirne l’importanza e tutte le privazioni imposte ci hanno portato a desiderare ancora più ardentemente quello che per noi prima era scontato. L’estate del 2020 è stata certamente un respiro di sollievo dopo aver trattenuto il fiato per quasi 4 mesi, la situazione stava migliorando e anche se la paura è sempre stata presente, mentre ci trovavamo con i nostri amici al bar o in spiaggia a prendere il sole, almeno per un momento abbiamo dimenticato cosa fosse il coronavirus; sono stati attimi bravi, ma intensi, attimi durati 3 mesi precisamente, prima che la situazione crollasse di nuovo.

La Campania durante la cosiddetta prima ondata sembrava essere rimasta illesa, siamo stati d’esempio per tutto il paese per la nostra perseveranza e la severità delle misure imposta da chi ci ha guidati, ma con l’autunno anche la nostra regione ha mostrato le sue fragilità: i contagi in poco sono saliti alle stelle e siamo dovuti correre ai ripari, la decisione di chiudere le scuole a due settimane dalla riapertura è stata molto criticata, ma da lì a poco l’Italia intera ci ha seguiti confermando le  preoccupazioni di tutti: la seconda ondata era cominciata. Attualmente ci troviamo ancora nella seconda ondata e possiamo dire di essere decisamente provati: questa volta i colpi sono stati diretti, l’innalzamento radicale dei contagi nella nostra regione ci ha segnati e ha scavato solchi profondi in noi colpendo familiari e amici, abbiamo potuto constatare sulla nostra pelle che quella che sembrava una malattia pronta a colpire persone deboli o anziane, non fa sconti a nessuno e non ha paura di sradicare famiglie o di distruggere amicizie. Il Natale è stato un grande punto interrogativo, ma anche trascorrendo le festività nel modo più tradizionale possibile con la nostra famiglia, non c’è stata quella spensieratezza e quell’allegria che caratterizza questo periodo; siamo alla fine del 2020 e abbiamo capito che la cosa importante non è il numero di regali che riceviamo, l’albero e le luci, ma sono le persone con cui trascorriamo il nostro tempo, e quando quest’anno ci troveremo a lamentarci perché non siamo liberi di “sparare” i fuochi d’artificio a mezzanotte, consiglio di riflettere e di pensare anche solo per un momento a coloro che questo Natale lo hanno passato piangendo la morte di una persona cara, o a coloro che si trovano in un reparto di terapia intensiva e da soli lottano per sopravvivere: in queste feste siate intelligenti, siate grati.

Annarita Iodice 5° Classico

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Elezioni Usa, braccio di ferro tra Biden e Trump

