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“La mia identità prima di tutto”: Zayn

Zayn Malik, in arte conosciuto come Zayn, cresce in una famiglia numerosa di origini in parte Inglesi, in parte Pakistane.

Pur essendo attualmente un cantante solista, Zayn è meglio conosciuto come uno dei 5 componenti degli One Direction, band formatasi ad X-Factor UK con l’aiuto di Simon Cowell nel 2010: ma questa è un’altra storia.

Zayn lascia la band il 25 marzo 2015, e giustifica questo gesto, apparentemente inaspettato, rilasciando questa dichiarazione: “Voglio essere solo un normale 22enne”.

Questa affermazione viene smentita dopo non molto tempo, quando, esattamente un anno dopo, Zayn rilascia il suo primo album da solista: “Mind Of Mine”, anticipato dal singolo “Pillowtalk” rilasciato due mesi prima.

In diverse interviste successive all’uscita dell’album Zayn rimette in ballo l’argomento One Direction: “Non potevo fare musica che non avrei ascoltato io stesso; il lavoro che facevamo non mi rappresentava più, non avrei potuto continuare.”

E non gli si può dar torto!

Il primo album di Zayn promette bene secondo la reazione ricevuta dal pubblico, ma si differenzia molto dalla musica prodotta in precedenza: i testi sono più profondi, trattano tematiche diverse, se pur principalmente legate all’amore e le relazioni, e lo stile è tutt’altro: si distanzia dal pop, commerciale, degli One direction, e si avvicina molto all’R&B, arricchito però dai suoi vocals, ricordando molto lo stile di The Weeknd.

I testi sono profondi, e strettamente legati alla vita personale di Zayn, molto movimentata dal momento in cui ha lasciato la band.

Dopo aver interrotto la relazione con Perrie Ewards, cantante nelle Little Mix, altra band inglese, è attualmente in una relazione con la modella Gigi Hadid, che appare anche in diversi suoi video, come in quello di Pillowtalk.

Al momento Zayn, forse ispirato da Gigi, sta prendendo parte a diversi shooting fotografici come modello per diversi marchi, come ad esempio Versace: alcuni degli scatti, quelli in cui non è anche lei presente, sono stati scattati proprio da Gigi,  solo con il suo i-phone ed una canon.

 

Potrà Zayn avere la carriera vuole per se? E’ meglio  questa versione di lui o quello che era nei One Direction? Credo che solo il tempo sarà capace di darci delle risposte a questi interrogativi che per ora non possono che rimanere in sospeso.

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Da un piccolo sconosciuto ad un piccolo grande artista: Jacob Whitesides

A 13 anni scopre la sua passione per la musica, suona con il padre nei bar della sua città alcune cover come “She will be loved” ed “Hey there Delilah”, ne carica altre su youtube e nel 2014 Liam Payne, uno dei cantanti dei One Direction, visualizza la sua cover di “You&I”, facendogli guadagnare tantissime visualizzioni: così “nasce” Jacob Whitesides.

Jacob non scopre d subito la sua passione per la musica; solo a 13 anni, spinto dal padre, prende in mano la sua prima chitarra ed impara tutto da solo: da lì in poi non si ferma più.

Jacob inizia a scrivere da subito, ed in poco tempo realizza testi molto profondi nonostante la sua giovane età, testi che lo rispecchiano, che parlano della sua vita, inizialmente molto influenzati dal divorzio dei suoi genitori, avvenimento che lui identifica come la scintilla che gli da l’ispirazione per avviare quella che poi sarà la sua carriera.

Il suo primo EP viene pubblicato nel 2014; dal titolo “3AM EP” contiene esclusivamente cover, ma non passa molto prima del secondo, infatti nel 2015 Jacob realizza “A Piece Of Me EP” che, come spiega bene il titolo stesso dell’album, contiene tutti pezzi scritti e composti a lui stesso, che ci permettono di avere un’ampia vista da più prospettive della vita interiore di Jacob.

Verso la fine del 2015 Jacob acquista ancor più popolarità fino a riuscire ad aprire alcune date del tour della celebre girl band, oramai scioltasi: le Fifth Harmony.

