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Articoli di News da inserire nella pagina delle News

La Festa della Liberazione

La festa della Liberazione si festeggia ogni anno il 25 aprile ed è anche conosciuta come anniversario della resistenza. L’occupazione tedesca e fascista in Italia non terminò in un solo giorno, ma si considera il 25 aprile come data simbolica perché il 1945 coincise con l’inizio della ritirata da parte dei soldati della Germania nazista e di quelli fascisti della repubblica. La decisione  di scegliere il 25 aprile come “Festa della Liberazione “fu presa il 22 aprile del 1946 quando il governo italiano provvisorio stabilì con un decreto che il 25 aprile dovesse essere “Festa Nazionale”. I primi giornali Italiani celebrarono il 25 aprile 1945 come un giorno importante nella guerra non solo l’unità e il popolo, giornali ufficiali del partito comunista e della democrazia cristiana.

Il 26 aprile il corriere uscì con una sorta di “numero unico“ con la testata : “il nuovo corriere“, il direttore dell’edizione fu un giornalista fascista (Mario Borsa ) a cui il CLN ( comitato di liberazione Nazionale) affidò temporaneamente la direzione del giornale . Solo i titoli di prima pagina della stampa ignorando completamente i combattimenti nell’Italia settentrionale, parlavano invece della “fanatica resistenza“ dei soldati tedeschi in Germania, che ormai controllavano solo qualche quartiere di Berlino. Per ricordare questo giorno il presidente della repubblica Sergio Mattarella fa un discorso rivolto ai giovani, ai quali ha ricordato il valore civile della memoria.

di Chiara Nacca, 5º Sportivo

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Giornata Mondiale del Libro

La data del 23 aprile ricorda due ricorrenze unite, in qualche modo, dalla tradizione. La prima è la La Giornata Mondiale del Libro, voluta dall’Unesco (1996) con lo scopo di promuovere il “continuo progresso culturale attraverso la lettura, a protezione della pace, della cultura e dell’educazione di tutti i popoli.” Un importantissimo riconoscimento del ruolo del libro per la costruzione di una società migliore al livello globale. Ovviamente la collocazione della giornata mondiale proprio il 23 aprile non è casuale, infatti in questa data nel 1616 Shakespeare e Cervantes, due pilastri della letteratura mondiale scomparvero.

In questo giorno oltre ad elogiare la lettura c’è anche una leggenda interessante, forse non conosciuta da tutti, ovvero la leggenda della rosa, legata alla comunità della Catalogna, a Barcellona e dedicata a Sant Jordi, ovvero San Giorgio, il loro patrono. A Barcellona, leggenda vuole che sia stato San Giorgio il cavaliere che sconfisse il drago, salvando il popolo e la principessa minacciati dalla mostruosa creatura. Il sangue sgorgato dalle ferite fece fiorire immediatamente delle meravigliose rose rosse, una delle quali venne regalata da Sant Jordi alla principessa. In memoria di questo mitico accadimento, nel giorno dedicato a Sant Jordi (proprio il 23 aprile) in Catalogna si festeggia regalando un libro e una rosa alla persona amata! Anche i librai usano donare un fiore, quel giorno, ai lettori. Conoscevate questa leggenda? Ne avete mai sentito parlare?

Di Fabiana Falco, 5º Classico

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La retromarcia della Turchia dalla Convenzione di Istanbul

“Annullate la decisione, applicate il trattato!” […] Sono stanca di questo Stato patriarcale”. Questi gli slogan dopo l’uscita della Turchia lo scorso 20 marzo dalla Convenzione di Istanbul del 2011, il primo trattato internazionale sulla prevenzione e la lotta contro la violenza di genere e la violenza domestica. La convenzione siglata in Turchia nel 2011 a cui hanno aderito ben 32 paesi, si fonda sulla tutela della parità di genere e individua nelle violenze fisiche, sessuali, psicologiche ed economiche atti fortemente lesivi nei confronti della inviolabilità dei diritti umani e promuove una linea di interventi tesi a combattere stereotipi di genere diffusi. Migliaia di cittadini sono scesi in piazza ad Istanbul, Ankara e Smirne, contro la decisione del presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Il ritiro ha scatenato innumerevoli proteste nel Paese e la condanna da parte dell’Unione europea e del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il quale ha commentato la decisione “improvvisa e ingiustificata” da parte della Turchia dicendosi “profondamente deluso” e ancora aggiunge “i Paesi dovrebbero lavorare per rafforzare e rinnovare gli impegni per mettere fine alla violenza contro le donne e chiedere conto ai responsabili degli abusi, non respingere trattati internazionali scritti per proteggerle”.

