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Tag Archives: Suicidio

Il Mostro del Web

Video hard pubblicati in rete e relativa parodia spingono una ragazza napoletana al suicidio.

Tiziana Cantone allora ventinovenne, nel tardo Aprile del 2015 viveva a Casalnuovo di Napoli, nell’hinterland napoletano. Apparteneva ad una buona famiglia, nonostante il padre l’avesse abbandonata a soli tre mesi dalla sua nascita, era diplomata al liceo classico e aveva poi interrotto gli studi di giurisprudenza. Tiziana, nel maggio del 2015, si presenta in procura per esporre denuncia e, come spiega il magistrato, aveva inviato video hard a persone con le quali aveva avuto relazioni virtuali sui social network. Per Tiziana era un periodo di fragilità e depressione e con la pubblicazione di ben sei video su vari siti porno, la sua situazione peggiorò nettamente. Su vari forum per adulti, su alcune pagine facebook e successivamente anche su profili, si inizia a parlare di lei e a pubblicare frasi dette in molti video. Passeggiando per strada comincia ad essere riconosciuta, derisa e col tempo nascono poi le prime parodie. A questo punto della storia si sveglia il mostro del web. La ragazza inizia a chiudersi in se stessa, non andando più al supermercato, in palestra o al cinema, gli amici la lasciano sola, comincia a star male, ha attacchi di panico, tenta il suicidio ma viene fermata in tempo, cerca di cambiare vita, identità, ma non ci riesce.  Erano quattro i ragazzi ai quali aveva inviato i video, e tra questi non c’era però il nome del suo fidanzato di allora, Sergio Di Paolo, l’unico che la sosteneva per le spese dell’avvocato, se per affetto o per altro non è chiaro.

 La vergogna, gli insulti, le battutacce, la depressione, la voglia di “farla finita”, contribuiscono al suicido della ragazza; di lei rimangono solo le foto, le lacrime e testimonianze della madre ed il ricordo che svanisce col tempo, come le parole nell’aria. Questa storia non può che incitare i ragazzi alla sicurezza, alla cautela, a credere che domani sarà meglio ed a impegnarsi contro quella cosa crudele che è la vita.

Vincenzo Belardo I classico 

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Curiosità sul calcio che forse non sai…

Undici anni fa, il 25 maggio del 2005, il Milan perse ai rigori la finale di Champions League contro il Liverpool. Finale persa ai rigori dopo che nel secondo tempo – e in soli sei minuti – il Milan si fece rimontare dal 3-0 al 3-3. E tra il primo e il secondo tempo della finale di dieci anni fa si impiccò un tifoso del Liverpool: Mark Houghton. Mark Houghton soffriva di depressione e da poco tempo era stato licenziato dopo un infortunio sul lavoro; disperato, decise di farla finita, dopo aver visto anche la sua squadra del cuore in svantaggio per 3-0 nella finale di Champions League. Fu la fidanzata a trovare il suo corpo privo di vita. Se solo avesse aspettato un’ora Mark probabilmente non si sarebbe suicidato e avrebbe visto la sua squadra del cuore vincere la Champions League dopo una rimonta incredibile.

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Grazzanise: L’inspiegabile suicidio dell’onesto falegname

Cronaca – Grazzanise –  Erano le 10 di mattina, quando Alfredo Palazzo, onesto falegname, si è recato nella sua bottega, una leggera spinta al portone e la vista tremenda di una scena orrenda: il corpo del fratello 64 enne, Clemente, sospeso nel vuoto con una corda al collo. Con lo schianto nell’animo ha subito telefonato il maresciallo Luigi De Santis, comandante della locale stazione dei Carabinieri che immediatamente s’è portato sul posto. Constatata quella che ad Alfredo era sembrata soltanto un terribile incubo, il fratello era morto. Nel contempo un carro funebre parcheggiava davanti al portone. A mezzogiorno il carro è partito in direzione di Caserta per l’esame autoptico. Il falegname era celibe, di carattere gioviale, incline al sorriso e alla battuta pronta. Svolgeva il lavoro che per decenni a lui e al fratello minore Alfredo gli aveva insegnato il padre Giuseppe. Gli piaceva trascorrere il tempo libero giocando a carte, ma rimaneva per lo più schivo, solitario. Non si sa perché e come abbia meditato un così grave gesto e in quale preciso orario. Questo dettaglio sarà stabilito dall’autopsìa. Ma il turbinìo dei sentimenti che lo ha indotto a farla finita rimarrà forse per sempre un mistero. Clemente lascia di sé un buon ricordo, alcune opere di falegnameria sospese inesorabilmente.

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