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Sport invernali “congelati” fino al 7 Gennaio

Rubriche Sport

L’Inverno è aria fredda che pizzica il naso, il fioccare della neve, la cioccolata calda davanti al caminetto e sciare…no, niente scii, almeno fino al 7 gennaio, quando potranno riaprire gli impianti sciistici, come prevede il nuovo decreto ministeriale a seguito dell’emergenza sanitaria: durante il periodo delle vacanze natalizie, in tutto il territorio nazionale gli impianti resteranno chiusi agli sciatori amatoriali, perché anche se la voglia di sciare è tornata, il Covid-19 non è stato ancora sconfitto. Gli atleti professionisti e semiprofessionisti potranno utilizzare gli impianti per prepararsi alle competizione sportive nazionali o internazionali, ma dovranno ovviamente osservare rigidamente le misure di contenimento anti-Covid. In Campania questa decisione ministeriale non ha suscitato polemiche come in altre regioni del nord Italia, dove parte dell’economia gira proprio attorno agli sport invernali, impianti sciistici, ristorazione e turismo alberghiero rivolto anche ai Paesi confinanti. I proprietari degli impianti si stavano preparando ad accogliere i turisti adottando tutti i provvedimenti necessari, come far indossare obbligatoriamente le mascherine, il  numero dei passeggeri sulle funivie, far prenotare on line l’accesso alle piste per evitare il sovraffollamento, sanificare ogni giorno le attrezzature utilizzate, ma la stagione invernale si aprirà soltanto a inizio Gennaio, sperando che il contagio da Covid 19 venga contenuto durante le feste natalizie, ed allora sarà possibile, per chi ama questi sport, praticare sci alpino o di fondo, curling, pattinaggio su ghiaccio, snowbord. Scivolare sulle bianche pendici (sci alpino) mentre si osserva il panorama delle vette come sfondo, sembra essere appagante per la psiche oltre che soddisfacente per l’attività motoria, così come fare lunghe passeggiate con gli scii sulla neve (sci di fondo), e con poco sforzo si ottiene il massimo risultato per la propria forma fisica. Gli sport sulla neve, però, possono presentare anche dei rischi per la salute, come raffreddarsi e influenzarsi, o nei casi peggiori procurarsi lesioni provocate da cadute, e in questo momento di emergenza sanitaria non è certo il caso di affollare il Pronto Soccorso.

Roberta Santarsiero 5º Classico

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#GFVIP l’essere autentici ripaga

Musica&Spettacolo Rubriche

Il programma più seguito in questo periodo in Italia è “Grande Fratello VIP”, in particolare questa nuova edizione sta riscuotendo moltissimo successo, tant’è che si è scelto di prolungarla fino all’8 febbraio 2021. Il titolo del programma è un omaggio al romanzo “1984” di George Orwell, in cui è nominato “Big Brother” (“fratello maggiore”, tradotto e tramandato come “grande fratello”) e racconta di una società nella quale ogni singolo individuo è tenuto sotto controllo dalle autorità, spiato dall’occhio del “Grande Fratello”, espressione poi utilizzata per descrivere una figura indiscreta e invasiva, ed ora associata al reality show che tutti conosciamo. Format esportato in più di 40 Paesi, i concorrenti sono spiati 24 ore su 24 in una casa dove vivono tutti assieme, senza contatti con l’esterno, senza uso di cellulari, computer o orologi, affrontano prove e cercano di accattivarsi la simpatia dei telespettatori per non essere eliminati dal gioco. Vince chi lascia per ultimo la casa, dunque il pubblico ha un gran peso nel destino dei concorrenti. Nella versione VIP, l’ultimo concorrente rimasto in gioco dona il 50% del montepremi a un ente benefico di sua scelta. In questa edizione del “Grande Fratello VIP”, la più amata dal pubblico è Mariateresa Ruta, “salvata” già 12 volte dal televoto.