A questo punto subentra nella sua vita Bea Miller: i due sono coetanei e simili sotto molti punti di vista. Ispirato da questa sua relazione e dalla sua crescita in generale, l’otto settembre 2016 Jacob pubblica il suo album di debutto, dal titolo “Why?”.

“Ci sono 13 canzoni, e quasi tutte ruotano attorno all’amore, ma spaziano molto e guardano a questo da diversi punti di vista. “Lovesick”, la prima traccia dell’album, è una canzone divertente che racconta di come è facile mettersi nei guai quando si è con la propria ragazza mentre, ad esempio, “You told me so” riflette in modo profondo la sensazione di stress di una relazione mantenuta a distanza” dice Jacob stesso, ed in particolare parla di uno dei singoli, identificandolo come quello che rappresenta maggiormente l’idea sulla quale ruota tutto l’album così: ” “Love Slow” è ispirata da tutti i problemi che porta l’avere 18 anni e tutto quello che succede nella vita mia ed in quella della mia ragazza; essendo le nostre vite molto orientate al “dover essere adulti” man mano che acquistiamo fama, cerchiamo di comportarci come dovremmo ma cerchiamo sempre di trovare un po’ di pace per noi stessi, per fare quello che fanno i ragazzi della nostra età ai giorni nostri”

In generale, sin dall’inizio Jacob è stato molto apprezzato anche per la sua volontà di rimanere con i piedi per terra e la sua voglia di comunicare con i suoi fan.

Proprio per questo Jacob è molto attivo su tutti i social networks, comunica con i fan giornalmente, continua a postare video di alcune cover su youtube e risponde alle domande che gli vengono poste molto spesso; riguardo ciò infatti dice “Sto cercando di fare tutto un giorno alla volta. Voglio davvero tenere i miei fan molto coinvolti in tutto quello che faccio, tenerli interessati anche quando non faccio tour o nuova musica. Inoltre voglio continuare a migliorare, voglio diventare sempre più bravo in quello che faccio”

Queste parole suonano così bene che potremmo dire che anche molti artisti più grandi e più famosi di lui farebbero bene a seguire il suo esempio!

 

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Se la tua metà fosse proprio tua sorella?: XYLØ

Gli XYLØ sono un duo composto dalla cantante, Paige Dudy ed il musicista e cantautore Chase Duddy: fratello e sorella che si scoprono reciprocamente attraverso la musica.

I due sono nati e tuttora vivono negli Stati Uniti. Sono principalmente conosciuti per il loro singolo di debutto “America”, realizzato verso la metà del 2015.

Essendo nati in una famiglia legata alla musica i due sono stati molto influenzati da coloro che avevano intorno.

Chase imparò a suonare la batteria con l’aiuto di suo nonno e poi entrò a far parte di diverse band durante la sua adolescenza. Quando ebbe il suo primo computer incominciò a sperimentare la musica elettronica: questo diede inizio alla sua carriera come produttore e cantautore.

La prima volta in cui si rivolse a sua sorella Paige fu per chiederle di prendere parte come cantante per completare una canzone per lo spot pubblicitario della linea di vestiti “PacSun”delle celebri sorelle Jenner. Le Jenners ed i loro fan adorarono il mix tra lo stile di Chase e la voce di Paige e chiesero nuova music ai due fratelli che “si trovarono costretti” creare quella che sarebbe diventata la loro prima hit, “America”

 

“A questo punto ci siamo più o meno guardati e abbiamo pensato ‘Oh Dio. Che facciamo ora?'” dice Chase “Penso che forse dovremmo formare un band”

Ispirati dal veloce successo di “America”, una ballata pop riguardo l’amore e la libertà, i due registrarono il loro secondo singolo “Between the Devil and the Deep Blue Sea” e lo caricarono su SoundCloud. Il giorno stesso in cui pubblicarono il secondo singolo il primo raggiunse il milione di ascolti.

“Sembrava le stelle si fossero allineate solo per noi” dice Paige

In seguito gli XYLØ hanno realizzato altre due canzoni “Afterlife” e “L.A. Love Song” ed entrambe hanno raggiunto più di un centinaio di milioni di ascolti di Spotify.