300 femminicidi sono stati registrati nel 2020, 78 da inizio 2021 ad oggi, mentre altre 171 donne sono state trovate morte in circostanze sospette e vari casi sono stati classificati come suicidi.

Dati preoccupanti che evidenziano la mancanza di tutela dei diritti delle donne. “La violenza sulle donne è un problema ovunque. In Turchia abbiamo un movimento per i diritti delle donne forte, ma dobbiamo anche confrontarci con molta opposizione”, ha spiegato Fidan Ataselim di “Fermeremo il Femminicidio”. Erdogan avrebbe giustificato il ritiro affermando il tentativo da parte dei membri della Convenzione di rendere “normale” l’omosessualità, un tentativo ritenuto dal leader turco assolutamente non compatibile con il sistema sociale e valoriale del Paese.

Un passo indietro nella civiltà, un messaggio pericoloso per le donne nel mondo secondo Josep Borrell, rappresentante per gli affari esteri e la sicurezza dell’Unione europea, una scelta politica profondamente deludente che guarda con preoccupazione l’aumento vertiginoso dei femminicidi.

In Italia Mario Biani, vignettista di Repubblica ha commentato con un post la retro marcia della Turchia rendendo eloquente l’annullamento di anni di lotte per l’emancipazione femminile, rappresentata infatti è una catena evolutiva a partire dall’australopiteco all’homo sapiens sapiens con su scritto “ti devi fidare”.

La Turchia non è il solo Paese ad aver lasciato la convenzione. Nel luglio 2020 anche la Polonia conservatrice ha abbandonato l’accordo per motivi ideologici. Ancora un muro, ancora un ostacolo alla libertà femminile, ancora una deriva ideologica in cui trova terreno fertile una radicata cultura patriarcale e sessista.

Di Chiara Mastroianni, 5° classico

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25 Aprile, Festa della Liberazione

Il 25 aprile di ogni anno in Italia si festeggia la festa della “Liberazione”. In questa giornata dell’anno 1945 si ricorda la liberazione dell’Italia dal governo fascista e dall’occupazione nazista del paese. La Festa del 25 aprile è  conosciuta anche come anniversario della Resistenza, una festività dedicata anche al valore dei partigiani di ogni fronte che, a partire dal 1943 contribuirono alla liberazione dell’Italia. Il 25 aprile 1945 è una data simbolica: non fu l’ultima giornata di combattimento tra le forze nazifascista e alleati e brigate partigiane, ma fu un momento di vera svolta verso la fine dell’occupazione tedesca. Il governo provvisorio, guidato da Alcide De Gasperi, istituì il 25 aprile come “festa nazionale”. Tra gli eventi del programma c’è il solenne omaggio, da parte del Presidente della Repubblica Italiana e delle massime cariche dello Stato, al sacello del Milite Ignoto con la deposizione di una Corona d’alloro in ricordo ai caduti e ai dispersi italiani nelle guerre.

Con il 25 Aprile si riaffermano valori nuovi e alternativi: la pace, contrapposta all’esaltazione della violenza e della guerra, la democrazia e la libertà contrapposte alla dittatura e all’eliminazione degli avversari politici. Il popolo italiano è debitore al 25 Aprile ed a tutto quello che esso rappresenta. Grazie alle lotte e ai sacrifici della Resistenza, i nostri genitori e, perfino noi abbiamo avuto la possibilità di crescere e di vivere   in condizioni migliori rispetto ai nostri nonni. Il mio desiderio é che tutti prendano coscienza della storia e della necessità di far emergere la “verità”, sempre, indipendentemente da ogni scelta e appartenenza politica e sociale. Voi cosa ne pensate? Siete d’accordo con il mio pensiero?

Di Roberta Santarsiero, 5º Classico

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Possibile riapertura di teatri e bar?

