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Tag Archives: Donne

Casa RUT: un nuovo modo di amare le donne

Fondata nel 1995, Casa RUT svolge da circa vent’anni un’opera di carità cristiana estremamente profonda. Sono tante le donne migrate dall’estero in una zona dove la malavita, e soprattutto il malgoverno, le priva della loro dignità di donne e di persone, specialmente. Usate, maltrattate e poi “gettate via”, queste donne sono corse ai ripari, ricevendo amore e ospitalità all’interno di Casa RUT. Un amore mai provato e semplicemente gratuito ha stravolto la vita di donne sfortunate come loro e ha lanciato un monito a tutti i trafficanti di donne: che l’amore sincero e caritatevole non è in via di esaurimento, non soffre in silenzio, ma esce allo scoperto per offrire conforto. L’opera svolta da Casa RUT è, dunque, il magnifico risultato di una carità cristiana e di una speranza, che sembrava ormai essere perduta. Le sorelle di Casa RUT, fautrici di questa iniziativa, sono persone estremamente affabili e di un’umanità sconfinata: giorno e notte, si prestano per queste donne con lo stesso amore propugnato da Dio nel Vangelo. La Parola di Dio diventa, dunque, al contempo parola di vita, di carità e di speranza; non a caso, è proprio questo il senso del logo di Casa RUT: un tetto attraversato dai colori dell’arcobaleno, simbolo di pace, dinanzi al quale è ben visibile la stretta di mano tra una mano femminile nera e un’altra bianca, così ad indicare l’unione pacifica tra le diverse etnie, e infine una spiga, che attraversa l’intera immagine, ad indicare una vita onesta ed umile. Casa RUT è la risposta sincera a uno dei tanti problemi che affliggono i nostri tempi.

Sassone Giuseppa
Fecola Angelica
Ernesto Ciuonzo

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Sesso debole…ne siete sicuri?

L’8 marzo è stato il giorno della Festa della donna; mimose a parte, questo giorno è un simbolo della lotta del “gentil sesso” per ottenere pari dignità e pari diritti rispetto alla controparte maschile.

E’ cosa abituale vedere una donna uscire da sola, andare a votare, presiedere incarichi pubblici e godere di una relativa libertà. Tutto questo, che hai nostri occhi appare normale, fino alla prima metà dell’ Ottocento era solo un’utopia, un miraggio che sarebbe forse rimasto tale se non fosse stato per donne forti e coraggiose che combatterono per questa causa con strenua determinazione: le “suffragette”, chiamate cosi perché chiedevano l’estensione del diritto di voto (del suffragio appunto) anche per le donne. Il movimento, fondato nel 1869, si diffuse a livello nazionale, ma non ottenne l’appoggio degli uomini; le suffragette non si diedero per vinte e organizzarono una protesta ancora più attiva e in alcuni casi addirittura violenta, incatenandosi alle ringhiere, bruciando cassette postali, ma anche stazioni ferroviarie, arrivando a scontri con la polizia che finirono con molti arresti. Intanto il movimento aveva guadagnato popolarità diffondendosi anche negli Stati Uniti. Tuttavia, dobbiamo aspettare la Prima Guerra Mondiale, con le donne che lavoravano in fabbrica al posto degli uomini partiti per il fronte, per vedere riconosciuto il tanto ambito diritto di voto, approvato dal Parlamento per tutte le donne dai 21 anni in su.

Non dobbiamo dimenticare, però, che in certe parti del mondo le donne sono ancora sottoposte all’uomo e continuano a subire violenze domestiche e non, ormai quasi all’ordine del giorno; basti pensare che solo in Italia le donne vittime di violenza sono circa 7 milioni. Questi sono, a mio avviso, gli strascichi di una mentalità ormai vecchia secondo la quale le donne sono considerate come delle bambole nella mani dei loro spietati aguzzini, in una sorta di sudditanza psicologica. Quanto altro tempo bisognerà aspettare affinché le donne di oggi si ribellino a tutto ciò?

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Femminicidio: proposta inutile?

Il femminicidio è una proposta di legge discussa ancora oggi in Parlamento per la sua eventuale approvazione. Questa proposta è essenzialmente dettata  dalla “esigenza” derivata dalle cronache recenti (partendo dall’omicidio di Sarah Scazzi, passando per la scomparsa, rivelatasi poi uccisione, di Yara Gambirasio, finendo con l’omicidio di Melania Rea) e dai casi di violenza sulle donne. Il femminicidio prevede per l’ uomo che uccide una donna una pena maggiore rispetto al “semplice” omicidio. A parer mio il motivo reale di questa “indecisione” parlamentare sull’approvazione consiste nel fatto che non serva un’ulteriore protezione alle donne! Mi spiego meglio:  se ci fosse efferatezza nell’omicidio oppure una motivazione passionale, in questo caso ci sarebbero già le ormai dimenticate aggravanti dell’omicidio, senza contare che l’uguaglianza per i diritti e per la legge verrebbe a decadere indecorosamente. Se passasse questa proposta, credo che si verrebbe a creare una sorta  di disparità legale tra i due sessi, poiché di fatto vi sarebbe differenza nella pena in base al sesso della vittima. L’unico disegno di legge utile per la specificazione dell’omicidio è l’infanticidio. In tal caso infatti c’è l’impossibilità reale e materiale del bambino di proteggersi. Nel caso della donna invece ella  può ricorrere a vie legali o perfino difendersi autonomamente.  Se il problema  risiede nell’efferatezza degli omicidi contro le donne, come pretendiamo che un uomo, che prima abusa di una donna e poi la uccide a sangue freddo, si faccia degli scrupoli a farlo solo perché vi è una legge chiamata in modo diverso che lo punisce un po’ più pesantemente? Che senso ha approvare una legge che in realtà non impedirà a queste donne di essere uccise, anche perché nella maggior parte dei casi i femminicidi sono commessi o in situazioni in cui si perde il controllo per motivi passionali o semplicemente da squilibrati? Oltretutto non è neanche una reale emergenza. Infatti, anche se il numero delle donne uccise in Italia sta crescendo, esso  è comunque di gran lunga  inferiore al numero di morti per incidenti stradali o sul lavoro ed è peraltro inferiore rispetto a quello di altri paesi europei. E per finire, se dovessimo fare una legge per gli uomini che ammazzano le donne, ne dovremmo allora fare quasi inevitabilmente una sulle donne che ammazzano gli uomini per ristabilire la parità. Secondo molti è una grande perdita di tempo la discussione di questa proposta che sottrae attenzione a situazioni più gravi e importanti.

   Guglielmo Costume

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