7 Dicembre 2020. Biden viene eletto nuovo presidente degli Stati Uniti e parla alla nazione alle ore 20 da Wilmington (Delaware), città di residenza. Introdotto dalla vice Kamala Harris, egli afferma “prometto di essere un presidente che cercherà non di dividere, ma di unire. Un presidente che non vede Stati rossi o Stati blu, ma solo gli Stati Uniti d’America”. Riavvolgiamo per un momento il nastro. Prima delle effettive elezioni presidenziali si è svolta una vera e propria battaglia per le primarie, attraverso il quale ogni partito determina il proprio candidato alla presidenza per le elezioni generali. Una fase preliminare tenutasi durante la prima metà del 2020 e durata ben cinque mesi. Come è noto il presidente uscente Donald Trump ha presentato la propria candidatura al Partito Repubblicano per il Partito Democratico la convention, ha proclamato candidato ufficiale alla Casa Bianca, Joe Biden, già Senatore per lo stato del Delaware (1973-2009) ed ex-vicepresidente degli Stati Uniti (2009-2017) sotto il governo Obama, indicando come compagna di ticket (pseudonimo utilizzato per indicare la vice presidenza) la senatrice californiana Kamala Harris. Unica candidata concorrente alle presidenziali è stata Jo Jorgensen, alla guida del Partito Libertario e docente di psicologia all’Università di Clemson, mentre il candidato del Partito Verde e co-fondatore del partito nonché tre volte candidato governatore di New York è stato Howie Hawkins. Tra le varie candidature singolare quella del rapper Kanye West candidato indipendente alle presidenziali statunitensi. Fulcro della sua campagna elettorale Wakanda, il regno immaginario delle Black Panther, un luogo fittizio dei fumetti creato da Stan Lee e Jack Kirby, pubblicato dalla Marvel Comics, che ritrae l’isolata nazione dell’Africa Orientale tra le più ricche e tecnologicamente avanzate della Terra grazie ai suoi immensi giacimenti di vibranio. Nella sua intervista a Forbes West, consorte di Kim Kardashian, pone tra i punti fondamentali quello di porre fine alla brutalità della polizia, eliminare le sostanze chimiche “dal nostro deodorante e dentifricio” e proteggere l’America con le sue “grandi forze armate”. In quello che si prospetta uno scenario apocalittico, ancor più titanica la lotta tra Trump e Biden. È scontro su tutti i fronti, dal Covid al clima. Le differenze tra i due grandi leader sono davvero molte e radicate nei rispettivi partiti d’appartenenza: il Partito Repubblicano e il Partito Democratico, i due principali partiti politici degli Stati Uniti d’America. Il Partito Repubblicano, ovvero il Republican Party, noto anche come GOPGrand Old Party (grande vecchio partito), presenta una linea conservatrice: fondato nel 1854 con lo scopo di limitare e mettere fine al sistema schiavistico degli Stati Uniti del Sud ha come simbolo l’elefantino repubblicano; il Partito Democratico, Democratic Party, che ha portato il candidato Barack Obama alla vittoria durante le elezioni del 2008 e del 2012, ha origine dal Partito Democratico-Repubblicano fondato da Thomas Jefferson ed altri anti-federalisti nel 1792. Il suo stemma rappresentativo è quello dell’asinello democratico ed è caratterizzato da una linea progressista. Punti salienti dei rispettivi programmi politici l’emergenza Covid-19, a seguito della quale Trump ha ammesso di aver minimizzato la pericolosità del virus, mantenendo  un atteggiamento ambiguo sull’uso delle mascherine anche dopo aver contratto il virus. Biden ha ritenuto per il presidente la responsabilità e l’onere di imporle anche a livello nazionale. Per la questione dei cambiamenti climatici il tycoon ha escluso gli Usa dall’accordo di Parigi del 2015 che stabiliva linee guida globali allo scopo di evitare pericolosi cambiamenti climatici limitando il riscaldamento globale. Secondo Biden si potrà trasformare la minaccia del riscaldamento globale in un’opportunità per rilanciare il settore energetico e dare impulso alla crescita economica. Tra gli obiettivi di Biden quello di rendere l’America una superpotenza energetica.

Dal punto di vista economico Trump proseguirebbe lungo la strada del taglio delle tasse, con un innalzamento record del mercato azionario e un tasso di disoccupazione rimasto basso. Il programma di Biden, democratico moderato, è invece progressista. I temi centrali sono la redistribuzione del carico tributario e l’aumento delle entrate per finanziare nuove spese. Nel campo dell’istruzione, Trump avrebbe cancellato diverse politiche dell’amministrazione Obama, tra cui la protezione degli studenti transgender nelle scuole pubbliche e una serie di nuove norme che renderebbero complicate le procedure di denuncia per chi subisce abusi sessuali a scuola. Con un piano da 2,5 miliardi di dollari, Biden prevederebbe di raddoppiare i professionisti della salute, come psicologi, infermieri e assistenti sociali, molto carenti nelle scuole. Tema scottante quello delle armi: dopo diverse sparatorie di massa negli USA, Donald Trump ha promesso delle azioni contro la violenza armata, ma è stato vago sui dettagli. Ha sempre e solo asserito che i problemi di fondo delle sparatorie riguardano soltanto la salute mentale e l’odio. Sul controllo delle armi, Biden ha sostenuto con forza provvedimenti molto stringenti sul loro utilizzo guadagnandosi l’avversione dell’NRA, la National Rifle Association, organizzazione che agisce in favore dei detentori di armi da fuoco. Il testa a testa sì ė tenuto il 3 novembre ed ha rappresentato la 59esima tornata della storia degli Stati Uniti. Sono oltre 100 milioni gli americani che hanno votato per posta. Questo sistema viene utilizzato ormai da anni in 34 dei 50 Stati Usa. L’urgenza di incentivare ulteriormente il voto a distanza quest’anno è stata dettata, naturalmente, dall’emergenza sanitaria, ma il voto a distanza sta diventando uno dei principali motivi di scontro, Trump ha già gridato ai brogli elettorali, “è pericoloso e terribile non conoscere il risultato delle elezioni nella notte elettorale”, ha sottolineato il tycoon. Con l’assegnazione delle vittorie in Georgia e Arizona, Biden è arrivato a 306 grandi elettori: gli stessi che aveva ottenuto Trump nel 2016, ma sarebbero bastati 270. Guardando al cielo e ricordando con le note di Sky full of stars dei Coldplay, gruppo musicale britannico tanto amato dal figlio Beau, morto prematuramente a 46 anni, il nuovo presidente si è detto onorato di essere stato scelto per guidare il Paese. “Il lavoro che ci attende sarà duro, – ha dichiarato – ma vi prometto questo: sarò un presidente per tutti gli americani, indipendentemente dal fatto che abbiate votato per me o no. Manterrò la fiducia che avete riposto in me”.