Da oltre un anno l’Italia è chiusa in un lockdown con la campagna di vaccinazione che prosegue per ora piuttosto lentamente in molte regioni. L’economia del nostro Paese è in ginocchio e c’è chi dà la colpa al coronavirus invece che alla sua gestione, disastrosa a livello nazionale, che ha portato alla chiusura di migliaia di attività commerciali, industriali e imprenditoriali. Matteo Salvini assieme ala Lega e all’intero centrodestra da un anno chiedono pianificazioni e strumenti per il sostentamento economico.

“Riaperture in sicurezza, dove i dati lo consentono, e nuovi protocolli per rivedere il numero di accessi in teatri e impianti sportivi, senza dimenticare palestre, bar, ristoranti e negozi”, ha detto Matteo Salvini, concentrandosi soprattutto su alcune delle categorie maggiormente colpite dalle chiusure imposte dal governo. Le palestre, i teatri, i cinema, gli impianti sportivi e le piscine sono chiuse ininterrottamente dallo scorso autunno.

Però un recente studio reso noto nelle ultime settimane ha determinato che circa 1 contagio su 1000 avviene all’esterno. Questi numeri potrebbero far rivedere le politiche di riapertura delle attività economiche anche nel nostro Paese. Voi cosa pensate? Ritenete giusto aprire teatri o bar in questo momento?

Di Fabiana Falco, 5º Classico

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Premio Nobel per la Pace 2021: candidati medici e infermieri italiani

Il premio Nobel è un’onorificenza di valore mondiale conferita annualmente alle persone che, si sono distinte nei diversi campi, apportando dei benefici all’ umanità per le loro ricerche, per le loro scoperte e per le loro invenzioni.

E’ la prima volta che “l’intero corpo sanitario italiano”, tra cui medici e infermieri, è ufficialmente candidato al  più prestigioso Premio Nobel per la Pace 2021 per il coraggio che hanno dimostrato in situazioni spesso drammatiche, molti dei quali hanno sacrificato la propria vita per preservare quella degli altri e per contenere la diffusione della pandemia. La candidatura è stata ufficialmente accettata anche da Oslo, la città in cui si assegna il Nobel per la Pace, perché “il personale sanitario è stato il primo nel mondo occidentale a dover affrontare una gravissima emergenza sanitaria, nella quale ha ricorso ai possibili rimedi di medicina di guerra per fronteggiare l’ emergenza Covid”.   La candidatura è stata proposta dalla Fondazione Gorbacheve sottoscritta, come prevede il protocollo, dall’Americana e Nobel per la Pace Lisa Clark, che ha prestato attività di assistenza volontaria durante l’epidemia. Da questi vieni elaborata una short list di 50 candidati e il vincitore sarà annunciato a ottobre 2021, quando si esprimerà il Comitato per il Nobel.

Ritengo che la candidatura per il premio Nobel per la pace all’ intero corpo sanitario”  sia un modo per esprimere la gratitudine di “tutti”  per gli sforzi e i sacrifici che, hanno sopportato soprattutto nel primo periodo della pandemia. Dopo un anno passato a combattere in corsia una guerra contro un nemico invisibile e sconosciuto, nelle terapie intensive, tra le bombole d’ ossigeno, vestiti come marziani con tute di contenimento, mascherine, visiere e copri scarpe Eppure senza risorse  adeguate, senza informazioni sul virus, con una grande energia e dedizione migliaia di medici, infermieri ed operatori sanitari, hanno cercato di fare il possibile, armati del loro coraggio, del loro spirito di salvare il più possibile vite umane mettendo a repentaglio la propria. Voi cosa ne pensate?

Di Roberta Santarsiero, 5º Classico

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Aperto il processo contro il poliziotto che ha ucciso George Floyd

Il 25 maggio scorso è morto l’afroamericano George Floyd, ucciso a sangue freddo da un poliziotto del Minneapolis. Una delle sue ultime frasi fu “I can’t breathe” (non riesco a respirare) e continue suppliche nei confronti del poliziotto che premeva il ginocchio sul suo collo. Le immagini di quel momento hanno fatto il giro del mondo e hanno infiammato il movimento Black Lives Matter (un movimento attivista internazionale, originato all’interno della comunità afroamericana, impegnato nella lotta contro il razzismo verso le persone nere), che dopo il caso Floyd ha manifestato manifestato per settimane in tutti gli Stati Uniti. Poche settimane fa è iniziato il processo contro Derek Chauvin, l’uomo responsabile della morte di Floyd. Davanti al tribunale, i membri della famiglia della vittima, insieme ai legali e alle decine di persone presenti, si sono inginocchiati per 8 minuti e 46 secondi, il lasso di tempo in cui l’ex agente di polizia ha tenuto il suo ginocchio premuto sul collo della vittima uccidendolo.

