Oggi siamo con i Rappresentanti d’Istituto…

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Speciale Cogestione

Durante il periodo della Cogestione, ben raccontato nello SPECIALE COGESTIONE de L’Intervallo Salesiano, abbiamo avuto il piacere di ospitare ai nostri microfoni due illustri alunni dell’ Istituto: Anna Piccirillo e Vittorio De Caprio, che insieme ad Andrea Tambaro, assente nell’intervista, ma spiritualmente presente, detengono il delicato e difficile ruolo di rappresentanti d’Istituto. Iniziamo…

La cogestione è nata con la vostra nomina a Rappresentanti d’Istituto. Spiegateci un po’ da dove è nata quest’idea, e come siete arrivati a farla diventare realtà.

E’ Anna a parlare: siamo riusciti a realizzare la cogestione presentando al Preside e ai Docenti un programma che mostrasse davvero lo scopo della cogestione, ovvero formare i ragazzi in modo diverso da quello scolastico, ma sempre inerente e attinente al POF dell’Istituto e allo spirito salesiano; c’è da dire che i professori ci sono venuti molto incontro in questa proposta, la quale era già stata fatta, ma non si era mai riuscito a realizzare un vero programma e a mettere in piedi un’organizzazione che potesse far diventare realtà questa proposta.

Quindi diciamo che il vostro compito dopo la nomina è stato quello di creare un programma efficace che potesse essere accettato dal Collegio dei Docenti?

Vittorio risponde: Si, è corretto, e in questo lavoro di preparazione e organizzazione speriamo di aver soddisfatto le esigenze e i desideri dei ragazzi che molto spesso sentono parlare dell’autogestione o degli scioperi che avvengono nella scuola statale, noi invece abbiamo sentito la necessità di proporre qualcosa che andasse oltre il semplice apprendimento scolastico, ma con le stesse finalità educative.

Come avviene l’organizzazione della Cogestione? Chi effettivamente si occupa di preparare i seminari e realizzare i calendari e le classi?

Dobbiamo dire che se l’anno scorso il peso dell’organizzazione è ricaduto esclusivamente su noi Rappresentanti d’Istituto, quest’anno, invece, siamo stati molto aiutati da persone esterne ed interne all’Istituto, genitori, alunni, docenti e tutti i volontari che si sono offerti di darci una mano. Tra l’altro quest’anno molto del lavoro è stato svolto dal neo-gruppo della cogestione, una delle attività extra-didattiche proposte quest’anno.

Ecco, volete raccontarci com’è andata questa nuova esperienza? Ha funzionato il gruppo della Cogestione?

Vittorio prende la parola: il gruppo della cogestione è, come detto, un’attività extra-didattica, valida anche per le ore di credito; sarebbe più corretto, però, chiamarla COMMISSIONE COGESTIONE, in quanto riunisce i ragazzi che si sono offerti di darci una mano nell’organizzazione e nella preparazione delle attività, tutti capitanati dal prof. Parente. Quest’anno ci siamo visti una volta, abbiamo preferito fare un unico incontro di diverse ore per preparare il tutto. Prosegue Anna che ci tiene molto a rispondere: sostanzialmente il gruppo non ha funzionato benissimo, anzi oserei dire che è andata male. Il problema di fondo della commissione è che ci siamo trovati moltissime persone da dover gestire, al punto tale che era più difficile gestire il gruppo che organizzare la cogestione; devi, infatti, pensare che non è semplice spiegare e far capire a tutti il lavoro da fare e il meccanismo che sta sotto la cogestione. Ci sono stati anche altri problemi, della serie che anche dopo aver diviso la commissione in gruppi, è stato difficile assegnare ad ogni gruppo l’elenco di ragazzi da dover gestire, anche perché molto spesso accadeva che si facevano preferenze per amicizie o altri “imbrogli” di questo genere che facevano saltare il meccanismo.

Dato che siamo arrivati a questo punto, però, volevo chiedervi: potete spiegarci come avviene l’organizzazione della cogestione? Abbiamo, infatti, preso nota di diverse lamentele sull’assegnazione di ciascun ragazzo alle attività, in rapporto a quelle da lui scelte