E’ un volto noto della televisione italiana, soprattutto per la sua carriera di giornalista sportiva. Sposata e poi divorziata dal giornalista sportivo Amedeo Goria, ha avuto due figli, Guendalina e Gianamedeo. Dal 2006 è legata sentimentalmente al fisioterapista Roberto Zappulla, con cui si è sposata nel 2015. Nel programma del Grande Fratello, stiamo conoscendo Mariateresa Ruta non come Personaggio ma come Persona, e questa sua immagine così autentica sta facendo breccia nel cuore di molti italiani. La sua risata contagiosa, la sua allegria, il suo rivolgersi a tutti i concorrenti con un sorriso, sono le caratteristiche di questa donna che ha però un vissuto difficile: in diretta ha raccontato di aver subito uno stupro quando aveva 20 anni e che per non far soffrire i genitori non ha mai raccontato nulla. Non ha nemmeno sporto denuncia perché è stata attaccata alle spalle e non è riuscita a riconoscere nessuno. La giornalista ha terminato il suo sfogo nella diciassettesima puntata rivolgendosi alle donne: “non siamo noi quelle sbagliate”. Mariateresa Ruta è un esempio per tutti, perché nonostante il dolore, il trauma, i fantasmi del Passato con cui ancora deve fare i conti,  affronta ogni giornata con il sorriso e la gentilezza, e sicuramente l’essere stata autentica difronte alle telecamere ha permesso ai telespettatori di apprezzarla e fare il tifo per lei in questo gioco.

Fabiana Falco 5 Classico

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Il successo dei tour virtuali

Arte&Popcorn Rubriche

Già durante il primo lockdown, alcuni musei hanno lanciato l’iniziativa di aprire le loro porte su piattaforme digitali, una vera propria innovazione  che non dovrebbe essere trascurata quando termineranno le restrizioni sociali di questo periodo. I tour virtuali sembrano piacere e appassionare, così anche in questo momento di chiusura generale è possibile visitare l’interno di un museo e apprezzare le sue meraviglie. Durante la primavera scorsa, nei mesi di chiusura di varie attività tra cui quella di visite in musei, gli italiani si sono comunque interessati alle attività culturali online, dunque il digitale si è rivelato uno strumento necessario per poter offrire contenuti anche nell’ambito della Cultura. I siti web svolgono un ruolo importante per poter permettere l’accesso a tour virtuali, oltre a raccogliere informazioni utili come gli orari in cui si svolgono le diverse attività e i percorsi di visita. Anche i canali social contribuiscono al successo di questa iniziativa, pubblicando contenuti per  approfondire la conoscenza di quanto si è visto “a distanza”. In queste settimane di chiusura dei luoghi della cultura, anche la Reggia di Caserta, Museo e patrimonio Unesco, ha ideato e realizzato molte iniziative per rendere note le sue meraviglie per chi ancora non le conoscesse!  Tra rubriche social, fotografie, video, podcast, spicca il tour virtuale: il Museo apre le porte ai visitatori digitali, informando e svelando curiosità sugli Appartamenti Reali, sul Parco Reale e sul Giardino Inglese. Un bel modo anche per rinsaldare il legame con chi già conosce e ama la Reggia di Caserta.

Chiara Nacca 5º Scientifico

sportivo

 

 

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È morto il dio del Calcio.

Rubriche Sport


A
soli 60 anni Maradona ci ha lasciato a causa di un arresto cardio-respiratorio: la notizia che ha sconvolto il mondo arriva dall’Argentina, l’idolo del Pallone ha avuto un arresto cardiaco fatale mentre era a casa, a Buenos Aires. Inutili i tentativi di rianimazione effettuati dal personale medico che lo ha accudito costantemente durante la riabilitazione, in seguito all’intervento chirurgico di tre settimane fa. Maradona era stato dimesso l’11 novembre e i medici lo tenevano sott’occhio in quanto considerato un caso clinico “fortemente a rischio”. Da quanto è stato riferito dal suo staff di medici, il calciatore aveva superato con successo l’intervento.  La mattina della sua morte si sarebbe svegliato di buon umore e in buone condizioni, senza lamentare alcun problema di salute, e terminata la colazione, sarebbe tornato a letto per riposare. A ora di pranzo i dottori lo hanno trovato morto nel suo letto. le squadre di calcio in Serie A, osserveranno un minuto di silenzio per ricordare l’argentino nel prossimo weekend di campionato, perché Maradona è stato una vera e propria leggenda vivente del Calcio e sarà per sempre uno dei giocatori più bravi del mondo.

Ennio Consoli 3º Classico

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Le serie tv più amate

Arte&Popcorn Rubriche

Mai come in questo momento abbiamo bisogno di sognare, di essere trasportati in un mondo magico e appagante, di evadere da una routine che ci vede sempre più incerti ed isolati gli uni dagli altri. Trascorrendo tanto tempo in casa, la TV è ormai diventata compagna di lunghe giornate spesso costellate da tristi eventi di cronaca. Le serie TV, soprattutto quelle Made USA, sembrano particolarmente adatte a riempire i “vuoti” e intrattenere piacevolmente giovani e non. 