L’agente rischia di rispondere di omicidio preterintenzionale di secondo grado, omicidio colposo e omicidio di terzo grado, imputazione che comporta la necessità di dimostrare indifferenza per la vita umana e che potrebbe facilitare la condanna. Chauvin, che si dichiara non colpevole, rischia fino a 40 anni di carcere se dovesse essere giudicato colpevole per l’accusa più grave, quella di omicidio di secondo grado.
Mentre il processo prende il via, a George Floyd Square – così come è stato chiamato l’incrocio dove è morto Floyd – continua il pellegrinaggio iniziato dieci mesi fa, proprio in quel 25 maggio del 2020 in cui l’afroamericano è stato ucciso.
Sulle barricate che circondano l’area si legge “state entrando nello stato libero di George Floyd”: ci sono fiori, murales, graffiti ‘I can’t breathe’ e candele. Non c’è la polizia: la sicurezza è gestita localmente. Voi cosa ne pensate? Giudicate come colpevole Derek Chauvin?

di Fabiana Falco, 5º Classico

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Women’s march

Spesso a causa di frequenti cliché, la donna è segnata sin da bambina da luoghi comuni sulle capacità intellettive. Qualche anno fa una libreria telesina lanciò una petizione a seguito delle reazioni stupite dei clienti a cui venivano consigliati libri scientifici da regalare alle bambine: “No, dammi qualcosa di più adatto!” – era la consueta risposta, al punto che la libraia decise di offrire un caffè a chiunque fosse interessato all’acquisto per una bambina di un libro proveniente dallo scaffale di scienze.

Nel ’44 fu varata a Roma l’Unione Donne in Italia (Udi). Con l’impulso dell’Udi, l’8 marzo ’45 mentre a Londra veniva approvata e inviata all’Onu una Carta della Donna contenente i principi della parità di diritti e di lavoro, in Italia fu celebrata la giornata della donna e l’8 marzo comparve in tutta Italia la mimosa su idea di Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei perché fiorisce in questo periodo dell’anno. Con gli anni la mimosa è uscita dai confini italiani per diventare un simbolo internazionale della “festa della donna”.

Ma le battaglie delle donne non sono affatto terminate, basti pensare ad un vicino passato:
21 gennaio 2017, circa 500 mila manifestanti, in prevalenza donne, si radunarono a Washington, altri milioni nel resto degli Stati Uniti e nel mondo: 750 mila presenti a Los Angeles, 250 mila a Chicago e 150 mila a Boston. A Londra 100 mila furono i dimostranti, alcune centinaia anche a Roma e a Milano.

La manifestazione fu organizzata il giorno seguente la cerimonia inaugurale d’insediamento del presidente Trump, al fine di trasmettere un messaggio coraggioso alla nuova amministrazione: promuovere i diritti delle donne e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla disparità di genere. Sorge spontaneo chiedersi il perché di un così forte segnale anti-Trump.
È risaputa la presa di posizione del “tycoon” riguardo alle donne, più volte sminuite e stereotipate, e nonostante quest’ultimo sostenga di “adorare il gentil sesso”, alcune sue dichiarazioni affermerebbero il contrario. Basti pensare all’intervista nel 2015 durante il GOP debate, in cui la giornalista Megyn Kelly l’aveva provocato a proposito dei suoi comportamenti sessisti, ricordandogli gli spiacevoli pseudonimi dati alle donne ritenute poco attraenti, ma il Presidente dopo una fragorosa risata affermò di non aver a disposizione abbastanza tempo per una “completa correttezza politica”.