Il loro stile dark con tracce di hip-hop e musica elettronica sembra piacere molto ad una vasta audience, ed alcuni dei loro testi sono stati addirittura definiti “universali”.

Riguardo questo Paige rivela: “Non tutto quello che c’è nelle nostre canzoni viene da me, è come con Taylor Swift, non è che lei sia sempre con il cuore spezzato. Ci sono così tante emozioni diverse nella nostra musica e non tutto è visto da una sola prospettiva”.

Chase e Paige sono entrambi concordi sul fatto che la loro dinamica fratello-sorella è stata un gran contributo durante il processo creativo in studio.

“C’è un livello di connessione diverso tra noi e penso che ci sono diversi tipi di cose che possiamo usare l’uno contro l’altra, mentre se lo facessimo con qualcun’altro questo qualcuno poi non lavorerebbe più con noi”

 

I due hanno ben saputo sfruttare l’onda di fama che li ha colpiti inaspettatamente subito dopo il loro primo singolo, sono stati molto fortunati e talentuosi nel mettere insieme le loro capacità. Sono molto promettenti, potrebbe venir fuori qualcosa di molto particolare, e voi che ne pensate?

 

 

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Non è mai troppo presto per nessuno: Hey Violet

Io alle scuole medie non avevo alcuna idea chiara su chi fossi, e voi? La nostra band di oggi, gli Hey Violet, è un perfetto esempio di qualcuno che a quei tempi aveva già idee più che chiare.

Gli Hey Violet si formano nel 2008 con il nome di Cherri Bomb, quando, appunto, tutti i membri della band erano ancora alle scuole medie: in origine era una band tutta al femminile formata da Julia Pierce, la lead singer, le sorelle Rena e Nia Lovelis rispettivamente al basso e alla batteria, e Miranda Miller alla tastiera.

Nel 2013, in seguito a vari contrasti, Julia Pierce viene cacciata dalla band, lei dichiara: “avevamo idee troppo diverse”.

Poco dopo viene rimpiazzata da Casey Moreta e nel 2014 l’assetto della band cambia totalmente: abbiamo ancora le sorelle Lovelis con Rena come lead singer e Nia sempre alla batteria, Miranda Miller ancora alla tastiera, Casey Moreta alla batteria e, new entry, Ian Shipp al basso.

Nel 2015 la band cambia nome in Hey Violet e viene scritturata dalla Hi or Hey Records, la stessa etichetta dei 5 Seconds of Summer, band australiana che gli darà la possibilità di imboccare la strada verso il successo: gli viene data la possibilità di aprire le date del loro Tour “Rock Out With Your Socks Out” nelle date in America, Canada ed Europa; per gli Hey Violet questo è il primo tour mondiale.

Il batterista dei 5 Seconds of Summer “giustifica” la scelta di questa band durante un’intervista per Billboard con queste parole: “Avevamo un’idea di come avremmo voluto che la band che avremmo scelto fosse, avevamo un’idea di come volevamo che “suonassero” e quando abbiamo visto gli Hey Violet suonare abbiamo capito che loro erano esattamente quello che volevamo. Ci siamo innamorati di loro subito, è stata una decisione presa su due piedi”

Durante il tour mondiale con i 5 seconds of summer gli Hey Violet pubblicano il loro primo album dopo l’uscita Julia dalla band: in “I Can Feel It” è evidente un notevole cambiamento riguardante il sound se lo si paragona al loro primo album “This is the End of Control”, risalente al 2012; ciò potrebbe essere attribuito sia all’influenza della band australiana sia al volere della band di ricominciare “da capo”.

Il tour con i 5 secondes of summer continua e, a poco più di un mese dalla fine, gli Hey Violet pubblicano il loro ultimo album “Brand New Moves”; il singolo estrapolato da quest’album è “Brand New Moves” al quale nel corso di pochi mesi segue una grande ondata di successo che li porta a vincere ai Teen Choice Music Awards come “Next Big Thing”.

Il 19 settembre il tour con la band australiana termina in Nord America ed a nemmeno una settimana dall’ultima tappa gli Hey Violet ci stupiscono con un nuovo singolo “Guys My Age”.