La Redazione dell’Intervallo Salesiano ha proposto un sondaggio agli utenti di Instagram, mettendo a confronto alcune serie tv e chiedendo quale fosse la loro preferita. Tra “Gossip Girl” ed “Emily in Paris” è prevalsa la prima, con una percentuale dell’83%, tra “Pretty little liars” e “Lucifer”, quest’ultima ha avuto una preferenza del  70%, e tra “Orange is the new black” e “FRIENDS”, quella più votata è stata la seconda con il 56% contro il 44%. Infine è stato chiesto quale fosse la preferita tra queste sei serie tv e la più votata è stata “FRIENDS”, ma ha avuto solo un voto in più rispetto a “Lucifer” e “Gossip Girl”.

Tra le più in voga in questo periodo, dunque, c’è anche “Gossip Girl”, nonostante sia datata, ma quanto pare non è ancora passata di moda, una fiction adolescenziale che racconta la vita di giovani privilegiati dell’Upper East Side di Manhattan: Serena Van Der Woodsen, Blair Waldorf, Chuck Bass e Nate Archibald. La voce narrante delle vicende è proprio quella di Gossip Girl, un blogger di cui nessuno conosce la vera identità e si diverte a svelare tutti i segreti della sua pagina web. Questa serie è stata girata nel 2007 e l’ultima stagione nel 2012, ma quest’anno stanno iniziando le riprese del reboot. Non vediamo l’ora di vedere come saranno i figli dei nostri personaggi preferiti (anche se nessuno potrà sostituire Chuck).

“Lucifer” è invece una serie di genere urban fantasy e racconta del diavolo in persona, Lucifer Morningstar che, stanco di punire le anime degli Inferi, decide di trasferirsi a Los Angeles assieme al demone Mazikeen. Aprirà un locale chiamato “Lux” dove incontrerà la detective Chloe Decker, insieme risolveranno un’omicidio e Lucifer troverà questo “passatempo” molto interessante, dunque i due finiranno col lavorare insieme. Tra loro inizierà ad istaurarsi un rapporto di amore/odio e il diavolo sconvolto da queste nuove sensazioni umane chiederà aiuto a una psicologa, Linda Martin. Intanto è sceso sulla Terra suo fratello maggiore Amenadiel, un angelo che esorta Lucifer a tornare all’Inferno. Chiaramente il diavolo non accetterà e continuerà la sue avventura mondana. Questa serie ha riscosso moltissimo successo, infatti stanno lavorando ad una nuova stagione (purtroppo dovremmo aspettare un po’ per riuscire a vederla). Molti fan stanno fantasticando sullo sviluppo della trama, e sperano vengano rivelati i misteri lasciati in sospeso.
La serie 
più apprezzata, un vero e proprio evergreen, è “FRIENDS”, sitcom andata in onda per la prima volta nel 1994, composta da 236 episodi, ognuno da 20 minuti. Racconta le avventure tragicomiche di un gruppo di sei amici a New York: Rachael, Monica, Phoebe, Ross, Chandler e Joey. La trama inizia con la fuga dall’altare di Rachael, e il suo incontro con la sua vecchia amica del liceo Monica, che lavora come chef. Diventate presto coinquiline, Rachael si unisce al gruppo di amici di Monica, tutti single e sulla soglia dei trent’anni: il mediocre attore italo-americano Joey, l’analista contabile Chandler, la massaggiatrice e musicista a tempo perso Phoebe, e il paleontologo Ross (il fratello maggiore di Monica). Per vivere, Rachel inizia a lavorare come cameriera al Central Perk, una caffetteria punto di ritrovo degli amici; quando non sono al Caffè, i sei sono spesso all’appartamento di Monica e Rachael. La trama dunque racconta le loro vicende lavorative e sentimentali. Nel corso delle 10 stagioni vedremo la crescita di questi personaggi, permettendoci di affezionarci a loro e alle storie insolite e comiche di cui sono protagonisti.