La storia, come è noto, è popolata di figure femminili che hanno contribuito a rivoluzionare la vita e la società: da Marie Curie prima donna a cui fu concesso di insegnare nella prestigiosa Università della Sorbona, a Rita Levi Montalcini, insignita nel 1986 del premio Nobel per la Medicina, a Margherita Hack, una delle menti più brillanti nel settore scientifico italiano, sino ad arrivare all’astronauta Samantha Cristoforetti che potrebbe essere a detta di Jim Brindestine, amministratore delegato dell’Ente Nazionale per le attività spaziali e aereonautiche, il prossimo astronauta a mettere piede sulla Luna.

È quanto riportato anche nel libro “Orgoglio e pregiudizi” da Tiziana Ferrario, giornalista italiana che fin dai primi anni ottanta, è stata una delle principali anchorwomen del TG1 e ne ha condotto per lungo tempo le principali edizioni. Inviata di politica estera ha documentato crisi politiche e internazionali, dall’Afghanistan, al Medio Oriente e nominata Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana dal Presidente Ciampi per il suo impegno civile come giornalista inviata in aree di guerra.

“Orgoglio e pregiudizi” secondo la scrittrice è un “libro-testimonianza” che comincia la mattina della Women’s March e si snoda tra storie appassionanti, difficili, sconosciute. Un racconto che ferma l’attenzione sui fatti e sulla necessità di una reale parità di carriera, di salari, di diritti. Storie di campionesse dello sport, di scienziate geniali, di attrici di Hollywood, di donne comuni che lottano ogni giorno contro le discriminazioni.
Nel nostro Paese – afferma la Ferrario – “tanta strada è stata fatta ma tanta ne resta ancora da percorrere per una società più equa, […] per riaprire un dialogo e affrontare il cammino che rimane, uomini e donne insieme”.
Attraverso un appello alle donne di tutto il mondo la nota giornalista invita a non fermarsi, a non temere gli ostacoli e a non cercare di essere perfette perché, come da lei dichiarato in un’intervista, “alle ragazze bisogna insegnare il coraggio non la perfezione”.

di Chiara Mastroianni, 5° Classico

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Gli Alfieri del 2021

                            “UN GESTO EROICO”

L’ undici marzo 2021, il  Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito ventotto attestati d’onore di “Alfiere della Repubblica”  ai giovani che nel 2020 si sono distinti per l’impegno e per il coraggio che hanno dimostrato.  Tra i giovani deve essere ricordata una giovane ragazza di  nome Giulia Moscariello di anni diciotto anni salernitana,  residente a Cava de’ Tirreni. Giulia ha compiuto un gesto altruistico e coraggioso nei confronti della sua migliore amica Chiara. La sera del 31 luglio 2020 Giulia  e  Chiara, al termine di una serata tra amici, stavano aspettando i genitori e chiacchieravano sedute su un muretto. All’improvviso  sopraggiunse un’ auto che fuori controllo si  schiantò sul muretto su cui erano sedute. Giulia, accortasi della folle corsa della vettura, spinse Chiara salvandola così dall’impatto.

Invece, per Giulia le conseguenze dell’incidente sono state molto gravi, perché ha subito l’amputazione della gamba. Adesso Giulia sta bene.Questa azione, così coraggiosa, degna di una profonda ammirazione deve invitare tutti a riflettere. Come ci saremmo comportati se ci fossimo trovati nella stessa situazione di Giulia? Avremmo avuto lo stesso coraggio?  Voi cosa ne pensate?

Roberta Santarsiero, 5º Classico

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Giornata del fiocchetto lilla

La giornata nazionale del fiocchetto lilla è stata promossa per la prima volta nel 2012 . L’iniziativa parte da un padre che ha perso la figlia Giulia a soli 17 anni per bulimia (lista d’attesa per ricovero in una struttura dedicata ) e ricorre il 15 marzo , proprio il giorno della sua scomparsa .Questa giornata offre speranza alle persone che stanno lottando e mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sui disturbi . In Italia 3 milioni di giovani soffrono di DCA (disturbi sul comportamento alimentare) un fenomeno spesso sottovalutato sia da chi ne soffre che dai familiari , dedicare una giornata ai DCA significa aumentare l’attenzione della popolazione italiana attorno a queste patologie che utilizzano il corpo come mezzo per comunicare un disagio , per facilitare la comprensione dei meccanismi psico-biologici che favoriscono la malattia e diffondere la consapevolezza che questi disturbi possono essere curati attraverso una rete assistenziale orientata all’individuazione precoce del disturbo tramite l’attenzione di percorsi riabilitativi.