Questo singolo li proietta verso le vette delle classifiche ed il 10 novembre la band fa la sua prima apparizione televisiva al “The Late Late Show with James Corden” come band dominante nell’ambito pop-rock al “femminile”.

Per ora per gli Hey violet finisce qui; dopo la fine del tour con i 5 seconds of summer ed il successo di “Guys My Age” i ragazzi ci promettono che arriverà un nuovo album nel 2017: crediamo tutti che potrebbe essere il loro primo album ad avere un successo quasi paragonabile a quello di altre band ad oggi molto conosciute, che potrebbe finalmente portarli al successo che desiderano da sempre, ma sta a loro stupirci, come Rena ha detto di recente in un’intervista “Bisogna lasciare le persone incuriosite ma anche tu stesso devi essere curioso di scoprire fin dove puoi arrivare”

Mi fido: sono curiosa di scoprire cosa riserverà questo nuovo album che per ora promette davvero bene.

https://youtu.be/3LzWUAkpNrQ

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Una band misteriosa: The Neighbourhood

“Perchè palesarsi quando la musica è tutto quello che abbiamo bisogno di trasmettere? Tutto quello che dovete sapere sui The Neighbourhood è in quella musica ed in quelle parole”

Il loro nome insieme al loro primo pezzo apparirono online all’inizio del 2012: “Female Robbery” by The neighbourhood.

Della band? Niente.

Un nome, un gruppo, una canzone, nient’altro.

Nonostante la volontà dei ragazzi di restare “segreti” i fan e la stampa, pur impiegando un po’ di tempo, riuscirono a scoprire che la band era un quintetto di ragazzi Californiani, nonostante la pronuncia British del nome della band: non che fosse molto però.

I The neighbourhood pubblicarono nuovi singoli, tra i più popolari “Sweater Weather”, accompagnato da un video piuttosto “dark”.

Anche con il successo che iniziarono ad avere la loro identità rimase misteriosa, cosa che permise a tutti di focalizzarsi principalmente sulla loro musica: combinazione di strumenti rock e più generi, che sembrava piacere molto.

Ma nell’aprile dello stesso anno un Dj della BBC Radio One si lasciò scappare il nome del lead singer: Jesse James Rutherford. Egli stesso coglierà questa occasione per comunicare la “missione” di questa band: rendere il goth R&B un pilastro nella storia della musica.

Insomma, i The neigbourhood fecero conoscere sempre più la musica, la loro identità, ed il loro particolare stile nel corso degli anni: nel 2013 con un EP di due canzoni, “Thank you”, che precedette il loro album di debutto: “I love you” e nel per concludere nel 2015 il loro secondo album, “Wiped out!” nel quale Rutherford riesce pienamente nel suo intento.

Cosa dire di più? 5 ragazzi, senza identità, senza passato, senza un genere preciso, che riescono comunque ad avere successo con questo loro particolare sound, un mix di diversi generi: suona molto bene, in tutti i sensi!

I The Neighbourhood mi piacciono molto ma li conosco da davvero poco tempo, tenendo conto della data di uscita dei loro primi singoli.

Wiped out! mi ha lasciata davvero senza parole e non vedo l’ ora di saperne di più, di sentire qualcosa che sia “tanto quanto” questo album o che almeno ci vada vicino.

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Oh no, è di nuovo Natale!