Fabiana Falco 5ºClassico

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L’ennesima battaglia: Codacons vs Ferragnez

Musica&Spettacolo Rubriche

Tra il Codacons e i Ferragnez continua a non correre buon sangue. L’ennesima denuncia, questa volta contro Chiara Ferragni. Il motivo? Uno scatto che ritrae l’influencer nelle vesti di una Madonna. In realtà si tratta di una rielaborazione di un dipinto del Seicento di Giovanni Battista Salvi. Anche Maria De Filippi  e Barbara D’Urso come altre donne sono state vittime di questi meme, ma Codacons ha dichiarato che non si tratterebbe di una provocazione, ma di una grave mancanza di rispetto per i cristiani, per l’intero mondo religioso e per l’arte in generale.
Questa denuncia contro Chiara Ferragni potrebbe apparire come una ripicca per la
 denuncia fallita contro il marito Fedez: mesi fa, il noto rapper è stato querelato da Codacons per diffamazione, associazione a delinquere, violenza, calunnia e induzione a commettere reati. Inoltre sono stati denunciati anche numerosi fan e follower di Fedez, accusati di aver diffuso sul web minacce di morte e post violentissimi contro Codacons.
Come finirà lo scontro tra chiara ferragni e la Codacons?

Ennio Consoli 3º Classico

 

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Sulla mia pelle

Arte&Popcorn


Se ancora non lo avete visto, non aspettate altro tempo:  “Sulla mia pelle” è un film che suscita grande emozioni, soprattutto grazie all’attore protagonista (un irriconoscibile Alessandro Borghi, anche per i fan più accaniti) che è stato in grado di immergersi fino in fondo nel personaggio.  Il film è stato diretto da Alessio Cremonini, edito sulla piattaforma Netflix nel 2018, con Alessandro Borghi e Jasmine Trinca che interpretano rispettivamente Stefano Cucchi e la sorella Ilaria: sono raccontati gli ultimi giorni di vita del giovane in carcere, di come la sua morte sia diventata uno dei casi giudiziari più discussi degli ultimi anni, ma anche di come questo triste evento abbia completamente sconvolto la vita della sua famiglia, in particolare della sorella Ilaria. Il regista ha volto raccontare la storia di Stefano anche per le numerose morti verificatesi dal 22 ottobre 2009 (data della sua morte) fino al 31 dicembre dello stesso anno: i decessi in carcere furono stimati a 176. 
Può essere ancora più interessante da vedere in questo momento in cui si sono riaccese polemiche sul caso Cucchi per delle dichiarazioni più o meno discutibili da parte di un esponente politico.

Angelica Faraone  2ºClassico

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A teatro con Boccaccio

Musica&Spettacolo

26 novembre 2019. Fare scuola in modo diverso è  andare una mattina a teatro per vedere la rappresentazione di uno dei romanzi umoristici più famosi della letteratura: sul palco del Teatro Don Bosco di Caserta, hanno preso vita, nelle sembianze degli attori della Compagnia la Mansarda, i personaggi di alcune novelle del capolavoro trecentesco definito anche “commedia umana”, perché è raccontata la realtà dell’uomo, così come essa è: il Decameron (o Decamerone, “opera di dieci giorni’) è una raccolta di cento novelle scritta da Giovanni Boccaccio nel XIV secolo. Il libro narra di un gruppo di giovani, sette donne e tre uomini, che per dieci giorni si intrattengono fuori da Firenze, per sfuggire alla peste nera che in quel periodo si era abbattuta sulla città, raccontandosi storie. Una delle più importanti rese cinematografiche di quest’opera è stata realizzata nel 1971 da Pierpaolo Pasolini, che nel suo “Decameron” scelse il nostro borgo di Casertavecchia come ambientazione di alcune novelle. Per omaggiare l’opera del Pasolini, la compagnia casertana “La Mansarda, teatro dell’orco” si è prima dedicata alle rappresentazioni itineranti di quelle novelle, proprio nei luoghi del borgo che Pasolini volle per il suo film, e adesso alla trasposizione di queste su di un palco: noi studenti del #LiceoSalesianiCaserta abbiamo potuto assistere alla drammatizzazione di ben otto novelle, e ridere di gusto con alcuni dei personaggi più divertenti e controversi del romanzo, come Fra Cipolla, Peronella, Lisabetta da Messina e Masetto da Lamporecchio.