Di Chiara Nacca, 5º Sportivo

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Bianchi nominato nuovo ministro dell’Istruzione

Patrizio Bianchi è il nuovo ministro dell’istruzione del governo Draghi , ha esposto le sue idee di riforma della scuola a ottobre dell’anno scorso . Uno dei punti focali riguarda la necessità dell’istruzione di formare lavoratori qualificati a capaci di coltivare la propria indole in senso civile. Secondo Bianchi sono centrali il rafforzamento degli istituti professionali e dell’autonomia scolastica , il passaggio dell’obbligo scolastico da 16 a 17 anni e la riduzione a quattro anni del processo di istruzione superiore . Per Bianchi c’è la necessità di accrescere il prestigio  degli istituti professionali , inoltre gli studenti dovrebbero poter acquisire la prima qualifica a 16 anni , garantendo l’attivazione immediata di tirocini formativi nelle aziende per poter facilitare l’accesso nel mondo del lavoro a chi abbia la necessità  e la volontà di terminare gli studi in anticipo , dando però poi la possibilità di proseguire gli studi in un secondo momento attraverso un corso triennale post secondario . Collegata a questo progetto c’è la proposta di riduzione a 4 anni dell’istruzione superiore riducendo tutto il processo scolastico da 13 a 12 anni al fine di accelerare i tempi di accesso all’università e al mercato del lavoro , e allineando gli studi italiani agli standard dei colleghi europei.

Di Chiara Nacca, 5º Sportivo

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La morte di Ferlinghetti

Il 22 febbraio 2021 si è spento per una malattia polmonare Lawrence Ferlinghetti, un poeta ed un editore statunitense. Nasce il 24 marzo del 1919 a Yonkers, nello Stato di New York, suo padre era italiano mentre la madre franco-portoghese. Lawrence Ferlinghetti trascorse l’infanzia in Francia, a Strasburgo, affidato a una zia dopo il ricovero della madre in manicomio; e si trasferì negli Usa quando la zia fu assunta come governante a New York.
Quando fu arruolato nella Marina statunitense vide Nagasaki e a pochi giorni dallo sgancio della bomba atomica, decise di diventare un “pacifista radicale” e di concentrarsi nei i suoi studi a Parigi.

Il pensiero che per tutta la vita ha accompagnato Ferlinghetti ha riguardato la storia della sua famiglia. Morto prima della sua nascita, il padre non gli lasciò altro che il proprio nome sul quale effettuare ricerche: Carlo Leopoldo Ferlinghetti. Solo nel 1955 il poeta decise di prendere ufficialmente il proprio cognome italiano e di firmare con quello tutta la sua opera letteraria e artistica. In precedenza usò il cognome “Ferling”.
Nel 1953 fondò City Lights, la prima libreria al mondo a vendere esclusivamente tascabili, che ben presto diventò anche casa editrice, pubblicò poco tempo dopo nel 1956 uno dei libri di poesie più venduti al mondo, “Howl and other poems” (“Urlo e altri poemi), manifesto poetico della Beat Generation (una generazione di artisti, poeti, scrittori, provocatori che nei decenni ha dato il suo nome a uno sfolgorante pezzo di storia del costume americano e mondiale). Queste sue idee e opere giunsero in Italia grazie a Fernanda Pivano, una grande amica di Ferlinghetti.

Ferlinghetti fu anche autore del best seller “A Coney Island of the Mind”, composto nel 1958 e nel giro di poco tempo riuscì ad arrivare al milione di copie vendute, il testo infatti sarà tradotto in 9 lingue. In vita quest’uomo ha ottenuto tanti successi, ed è bene ricordarli, così com’è importante ricordare la sua persona, infatti una sua cara amica Giada Diano ha raccontato di quando Ferlinghetti fosse ingegnoso, brillante, autoironico e di quanto fosse importante per lui la scoperta di sè , un tema che trattò quando raccontò della sua difficile vita e in particolare della precoce morte del padre. Voi lo conoscevate questo autore? Che ne pensate?

di Fabiana Falco, 5º Classico

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