Ancora una volta, come tutti gli anni, è di nuovo Natale. Com’è ormai tradizione dire, a Natale siamo tutti più buoni, no?! Forse no: quella era la pubblicità della Bauli, ma la verità è che siamo tutti più esausti ed esauriti. Ogni anno gli italiani spendono sempre di più in regali, ognuno di noi impazzisce per trovare quello giusto, ma, alla fine, tutto sfocia sempre in una vana formalità che non rende felice nessuno e riempie di stress un periodo che dovrebbe essere di riposo, condivisione e anche di pausa, per riflettere. Inoltre, il regalo viene visto come un pugno al quale bisogna disperatamente rispondere, e questo genera un’infernale reazione a catena per la quale tutti si ritrovano schiaffati in un centro commerciale, tentando di fare breccia tra la folla, magari con un passeggino, per cercare un oggetto privo di significato. Il regalo aveva senso un tempo, quando le persone sapevano cosa desideravano, ma ora che tutti abbiamo tutto, a che serve? Serve alle multinazionali per fare tanti bei soldini, magari sulle palle di Natale che divengono ogni anno più grosse. Questo non mi sembra un regalo ma piuttosto un’enorme colletta di miliardi di euro, che di certo a noi non mancano, ma a qualcun altro sì. Tutto si riduce ad un dazio pagato ad un sistema che ci tratta come macchine soggette a un moto caotico e prevedibile, da soggiogare e spolpare sempre più intensivamente ogni anno. Facciamoci allora tutti finalmente un vero regalo: abbandoniamo questi formalismi e cerchiamo di svincolarci da inutili convenzioni. Poi, se proprio dobbiamo comprare, acquistiamo qualcosa di veramente utile che magari non potevamo permetterci prima  ed evitiamo di trasformare il Natale in un’inutile ed affannosa ricerca di cose futili. Se poi dovesse avanzare qualcosa, sarebbe bello ricordarsi di chi quel qualcosa non può permetterselo.

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Salesiani Caserta: perché non scegliere il meglio?

Un’indagine statistica di Eduscopio.it, il portale della Fondazione Agnelli che valuta la qualità delle scuole secondarie di II grado sulla base della loro capacità di formare agli studi universitari, aiutando le famiglie nella scelta dopo la terza media, ha sancito che il miglior liceo di Caserta è quello dell’Istituto Salesiano.

La ricerca “Eduscopio 2015” ha seguito 709.000 diplomati (4.420 scuole in Italia) di tre anni scolastici 2009/10, 2010/11 e 2011/12 nei loro percorsi universitari al primo anno da immatricolati (anni accademici 2010/11, 2011/12, 2012/13). A partire dal numero di esami superati e dalla media dei voti ottenuta ha tratto indicazioni sulla qualità delle scuole secondarie di provenienza e questi dati sono stati nuovamente sintetizzati nell’Indice FGA, che pesa al 50% la velocità nel percorso di studi (percentuale di crediti formativi universitari ottenuti) e la qualità negli apprendimenti universitari (media dei voti agli esami).

L’analisi si basa sugli esiti al primo anno di università per tre ragioni:

  1. All’università bisogna partire col piede giusto. Chi abbandona il corso di studi ha quasi sempre un libretto esami vuoto al primo anno.
  2. Una buona scuola favorisce innanzitutto un migliore impatto con l’università. Dopo il primo anno, il successo negli studi risente via via meno dell’influenza delle scuole di provenienza.
  3. I corsi di laurea hanno diverse articolazioni e durate. Per questo è preferibile confrontare gli esiti negli insegnamenti di base al primo anno.

Dalla ricerca emerge che le scuole con ottimi risultati vedono confermati i propri standard e, allo stesso modo, quelle con risultati pessimi restano confinate nelle parti basse delle classifiche. La qualità nel preparare gli allievi per gli studi successivi è qualcosa che si costruisce nel tempo e non si acquisisce o si perde in modo significativo nell’arco di un solo anno. Più abbiamo imparato in passato e più è facile per noi continuare ad apprendere. Perciò, chi ha avuto una buona istruzione scolastica e un buon orientamento è più probabile che ottenga buoni risultati universitari!

Da queste indagini statistiche, dunque, è risultato (fonte www.eduscopio.it) che l’Istituto Salesiano Sacro Cuore di Maria è il primo a Caserta per quanto riguarda il liceo classico e il terzo per quanto riguarda il liceo scientifico, il che lo colloca complessivamente al primo posto tra i licei.

Un risultato di tutto prestigio (sia per il classico che per lo scientifico) quello ottenuto dalla scuola paritaria di via Roma, che premia la serietà del lavoro fatto insieme da docenti, allievi e famiglie disponibili alla formazione liceale nello stile educativo di don Bosco.

La domanda allora è una sola: perché non scegliere il meglio?