Chiara Mastroianni 5° Classico

 

 

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Il Collegio, il docu-reality che piace ai giovanissimi

Dopo il GFVIP, un altro reality show molto seguito è “Il collegio”, arrivato alla quinta edizione e che ha visto protagonisti una ventina di studenti di età compresa tra i 13 e i 17 anni all’interno di un collegio sul modello di quelli degli anni ‘60 nella prime tre edizioni, anni 80 nella quarta, e degli anni 90, precisamente 1992, in questa quinta edizione. Trascorso un mese (dalle 5 alle 10 puntate circa) gli studenti sono chiamati a sostenere un esame che gli conferirà il diploma di licenza media dell’epoca. Gli adolescenti che partecipano al programma hanno l’obbligo di indossare uniformi e di osservare molte regole severe, oltre a consegnare i propri smartphone una volta varcata la soglia dell’istituto.

Uno dei momenti più iconici e “trash” di questo programma è il taglio di capelli dei collegiali. In tutte le edizioni questo taglio è visto con un incubo comunitario che porterà a lacrime e molte lamentele nei confronti del preside dell’istituto. Le lezioni comprendono materie come italiano, latino, storia, geografia, matematica, scienze naturali e una lingua straniera (nelle prime edizioni era il francese, successivamente l’inglese), tutte oggetto d’esame, mentre non lo sono educazione fisica, musica e canto corale, ballo, economia domestica per le ragazze e applicazioni tecniche per i ragazzi, aerobica, informatica e break dance. La prova scritta è composta da uno scritto di italiano e uno di matematica della durata di un’ora, mentre per la parte orale l’esame si concentra sulle materie di scienze naturali, matematica, storia, geografia, italiano, latino. Infine per valutare l’esito dell’esame gli insegnanti non si baseranno solo su queste prove ma anche sulla condotta dello studente e dei suoi voti precedenti. Ciò che rende tanto apprezzato e divertente il programma sono gli interventi spesso ridicoli e carichi di ironia dei collegiali che intrattengono lo spettatore. Spesso gli studenti si accordano tra loro su come raggirare i insegnanti o come copiare senza “essere beccati” o altre volte cercano di ritirare i loro oggetti sequestrati all’inizio di questo percorso. Queste loro intenzioni una volta scoperte vengono ovviamente punite e, in alcuni casi, è prevista anche l’espulsione. Dunque alla base di questo docu-reality c’è l’importanza dello studio e della disciplina posta però davanti a ragazzi ribelli che spesso non vogliono seguire queste regole. Nonostante sia palesemente recitato fa però riflettere sul problema che troviamo nei giovani di oggi, ovvero l’uso sproporzionato della tecnologia. Sequestrando dunque i loro smartphone si va a ristabilire una specie di ordine in mezzo a tutto il caos che può portare la tecnologia. E voi che ne pensate di questo programma? L’avete mai visto?

Fabiana Falco 5° Classico

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The Crown, una serie di gran classe.

La quarta stagione di The Crown è disponibile già da Novembre sulla piattaforma Netflix, e si è immediatamente riconfermato il successo di questa serie creata da Peter Morgan, in cui sono raccontate le vicissitudini della famiglia reale inglese, dove ciascun membro appare come vittima  ma soprattutto carnefice di se stesso: la prima stagione prende avvio dall’anno del matrimonio fra l’allora principessa Elisabetta e Filippo di Edimburgo, cinque anni prima dell’incoronazione, la seconda stagione è incentrata sulla monarchia di Elisabetta II, così la terza stagione che copre gli anni dal 1964 al 1977, mentre la quarta stagione comincia dal primo incontro tra Lady Diana e il principe Carlo, fino al 1990. L’esposizione mediatica della famiglia reale coincise proprio con l’arrivo di Lady Diana, fino ad allora la vita privata della monarchia era rimasta lontana dai rotocalchi.

In questi 10 episodi non è soltanto messo in luce il difficile rapporto tra Carlo e Diana, viene anche raccontato lo scandalo delle cugine della sovrana, nascoste per decenni in un ospedale psichiatrico, e ovviamente anche l’ascesa politica di Margaret Thatcher, la “lady di ferro”. Prima dell’uscita di “The Crown”, interessarsi alle vicende della famiglia reale era considerato un passatempo per signore dal parrucchiere, ma in questa serie il gossip si è trasformato in dialoghi e interpretazioni di alto livello.

Chiara Nacca 5° Sc. Sportivo

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