Annarita Iodice 4º Classico

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L’Orchestra Don Bosco

Musica&Spettacolo News

Cosa significa far parte dell’Orchestra Don Bosco? Ore ed ore di prove.
L’impegno di tutti noi componenti dell’orchestra è notevole, anche perché non ci è concesso trascurare lo studio, quindi ci destreggiamo tra ore in sala prove ad eseguire brani musicali e ore in aule studio a prepararci per la versione di greco o l’interrogazione di matematica del giorno seguente. Ogni giorno mettiamo un enorme impegno per restare membri di quest’orchestra, anche quando il nostro entusiasmo si affievolisce perché ci sentiamo “stanchi morti” o perché si è preso un brutto voto a scuola.

Significa far parte di un insieme di 70 ragazzi di età diverse ed ognuno con la propria esperienza di vita. Significa lavorare con il maestro Enzo Anastasio e imparare ad eseguire gli arrangiamenti dei brani che ci propone. Significa vedere i nostri docenti e i nostri genitori orgogliosi di noi alla fine di ogni esibizione. Significa fare mille esperienze, che non avremmo mai fatto altrimenti, come poter fare del bene ad altri semplicemente con la nostra passione per la musica. Per chi volesse assistere alle nostre esibizioni e sostenere le nostre iniziative, ecco le prossime date: il 15 dicembre al Complesso di S.Chiara a Napoli; il 18 dicembre presso i Salesiani  a Napoli alle 17; il 30 dicembre presso la parrocchia Del Buon Pastore a Caserta; il 4 gennaio presso l’Istituto penale minorile ad Airola. 


Angelica Faraone 2° Classico

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Talenti in palcoscenico

Musica&Spettacolo News

Il 25 Novembre si svolgerà, presso il teatro Don Bosco di Caserta, il tradizionale contest artistico dedicato a Santa Cecilia, patrona della musica, degli strumentisti e dei cantanti. Un grande momento di spettacolo organizzato e ormai collaudato da tanti anni nella nostra scuola di grado superiore e assai atteso da tutti noi studenti: una tradizione alla quale i Salesiani tengono molto, poiché Don Bosco diceva che “una casa senza musica è come un corpo senza musica”. Durante questo talent gli studenti hanno la possibilità di mettersi in gioco e mostrare il proprio lato estroso che non sempre è possibile far emergere in aula, tra i banchi di scuola. C’è chi balla, chi canta, chi suona, e se anche tu hai un talento nascosto non aver paura di mostrarlo, lanciati e mostra a tutti quel che sai fare.

Michela Altarelli 3° Classico

 

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Ho imparato a sognare

Una sera d’inizio primavera, l’esuberante, vulcanica e frizzante diciassettenne Nadia e l’amica del cuore Alessandra, si allenano fra le rappezzate mura del vecchio palestrone del paese.La passione per il loro sport, la pallavolo, e la loro innata complicità, portano le due giovani a restare in campo ben oltre l’orario previsto.Il richiamo con cui il burbero custode dell’impianto, Antonio, le invita a raggiungere le compagne nello spogliatoio, riporta le due ragazze alla realtà, al presente, quasi a risvegliarle da un sogno.Nadia, però, non ha alcuna intenzione di smettere di sognare e quell’ordine, “Muovetevi, a cambiarvi”, diventa il pretesto per coinvolgere l’uomo, suo malgrado, in una scommessa che ha il sapore di una romantica promessa, di un sogno.Un sogno da realizzare, troppo grande per non essere condiviso, troppo bello per non essere inseguito.Un sogno da vivere, per comprendere la più bella fra  le lezioni della vita: l’importanza  imparare a sognare.

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Storia del cinema: Inghilterra

1900-1945

Dal punto di vista di film prodotti, l’industria cinematografica ha sperimentato un’espansione nel momento della nascita nel 1910 ma durante gli anni venti ha attraversato una recessione causata dalla superiore competizione del cinema statunitense. Il “Cinematograph Films Act” del 1927 introdusse misure protettive miranti alla ripresa dell’industria cinematografica e portò ad un picco di produzione che raggiunse i 192 film nel 1936. Poi però, un’espansione incontrollata causò un crollo improvviso che portò a una diminuzione del numero dei film fino a tutta la seconda guerra mondiale.

I primi a costruire e a far funzionare una macchina da presa da 35 mm in Gran Bretagna furono Robert W. Paul e Birt Acres. Furono gli autori del primo film britannico Incident at Clovelly Cottage nel febbraio 1895, non appena fu scaduto il brevetto sulla macchina da presa.

