L'Intervallo Salesiano » 14 Marzo 2022

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Vivere senza slot

Vivere senza slot, scritto da un gruppo di scrittori dal nome Collettivo senza slot è stato pubblicato a Milano nel novembre del 2013, dalla casa editrice nuovadimensione. Il libro appartiene ad un genere ibrido, in parte saggio e in parte narrativo.  

In questo testo c’è una sola tematica che fa da radice da cui poi si sviluppa il tutto; in poche parole l’intento degli autori è far capire a noi lettori per quale motivo il gioco d’azzardo è illegale, e che tutti i tipi di gioco fanno male e possono provocare danni di natura sociale, psicologica ed economica. 

La narrazione è continua, priva di flashback o flashforward. La trama è incentrata su un gruppo di amici che fondano un’associazione contro il problema globale del gioco d’azzardo, concentrandosi particolarmente sul problema delle slot machine; il gruppo prende il nome di Collettivo senza slot (esatto, proprio gli autori del libro!), i cui membri sono Pietro Pace, Mauro Vanetti, Ludovica Casetta, Paola Schintu. 

Questi ragazzi hanno creato un sito on-line che individua bar senza slot, inserendo i loro indirizzi e le indicazioni stradali per arrivarci. 

Questo sito esiste realmente e si chiama www.senzaslot.com.           

Tutto questo con lo scopo di far abbattere il gioco d’azzardo delle slot machine. Come tutti i siti anche questo ha le sue anomalie e per questo arrivavano chiamate dai visitatori, o per correggere al meglio i dettagli dei bar senza slot, o per aiutarli a scoprirne di altri. Con il passare del tempo il sito si espande e subentrano i primi rivali e i primi antagonisti, ma anche la prima fama e le prime interviste, fino ad arrivare alle reti tv e ai social più importanti del  momento come Rai, Mediaset e Facebook. 

Il Collettivo senza slot va avanti superando ogni tipo di difficoltà fino a centrare il loro obiettivo. 

Io da questo libro sono stato subito attratto poiché tratta un argomento che a me piace ed è molto attuale: ho capito il vero valore del gioco d’azzardo in generale e in particolare quello delle slot machine, e il guadagno che ne deriva per i gestori, non certo per i clienti! Inoltre, nel mio percorso di lettura ho capito anche che i social e internet – diciamo un po’ tutta la dimensione delle nuove tecnologie! –  sono il futuro di questo paese, perché da un sito internet si è riuscito a fermare una potenza tale come il gioco d’azzardo. 

Inoltre mi è piaciuto anche per il lessico, semplice e facile da capire. 

Davide Avallone, 3° liceo scientifico sportivo

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A riveder le stelle. Dante, il poeta che inventò l’Italia, di Aldo Cazzullo

A riveder le stelle è un libro di Aldo Cazzullo pubblicato nel settembre del 2020; lo scopo del libro è proporre paragoni e avvicinare la Divina Commedia ai giorni nostri. 

Aldo Cazzullo, abile giornalista e scrittore contemporaneo, non si limita però ad illustrare i canti della commedia dantesca ma scrive anche dell’autore medievale, descrivendolo come “il poeta che inventò l’Italia”, che non ci ha dato solo la lingua ma anche e soprattutto un’idea innovativa di noi stessi, i nostri costumi, il nostro percorso religioso e la nostra politica. Difatti, l’Italia non nasce dalla guerra e dai conflitti ma dai versi di Dante, poeta con forte spirito “Italico”.

Dante non è solo il poeta della patria, ma anche delle donne; infatti, scrive che è solo grazie alla donna che la specie umana supera qualsiasi cosa sulla terra. Per lui la donna è la meraviglia del mondo e la donna amata da Dante, Beatrice, è la meraviglia delle meraviglie, la grazia cooperante che lo condurrà alla salvezza eterna!

L’autore descrive anche i viaggi di Dante in Italia e i vari Signori che lo ospitarono in vita, come gli Ordelaffi (signori ghibellini) a Forlì dove probabilmente si trovava quando l’imperatore Enrico VII di Lussemburgo entrò in Italia, e Bartolomeo della Scala a Verona, Gherardo da Camino a Treviso, poi Cangrande Della Scala e in ultimo Guido Novello, che lo inviò ambasciatore presso il Doge Giovanni Soranzo a Venezia. 

Benché malato, Dante non poté rifiutare; ma, appena tornato a Ravenna, la sera del 13 settembre 1321 morì, colpito da febbre malarica. 

Curiosità: dal libro è stato tratto uno spettacolo omonimo, in tour da giugno 2021, con voce recitante del rocker Piero Pelù.

Angelica Faraone, 4° liceo classico

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