Il criterio di fondo che abbiamo seguito nell’organizzazione è stato quello di soddisfare almeno due delle prime quattro attività a cui il ragazzo aveva deciso di partecipare. Le altre due, infine, venivano scelte dalla quarta in poi, ma ti renderai conto che è difficile gestire tutta la mole di ragazzi, ed inoltre il secondo criterio di fondo è stato quello di dare precedenza ai ragazzi di quinto anno. E’ Anna a parlare: mi spiego meglio, noi siamo partiti dalle schede dei ragazzi di quinto anno andando a scalare per l’anno di frequenza poiché il numero di posti disponibili per corso era limitato, ci è sembrato doveroso soddisfare le esigenze di chi avrebbe fatto la cogestione per l’ultimo anno rispetto a chi l’avrebbe rifatta per altri 4 anni. Naturalmente i ragazzi di primo anno, che quest’anno sono stati “penalizzati”, saranno avvantaggiati negli anni seguenti. Nonostante ciò, però, abbiamo cercato di accontentare il maggior numero di ragazzi, a volte sovraccaricando anche la classe di un corso e ricevendo magari lamentele da parte dei docenti per l’eccessivo numero di ragazzi.

Ma secondo voi questo sistema che come abbiamo visto presenta alcune falle, potrebbe reggere anche per l’anno prossimo?

Sicuramente con qualche miglioramento il sistema potrebbe reggere, ma si potrebbe pensare di raddoppiare il turno dei corsi in modo da soddisfare più ragazzi e rendere le classi meno affollate. Il problema, magari, è anche la disponibilità dei relatori, o magari delle volte si è anche cercato di variare anche perché secondo noi il bello della cogestione è anche questo: ritrovarsi in un posto in cui ascolti qualcosa che mai avresti pensato che ti sarebbe potuto piacere e chissà da ciò potrebbe dipendere il tuo futuro. E comunque tieni conto che – ora è Vittorio a parlare – le attività sono state decise dai ragazzi proprio perché secondo noi sono i ragazzi i veri protagonisti della cogestione, quindi si magari le lamentele ci sono state, e noi abbiamo cercato di soddisfare le loro richieste, quindi il sistema tutto sommato funziona.

Bene, ma è possibile avere un vostro bilancio sulla cogestione di quest’anno? Cosa vi aspettavate e cosa si è rivelato?

VITTORIO: in realtà io mi aspettavo una cogestione un po’ più “difficile” soprattutto dal momento che Andrea non è venuto in questi giorni, quindi credevo che la mole di lavoro e responsabilità sarebbe stata maggiore, invece grazie al lavoro di squadra e alla forza di volontà non abbiamo avuto problemi;

ANNA: sono rimasta molto sorpresa dalla collaborazione che c’è stata tra i rappresentanti d’istituto e i docenti, e anche ci l’anno scorso era scettico sulla cogestione, quest’anno ci ha aiutato molto, anche e soprattutto sulla reperibilità dei seminaristi; insomma questa è la dimostrazione che insieme ce la possiamo fare. Soprattutto un grande aiuto ci è stato dato dalla prof.ssa Stefania Arzillo nel controllo delle presenze e del comportamento dei ragazzi. Una negatività della cogestione di quest’anno, invece, secondo me, sono state le eccessive lamentele e richieste di spostamento tra i diversi gruppi: bisogna pensare la cogestione come un’attività di approfondimento personale e non come un ulteriore motivo di parlare con l’amico di turno.

Ma quindi dei cambiamenti ci sono stati?

Purtroppo il problema è stato che per necessità siamo stati costretti a cambiare un ragazzo, e da lì ci siamo sentiti in obbligo di cambiare, dove fosse possibile, tutti i ragazzi che venivano a chiederci degli spostamenti; però, secondo noi, in questo modo si perde il vero spirito della cogestione.

Avete raccolto qualche impressione dei ragazzi?

Diciamo che un feedback completo ancora non c’è stato, però contiamo di far fare ad ogni classe un’assemblea per valutare i lati positivi e negativi della cogestione per poi incontrare i rappresentanti di classe e discuterne insieme. Questo anche in vista degli altri due giorni della cogestione che occuperanno due sabati integrativi da 3 ore ciascuno. L’idea per il sistema organizzativo è quella di fare dei macro-corsi per grandi gruppi di classe, ma non c’è ancora niente di certo.  

Ormai almeno voi siete all’ultimo anno, come vi sentite nel lasciare qualcosa che è nato con voi e che durerà per i prossimi anni?

Siamo entusiasti di aver iniziato questo nuova attività, e speriamo che i prossimi rappresentanti d’istituto possano migliorarla. Inoltre bisogna considerare che chi si candida a questo ruolo lo fa proprio con il desiderio di lasciare qualcosa, oltre magari anche all’animazione. Ed è proprio quest’attività che ci ha fatto capire come, anche grazie ai docenti disponibili, i ragazzi, noi ragazzi possiamo diventare veri protagonisti della scuola.

Intervista realizzata da Carmine Molisso e Luigi Massa

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