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Tag Archives: Camorra

Per amore del mio popolo non tacerò

Don Peppe Diana è stato un modello di legalità e di lotta contro la criminalità organizzata e quel sistema che spadroneggia la nostra terra e che, solo con un esempio come lui, è possibile sconfiggere.

Quest’anno è ricorso l’anniversario dell’uccisione di Don Giuseppe Diana, conosciuto da tutti come “Don Peppe”. Assegnato alla Chiesa di San Nicola a Casal di Principe, si rese immediatamente conto della gravità della situazione in cui il suo paese e in generale l’intero Agro aversano vigeva, egemonizzato dal clan dei Casalesi guidato da Francesco Schiavone e completamente abbandonato dalle istituzioni. Don Diana invece non si piegò, comprendendo che la sua gente aveva bisogno di lui ora più che mai. Alle parole della predica, decise di far seguire i fatti, creando un centro di accoglienza, negando i sacramenti a persone colluse con la camorra, e ribellandosi a questa barbara logica criminale in una serie di scritti intitolati Per amore del mio popolo non tacerò, da cui ho preso il titolo per questo articolo; in esso denuncia la camorra come una forma di terrorismo, uno stato parallelo che ha imposto le sue leggi inaccettabili a causa della deficienza delle istituzioni civili. Don Diana è un esempio di “ Chiesa attiva” che non limita il suo impegno pastorale alle sole funzioni celebrative, bensì ampliando il suo impegno al bene della comunità, come fecero prima di lui Don Pino Puglisi, impegnato per difendere i bambini del quartiere Brancaccio di Palermo dalle grinfie dei mafiosi per poi essere assassinato, e Oscar Romero, energico arcivescovo di San Salvador ammazzato perché si oppose alla dittatura militare nel suo paese. Don Diana fu ucciso il giorno del suo onomastico, mentre si preparava per celebrare la messa. La sua morte non ha segnato la fine, bensì solo l’inizio: oggi molte associazioni, scuole, comitati portano il suo nome. Il loro obiettivo è perseguire la strada che don Peppe ha tracciato e dimostrando che il suo sacrificio non è stato vano.     

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La camorra e lo stato sono come marito e moglie: “fanno solo finta di litigare”

Nel duemila e undici sono stati stanziati due miliardi di euro al fine di assicurare la realizzazione del modello Caserta. Un progetto ideato dal ministro Maroni allo scopo di contrastare la criminalità organizzata tramite l’ utilizzo di mezzi,la collaborazione dell’ esercito,l’ incremento del personale addetto alle indagini,la formazione di posti di blocco e la formazione di un corpo specializzato di magistrati. Questi provvedimenti sarebbero dovuti essere attuati a Casal di Principe ,dove la criminalità organizzata ha assunto una fisicità più compatta tramite una struttura uniforme associabile alla cupola mafiosa che crea così una sorta di anti stato. Questa organizzazione di clan é peró così più facilmente perseguibile dalla giustizia se si dispone di prove concrete. Ecco l’ obiettivo del progetto Caserta. Queste sono le belle parole ora andiamo ad analizzare i fatti. Sono stati effettuati più di settecento milioni di tagli nel comparto sicurezza dal duemila e nove al duemila e undici. Questo fa trasparire la incoerenza con la continua esigenza di risorse investite idealmente nel progetto. Pare che i tagli non siano funzionali ad esso ma siano più tosto un pretesto per ridurre le spese effettive. Quà qualcuno ha mangiato. Col pretesto della lotta alla camorra il personale é stato esposto a straordinari ,a carenza di mezzi se rapportati ai compiti da svolgere e in pratica a lavorare in più gratis.Quei soldi destinati al progetto caserta che fine avrebbero fatto se la polizia e tutti i suoi attuatori si ritrovano a lavorare in queste condizioni?Sembra quasi che lo stato,o meglio le sue componenti periferiche come la regione, e la camorra siano complementari ,la società ha bisogno di un mostro,bene questa figura viene identificata nella camorra, la battaglia solo apparente viene alimentata  per trarre beneficio da essa.

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