L'Intervallo Salesiano » 14 Maggio 2013

Daily Archives: 14 Maggio 2013

Il fumo e i giovani in Italia

Il numero di giovani e adolescenti che inizia a fumare è in costante aumento. In Italia il numero totale dei fumatori supera la cifra di 13 milioni e 90.000 l’anno sono i decessi attribuibili al fumo di tabacco. Sulla base dei dati ISTAT nel 1993 i fumatori erano il 24,6% della popolazione italiana; sono diventati il 24,9% nel 1997. Fra i giovani di età compresa fra i 14 ed i 24 anni si è passati dal 17,4% del 1993 al 20,5% del 1997.

L’abitudine al fumo si traduce in pesanti ripercussioni sullo stato di salute delle persone (cancro, bronchite cronica, enfisema, arteriosclerosi, infarto, ipertensione, ictus, angina pectoris, gastrite, ulcera gastrica e duodenale, esofagite cronica..). Una indagine ISTAT del 1999, condotta con il contributo del Fondo Sanitario Nazionale Italiano, ha dimostrato che le malattie respiratorie croniche legate al consumo di tabacco (bronchite cronica, enfisema, asma bronchiale, ed insufficienza respiratoria) occupano il quarto posto tra le malattie croniche invalidanti.

Il fumo è tra le cause di malattia quella più facilmente evitabile nei paesi occidentali. In Italia è già presente il divieto per la pubblicità diretta delle sigarette (Legge del 10/04/62 n. 165), ma è tuttavia possibile quella indiretta: sponsorizzazioni di eventi sportivi, eventi culturali e utilizzo del marchio di sigarette per linee di abbigliamento sportivo.

Il Piano Sanitario Nazionale Italiano (PSN) 1998–2000 è stato progettato con lo scopo di ottenere la diminuzione del numero dei fumatori attraverso i seguenti interventi:

  1. lo sviluppo di interventi di educazione sanitaria e di iniziative mirate alla limitazione del consumo di tabacco specie tra i giovani;
  2. la promozione di campagne per l’interruzione del fumo in gravidanza;
  3. l’attuazione di efficaci programmi, di disassuefazione dal fumo.

Negli ultimi tempi in Italia alcune Associazioni in collaborazione con il Sistema Sanitario Nazionale (SNN) hanno cercato di trovare una prima risposta al problema. Fra queste si possono annoverare: la Società Italiana di Medicina Generale, l’Associazione Italiana dei Pneumologi Ospedalieri, la Federazione Italiana contro le Malattie Polmonari Sociali e la Tubercolosi, l’Associazione Italiana di Epidemiologia …

Ogni iniziativa a livello di prevenzione dell’abitudine tabagica dei giovani deve essere incentrata sui molteplici fattori che favoriscono l’inizio del fumo di sigaretta. Iniziare a fumare è il frutto di un processo comportamentale individuale, ambientale e sociale, raramente riconducibile ad un evento isolato. Il giovane emula l’adulto fumatore per sentirsi parte di un gruppo sociale e culturale e per affermare la propria personalità.

Per ridurre la diffusione del fumo nei soggetti adulti è indispensabile ridurre il numero delle persone che iniziano a fumare in giovane età. Fin dagli anni sessanta la scuola veniva considerata il luogo più idoneo a diffondere informazioni sulla salute. Oggi non è più così, anzi proprio in ambiente scolastico molti giovani iniziano a fumare, stimolati dall’esempio dei coetanei. Si deve pertanto ricorrere ai mass media (radio, tv e giornali) per veicolare messaggi di tipo preventivo. Recenti studi condotti dalla British Audience Research Bureau hanno dimostrato che i giovani tra i 4 e i 15 anni guardano la televisione per la durata di circa 18 ore settimanali, quelli tra i 16 e i 24 anni, invece, lo fanno per circa 20 ore settimanali. Ne consegue che la televisione può essere un ottimo strumento d’informazione, in grado di influenzare i comportamenti sociali dei giovani.

Le multinazionali del tabacco hanno saputo in passato promuovere a proprio vantaggio delle campagne apparentemente antifumo, rivolte ai giovani. Se infatti da un lato pubblicizzavano il fumo come prerogativa esclusiva degli adulti, ben conoscendo l’inconscio desiderio dei giovani di diventare tali, dall’altro tacevano sui danni provocati alla salute dal tabagismo. Per anni, inoltre, le multinazionali del tabacco hanno manipolato i messaggi pubblicitari e sulle informazioni scientifiche che potessero correlare il fumo, attivo e passivo, alla patologia umana.

 Dal nostro Repertorio

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Nuove frontiere tecnologiche per copiare: arriva l’orologio bigliettino!

La tecnologia è sempre più all’avanguardia ed è ormai entrata nelle case di tutti noi!