Negli anni 20 si produssero molti film di serie B, a causa di un buco legislativo che favoriva la produzione di film economici e veloci, che fu causa di un arretramento nello sviluppo dell’industria cinematografica. Bisogna considerare però che molti cineasti britannici si formarono proprio grazie a questi ”quota quickies”, compresi Michael Powell e Alfred Hitchcock.

Ricatto (Blackmail) (1929) di Alfred Hitchcock è considerato il primo film sonoro britannico. Nell’era del muto gli spettatori erano ricettivi rispetto a pellicole provenienti da tutte le nazioni. Ma, con l’avvento del sonoro molti attori stranieri, o quelli con spiccati accenti regionali, si trovarono fuori mercato, mentre l’inglese più formale divenne la norma.

Vi fu poi una recessione dell’industria, dopo gli anni boom a cavallo del 1930, i crescenti investimenti e l’eccessivo ottimismo che accompagnarono l’espansione verso il mercato statunitense, causarono lo scoppio della “bolla” nel 1937. Delle 640 compagnie di produzione britanniche registrate tra il 1925 e il 1936, 20 erano quelle ancora attive nel 1937.
Questo periodo, nonostante sia stato ”poco prolifero” nel lungo termine, ebbe un importante ruolo di formazione dei fututri registri del dopoguerra.

Le restrizioni imposte dalla guerra mondiale sembrarono, contrariamente a quanto aspettato, dare nuova energia all’industria cinematografica britannica.
Il cinema britannico cominciò ad usare sempre di più le tecniche documentaristiche e autori precedentemente impegnati in documentari realizzarono film improntati sulla realtà, molti dei quali aiutarono a formare un’immagine popolare della nazione in guerra.

1945-2016

Verso la fine degli anni quaranta, la “Rank Organisation”, fondata nel 1937, nel periodo di recessione, da J. Arthur Rank, divenne il soggetto dominante dell’industria cinematografica britannica.
Tra i film più significativi prodotti in questo periodo abbiamo Breve incontro (Brief Encounter) (1945) di David Lean del quale vanno ricordati anche due adattamenti da Dickens, Grandi speranze (1946) e Oliver Twist (1948).

Negli anni cinquanta ci fu un leggero arretramento rispetto al prestigio che aveva acquisito il cinema britannico in campo mondiale, e ci si cominciò a concentrare maggiormente su commedie popolari, mentre le storie drammatiche legate alla seconda guerra mondiale erano rivolte più che altro al mercato interno.

Infine, una censura meno restrittiva incoraggiò, verso la fine degli anni cinquanta, i produttori di B-movie della Hammer Film Productions a lanciarsi in una serie di film horror che ebbero un grandissimo successo. Dopo aver cominciato con gli adattamenti in bianco e nero delle serie televisive di fantascienza della BBC scritte da Nigel Kneale, L’astronave atomica del dottor Quatermass (The Quatermass Experiment, 1955) e I vampiri dello spazio (Quatermass 2, 1957), la Hammer si specializzò rapidamente e con un’ottima riuscita nel colore, con le nuove versioni di Frankenstein (The Curse of Frankenstein), Dracula (Horror of Dracula) e La mummia (The Mummy). L’enorme successo commerciale li incoraggiò a girare seguiti su seguiti, e portò ad un’esplosione della produzione dei film horror in Gran Bretagna che sarebbe durata per due decenni.

Si contano fra gli autori inglesi Ridley Scott e Stanley Kubrick, anche se quest’ultimo è stato naturalizzato britannico.
Alien è il capostipite di una fortunata serie di fumetti e pellicole, ha dato vita a un ambiente cult e lo xenomorfo è ancora ricordato come uno dei ”mostri” più riusciti nel panorama internazionale, e l’atmosfera che il primo film riesce a dare è ritenuta ”irrecreabile” dagli stessi continuatori della pellicola.

Stanley Kubrick è considerato un visionario del cinema, e molti suoi film sono passati alla storia come capolavori cinematografici, e molti anche impegnati socialmente e politicamente, come Arancia Meccanica.

Il panorama cinematografico inglese si conclude poi con film del calibro di Black Hawk Down, il recente Robin Hood, e Sopravvissuto- The Martian, tratto dal libro omonimo, tutti diretti da Ridley Scott.

Ovviamente è impossibile non menzionare la serie dell’agente segreto James Bond, 007, che si divide in vari tronconi, di cui ricordiamo quelli ”originali” con Sean Connery, e Spectre con l’incredibile performance di Daniel Craig.

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