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Il bilancio di quest’anno: parla Carmine Molisso

Carmine Mollisso è uno dei membri della redazione dell’Intervallo Salesiano, è il creatore del nostro www.lintervallosalesiano.altervista.org ed è la persona che ha maggiormente collaborato alla crescita del progetto Intervallo Salesiano. E’ famoso sul nostro sito con le rubriche “Finestra sulla scuola”, “InfoTech” e “Il Molo”. Ci ha concesso questa intervista in cui ha parlato di quest’anno molto importante per L’Intervallo Salesiano e delle aspettative per i prossimi anni.

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La camorra e lo stato sono come marito e moglie: “fanno solo finta di litigare”

Nel duemila e undici sono stati stanziati due miliardi di euro al fine di assicurare la realizzazione del modello Caserta. Un progetto ideato dal ministro Maroni allo scopo di contrastare la criminalità organizzata tramite l’ utilizzo di mezzi,la collaborazione dell’ esercito,l’ incremento del personale addetto alle indagini,la formazione di posti di blocco e la formazione di un corpo specializzato di magistrati. Questi provvedimenti sarebbero dovuti essere attuati a Casal di Principe ,dove la criminalità organizzata ha assunto una fisicità più compatta tramite una struttura uniforme associabile alla cupola mafiosa che crea così una sorta di anti stato. Questa organizzazione di clan é peró così più facilmente perseguibile dalla giustizia se si dispone di prove concrete. Ecco l’ obiettivo del progetto Caserta. Queste sono le belle parole ora andiamo ad analizzare i fatti. Sono stati effettuati più di settecento milioni di tagli nel comparto sicurezza dal duemila e nove al duemila e undici. Questo fa trasparire la incoerenza con la continua esigenza di risorse investite idealmente nel progetto. Pare che i tagli non siano funzionali ad esso ma siano più tosto un pretesto per ridurre le spese effettive. Quà qualcuno ha mangiato. Col pretesto della lotta alla camorra il personale é stato esposto a straordinari ,a carenza di mezzi se rapportati ai compiti da svolgere e in pratica a lavorare in più gratis.Quei soldi destinati al progetto caserta che fine avrebbero fatto se la polizia e tutti i suoi attuatori si ritrovano a lavorare in queste condizioni?Sembra quasi che lo stato,o meglio le sue componenti periferiche come la regione, e la camorra siano complementari ,la società ha bisogno di un mostro,bene questa figura viene identificata nella camorra, la battaglia solo apparente viene alimentata  per trarre beneficio da essa.

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La voce del mare affievolita in un abisso

L’ oceano è pieno di ricchezze pieno di vita. Se gli si attribuissero attività economiche e una gestione nel complesso potrebbe essere considerato un membro del G8. Assume le caratteristiche di una componente fantasma dei territori che bagna. Dovrebbe essere tanto influente e invece la società scarica su di lui non solo rifiuti ma anche frustrazioni e fallimenti.
Il mondo non è guidato da chi sa garantire il suo equilibrio ma da chi è in grado di sfruttare la maggior quantità di risorse col minimo dispendio.
La società si presenta nell’ecosistema come un complesso sistema di “eghi” che si combattono per rendersi componenti indispensabili di un’organizzazione comune: non nell’ottica della condivisione del bene comune, ma in quella della gelosa custodia facendone un uso egoistico.
Le multinazionali, fondamenta della società attuale, utilizzano l’oceano come smaltimento di rifiuti; le attività umane lo depredano brutalmente della sua biodiversità.
Credere che le risorse naturali non debbano essere sfruttate è un concetto del tutto anacronistico ma non prendere in considerazione la possibilità di assicurare un maggior equilibrio tra sfruttamento e salvaguardia, rende la razza umana come un’epidemia.
Questo nostro modo di fare, non è dettato da progresso e ragione ma da un fare primitivo che considera solo il presente. Dovremmo essere parte di quel qualcosa in più che la natura è, non irresponsabili sfruttatori che condannano le generazioni future a pagare per i nostri errori.