Non solo nel campo della medicina o del lavoro, da oggi la tecnologia arriva anche tra i banchi di scuola! Questa volta però non parliamo di innovazioni per studiare, ma di innovazioni PER COPIARE! Si, avete letto proprio bene: per copiare, infatti tra i banchi di scuola si stanno sempre più affinando i metodi di copiatura, sicuramente non apprezzati dagli insegnanti che ci mettono tutta la loro esperienza per scoprire gli esperti copiatori.

Una delle ultime novità nel campo della “tecno-copiatura” è quella dell’OROLOGIO BIGLIETTINO!

Si, d’ ora in poi potremo dire addio a tutti quei bigliettini che non sappiamo dove mettere, perché ci penserà il nostro orologio ad inglobare pagine e pagine di appunti.

Questa “innovazione” è in vendita soprattutto su Internet e si sta diffondendo sempre più. È distribuita anche da ScuolaZOO al prezzo di € 64… sicuramente molto più economico che pagare un diploma falso!

L’Orologio Bigliettino è dotato di TASTO DI EMERGENZA per un improvviso controllo del prof. ed ha anche il lettore MP3; può contenere fino ad un massimo di 2GB di bigliettini ed inoltre può contenere anche foto, il tutto da preparare il giorno prima del compito al proprio computer.

Quindi è ormai guerra aperta contro i professori e le armi sono di tutti i tipi. Mi raccomando prof.: OCCHIO ALL’ORA!

Carmine Molisso

Link di ScuolaZOO: http://latino.scuolazoo.com/prodotto/orologio-bigliettino-mp3

Video presentazione OROLOGIO BIGLIETTINO: http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=sgt8zz5VNTw

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La legge 194

È logico che le polemiche continuino ed è giusto, poiché la legge 194, come tutte le leggi dell’ordinamento italiano è di certo passibile di miglioramenti e cambiamenti. Per esempio una delle motivazioni più cogenti che avevano portato all’approvazione della legge era la motivazione sociale. La legalizzazione dell’aborto avrebbe portato alla fine dell’aborto clandestino e avrebbe aiutato le coppie che erano costrette a questa pratica per difficoltà economiche. Ebbene la pratica della legge 194 in questi decenni ha dimostrato che gli aborti clandestini non sono affatto scomparsi, anzi sono aumentati e soprattutto ha dimostrato che le motivazioni sociali erano una semplice scusa, per giustificare quello che di fatto si è imposto in questi anni come una pratica di contraccezione come tante altre.

Intendo dire che una coppia decide di abortire, così come di prendere una pillola o un preservativo, con la stessa noncuranza, senza preoccuparsi minimamente se viene soppresso uno spermatozoo oppure un feto già sviluppato. Si chiudono gli occhi davanti ai documentari che mostrano il feto già formato, in grado di muoversi, respirare e bere il liquido amniotico in quella fase del suo sviluppo in cui è permesso abortire.

Meglio chiudere gli occhi, meglio non vedere certe realtà.

Ora la recente proposta condivisa dal Ministro della Salute di far pagare il ticket per il secondo aborto mi pare del tutto lecita. Se subisco una distorsione ed ho bisogno di una tac o di una radiografia, pago il ticket. Ora perché qualcuno, che ha tra l’altro già usufruito di una prestazione sanitaria totalmente gratuita nel caso del primo aborto, non dovrebbe pagare il ticket per la seconda? Non potrebbe essere questo un sano deterrente per evitare che l’aborto continui ad essere, come di fatto è per alcuni, una pratica contraccettiva?

La Dichiarazione dei Diritti dell’uomo dell’ONU afferma che ”Ogni individuo ha diritto alla vita , alla libertà e alla sicurezza della propria persona”.

Ora chi potrebbe affermare che un feto al terzo mese di gravidanza non è un uomo? Lo sanno le famiglie che abortiscono che quel feto ha un cuore? Lo sanno che potrebbero far nascere un bambino, non riconoscerlo ed in base alla ottima legge italiana sull’adozione, quel bambino sarebbe subito affidato ad un famiglia disposta ad allevarlo, senza avere più neanche la possibilità remota di conoscere i suoi genitori naturali?

Quanto all’aborto legalizzato per i figli imperfetti, cioè portatori di handicap, sembra proprio che la nostra civiltà sviluppata voglia tornare ai tempi di Sparta, quando i bambini malformati venivano soppressi!

Perché allora non considerare sgradito non solo un feto, ma anche un figlio già nato, per gli stessi motivi per cui è previsto l’aborto “terapeutico”?

In una bellissima canzone di Madonna, “Papa, don’t preach” c’è condensato quello che penso sull’aborto: una giovane figlia chiede a suo padre, che vorrebbe farla abortire, di accettare la sua decisione di fare la ragazza madre e far nascere quel bimbo nato da una relazione estemporanea, piuttosto che far trionfare il perbenismo, che vorrebbe mettere a tacere motivi di pubblica vergogna. In definitiva è più importante salvare la faccia o salvare una vita?

Dal nostro Repertorio
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