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Premiazione Certame 2015: Caserta zero, Messina uno

Nel corso della mattinata di Domenica 19 aprile 2015 si sono svolte le premiazioni per il concorso filosofico del Certame Bruniano di Nola al quale hanno partecipato anche 5 alunni del l’Istituto Salesiano di Caserta.

L’evento è stato organizzato dal comune di Nola – con un contributo di €42.000 – e dalla Fondazione “Parco Letterario Giordano Bruno” con l’ausilio di diversi partner, tra cui l’Agenzia di Sviluppo per l’Area Nolana e il comune di Casamarciano, Lions Club, Rotary, Pro Loco Nola, Meridies.

Nel Salone dei Medaglioni del Palazzo Vescovile, in un climax di tensione, sono stati assegnati i premi in palio partendo dal gradino più basso degli attestati di menzione speciale, destinati a:

  • Stefano Martelli – istituto san Marcellino pistoiese
  • Antonio Di Meglio – liceo statale di Ischia
  • Alfonso Malafronte – liceo ”Plinio Seniore” di Castellammare di Stabia
  • Martina Ingrosso – liceo ”C. De Giorgi” di Lecce
  • Virginia Presi – liceo classico “Niccolò Forteguerri” di Potenza 

In seguito, il primo premio di 1000 euro per la categoria degli universitari, vinto da Francesco Velotto della Pontificia facoltà teologica dell’Italia meridionale.

Infine si è giunti all’assegnazione dei premi di maggior valore per gli studenti liceali: il primo posto – dal valore di €2000 – è stato conquistato da Sergio Lombardo del liceo “Caminiti Trimarchi” di Messina. A seguire i premi di “minor valore”: Aurora Nesta – liceo “Q. Orazio Flacco” di Bari (€1000), Aurora Mella – liceo classico “Pietro Giannone” di Benevento (€700), Miriam Richichi – liceo scienze umane e linguistico “Tommaso Gulli” di Reggio Calabria (€500) e Francesco Casilli – liceo scientifico “Cosimo De Riggi” di Lecce (300 euro).

Niente di fatto, dunque, per i ragazzi della nostra scuola che tornano a casa con un’esperienza in più nel bagaglio culturale e con tanto divertimento nei loro ricordi. Ma, per dirla con il Prof. Di Girolamo, “persa la prima battaglia, la guerra riprenderà l’anno prossimo, e questa volta ci faremo trovare più preparati”.

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iPhone 6: il nuovo “melafonino” dal maxi schermo

L’iPhone 6 è il nono smartphone sviluppato dalla Apple ed è stato ufficialmente presentato in Italia il 25 settembre 2014. Questo smartphone è disponibile in due versioni: iPhone 6 con display da 4,7” e iPhone 6 PLUS da 5,5”. Entrambi presentano un display più grande rispetto alle versioni precedenti, un nuovo sensore NFC che permette di usare il telefono come carta di credito e un WiFi migliorato per supportare le frequenze più recenti. Il nuovo display Retina ad alta definizione garantisce un maggiore contrasto, i pixel a doppio dominio restituiscono colori più fedeli alla realtà e visuali più angolate. Sarà quindi possibile vedere foto con una qualità unica. Entrambi i melafonini montano delle fotocamere posteriori e frontali rinnovate. Per quanto riguarda l’obiettivo iSight della posteriore, Apple ha deciso di rimanere sugli 8 megapixel della precedente versione, per migliorare invece la sensibilità alla luce, per la frontale è rimasta sugli 1,2 megapixel. Un’altra caratteristica che è stata migliorata riguarda il cosiddetto lettore di impronte, chiamato anche “TOUCH ID”, presente già sulla versione precedente. Dal punto di vista estetico i bordi sono stati ancora più arrotondati e i tasti di accensione e del volume sono lievemente incassati nella scocca e hanno forma allungata. I dispositivi possono essere scelti nelle varianti argento, oro e grigio siderale, come per il predecessore iPhone 5S. I prezzi variano in base al modello: per quello da 4,7” partono da € 729 per la versione da 16 GB fino ad arrivare a € 949 per quella da 128 GB; per la versione da 5,5” si parte da € 839 da16GB fino ad arrivare a € 1.059 da 128 GB.

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